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Scherma, Daniele Garozzo: “Alle Olimpiadi di Parigi 2024 vogliamo essere una corazzata”

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La cultura del lavoro. Daniele Garozzo, vincitore nell’individuale della medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016, della medaglia d’argento ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 e dell’oro al Campionato europeo di Tbilisi 2017 nel fioretto, ha ancora voglia di regalarsi qualcosa in pedana.

Reduce da due quinti posti in Coppa del Mondo, l’azzurro valuta il tutto in prospettiva Parigi 2024, obiettivo principale per la spedizione tricolore anche per la voglia di dimenticare lo zero alla voce “ori” dell’esperienza di Tokyo 2020. Nel corso dell’ultima puntata di Fencing2U (su Sport2U in collaborazione con OA Sport) condotta da Riccardo Iacente e da Andrea Ziglio, Garozzo ha espresso con grande schiettezza i propri pensieri in vista degli impegni sportivi e non.

In primis, si è parlato dell’inizio di questa stagione: “Sono arrivati due quinti posti a livello individuale, sono soddisfatto di come ho tirato, ma ci sono alcune cose che vanno riviste specialmente dal punto di vista tattico. Con la squadra sono arrivati un secondo e un terzo posto, meno bene rispetto a quanto fatto nella passata stagione di Coppa del Mondo, ma comunque questo ci può essere utile nel percorso per Parigi. Noi vogliamo arrivare ai Giochi come una corazzata, pronta a distruggere chiunque, per prenderci quell’oro a squadre che ci manca. Alle Olimpiadi ho già fatto due grandi prestazioni individuali, ma ci tengo a fare molto bene anche con la squadra“.

Un voto alto alla stagione della scherma italiana è arrivato, tenendo conto del percorso intrapreso dopo quanto accaduto a Tokyo: “Se dovessi dare un voto alla scherma darei un 9, non il 10 perché al Mondiale è mancato l’oro individuale e nella scherma ci deve essere. Vero è che nella rassegna iridata sono arrivati tantissimi podi da tutte le armi, con giovani come Tommaso Marini che si è ritagliato uno spazio importante, ma anche nelle altre armi. Al fioretto darei 9.5 perché siamo tornati alla grande dopo la delusione di Tokyo. Rimettersi in gioco dopo quei risultati non era facile. Stefano Cerioni è stato molto bravo, ha ricostruito un gruppo in difficoltà, avendo il coraggio di lanciare i giovani perché ha ragionato in ottica futura. Si è preso le sue responsabilità anche perché l’obiettivo è a lungo termine“.

Target quadriennale a Cinque Cerchi, ma l’anno prossimo ci sono i Mondiali a Milano: “Sarà una rassegna iridata importante per ottenere il pass olimpico, ma chiaramente per vincere le medaglie. Mi piacerebbe conquistare un oro iridato in casa, essendo una medaglia che manca nella mia storia agonistica a livello individuale. Inoltre, sarà un’occasione da sfruttare dal punto di vista mediatico perché sotto questo profilo la scherma deve evolversi sia per essere maggiormente compresa da un pubblico di non addetti ai lavori che dal punto di vista comunicativo. E’ necessario avere anche dei personaggi che vadano oltre l’attività sportiva, come era accaduto in passato con Aldo Montano per far sì che il numero di iscritti possa aumentare“.

Garozzo ha poi parlato di suo fratello Enrico e della fidanza Alice Volpi, motivati a fare il meglio possibile: “Stanno lavorando duro e l’obiettivo è comune a noi tutti. Non è facile avere, nel caso di Enrico, la motivazione di tirare e di essere al top dopo così tanto tempo, ma lui è ben focalizzato. Per quanto riguarda Alice, il colpo ricevuto alle Olimpiadi di Tokyo è stato duro, ma grazie anche a Cerioni ha trovato il modo per uscirne perché il suo obiettivo deve essere l’oro olimpico a Parigi“.

Un’ultima battuta sulla non semplice coesistenza tra attività sportiva di alto livello e lo studio, dal momento che Garozzo ha conseguito una laurea in Medicina, dovendo dividere ora le sue giornate tra corsia ospedaliera e pedana della scherma: “Essere riuscito a ottenere questo risultato sia sportivo che accademico è molto gratificante. Credo sia doveroso che ci si possa realizzare anche oltre i successi sportivi anche perché la formazione è fondamentale per qualsiasi individuo. Da questo punto di vista posso dire: non sarei campione olimpico se non avessi studiato e non mi sarei laureato se non avessi fatto sport“.

E quindi dopo Parigi?Ci sto pensando anche perché conciliare gli impegni in ospedale e le sedute di allenamento è sempre più complicato: lavoro dalle 08.00 alle 14.30 nella struttura ospedaliera e poi ho due sedute di allenamento (15.30-16.45/18.00-20.30). Avrei voglia di dar seguito al mio percorso accademico, vedremo dopo i Giochi. Ora so solo che ho altre cartucce da sparare“.

Di seguito la video intervista a Daniele Garozzo:

VIDEO INTERVISTA A DANIELE GAROZZO

Foto: LaPresse

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