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Editoriali

Sci alpino: Mattia Casse, da grande promessa ad una vita da mediano. Un nuovo inizio dopo la delusione olimpica

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“Una vita da mediano”, canta Luciano Ligabue. Una vita ad inseguire, con umiltà, incassando bocconi amari e sperando che, prima o poi, arrivi il tuo momento. Il grande giorno è arrivato per Mattia Casse, che a 32 anni (quasi 33 in realtà) ha finalmente festeggiato il primo podio della carriera in Coppa del Mondo di sci alpino: un terzo posto memorabile nella mitica discesa della Saslong, che peraltro regala all’Italia anche la prima top3 in campo maschile nella stagione in corso.

Da giovane Casse veniva considerato una grande promessa. Alla fine degli anni Duemila faceva parte del cosiddetto “Pianeta Giovani Ratiopharm”, progetto lanciato con lungimiranza dalla Federazione di allora per scoprire, allevare e svezzare i giovani talenti italiani. Il nativo di Moncalieri fu il grande protagonista dei Mondiali juniores nel 2010, quando vinse l’oro in discesa ed il bronzo in superG. Peraltro, da ragazzo, andava forte anche in gigante.

Erano i tempi di Peter Fill, Christof Innerhofer e Werner Heel, con Dominik Paris che già lasciava intravedere sprazzi di ciò che sarebbe stato. Con Casse il futuro sembrava completamente a tinte azzurre. Eppure non tutti, per svariati motivi, riescono a mettere a frutto il talento ricevuto da Madre Natura. Mattia Casse aveva (ed ha) delle qualità indiscutibili, tuttavia non è riuscito mai a decollare nel mondo dei grandi, anche a causa degli infortuni.

Grandi aspettative da juniores, poi la disillusione nel passaggio al piano superiore: Casse non è stato di certo l’unico, si tratta di un destino che investe tanti atleti, italiani e non. Non è affatto semplice prefigurarsi una carriera magari alla Aksel Lund Svindal e poi ritrovarsi di fronte una realtà dove anche un decimo posto va festeggiato.

Casse ha tenuto duro, incassando anche delusioni enormi, su tutte la triste vicenda legata alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, dove suo malgrado fu al centro di polemiche roventi e ricoprì il ruolo di riserva. Oggi il giorno atteso da una vita. Un podio alle porte del Natale che dà speranza ad un settore maschile in grande difficoltà, anche se non mancano i ragazzi su cui investire per il futuro: servirà solo avere pazienza. Intanto godiamoci questo nuovo Mattia Casse. E chissà che quelle promesse di gioventù non possano trovare compimento nell’età della piena maturità, magari alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. In fondo il francese Johan Clarey oggi è arrivato secondo a quasi 42 anni: a confronto l’azzurro è ancora un giovincello…

Foto: Lapresse

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