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Tennis, anche i fenomeni non entrano a Wimbledon senza tesserino: accesso negato, il divertente episodio

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Se sei senza un tesserino di riconoscimento, puoi essere anche Roger Federer, ma non hai l’accesso garantito. Nemmeno a Wimbledon. Questo è quello che può aver imparato negli scorsi giorni il fenomeno svizzero, che si è visto negato l’ingresso all’All England Club poiché era sprovvisto della tessera di socio.

A rivelarlo è stato lo stesso Roger in un programma televisivo statunitense, il ‘Daily Show’ di Trevor Noah: “Non volevo dire a quelli di Wimbledon che sarei stato lì, non sapevo se avrei avuto tempo di andare al club. Vedo il dottore, avevamo due ore da passare e abbiamo deciso di andare a Wimbledon. Ma non ci sono mai stato quando non c’è il torneo, così guido fino al cancello di solito riservato all’ingresso degli ospiti e vado a parlare con la signora della sicurezza“.

Il racconto di Federer prosegue: “Vado da lei, le chiedo come posso entrare e mi risponde ‘Certo, ha la tessera socio?’ e io mi chiedo se ce l’ho. Perché quando vinci Wimbledon diventi automaticamente membro, ma non so nulla delle tessere, probabilmente sono a casa da qualche parte. Così le dico che non ho la tessera ma sono un socio e mi chiedevo dove potessi entrare. E lei mi risponde ‘Ma deve essere socio‘.

Roger ha dovuto utilizzare la classica tattica del ‘lei non sa chi sono io’, ma non ha funzionato: “Le dico che di solito, quando vengo qui, c’è tanta gente a vedermi ed entro da un’altra parte, è la prima volta che vengo senza il torneo. Ma la risposta non cambia. Allora la guardo pieno di panico, e non posso credere a ciò che le ho detto perché ci sto ancora male. Ma la guardo e le dico ‘Ho vinto questo torneo otto volte, ti prego di credermi, dove posso entrare? Ma niente. Torno da Luthi, che mi chiede ‘Da dove entriamo?’ e io rispondo ‘Non dire niente'”.

Per fortuna dello svizzero, all’altro ingresso viene almeno riconosciuto: “Una persona mi vede, mi riconosce e mi chiede un selfie, io ‘ok’ con un largo sorriso; le guardie di sicurezza mi vedono, mi riconoscono e mi chiedono se ho la tessera. E io ‘No, non ce l’ho, ma posso entrare?’, loro si mettono a disposizione e organizzano, così ho preso il té. Ho anche pensato di ripassare all’ingresso e passare a salutare, ma poi ho desistito. Ad un certo punto ho pensato ‘Ma erano sette i titoli?’ Di solito non dico queste cose“.

Foto: LaPresse

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