Per scoprire quote, pronostici, bonus, recensioni bookmaker su scommesse sportive e molto altro su sport betting è possibile consultare la nostra nuova sezione dedicata alle scommesse online
Senza categoria
Tennis, Matteo Berrettini: “Se sto bene, posso vincere uno Slam”
Alzare l’asticella e avere ambizione. Matteo Berrettini è animato da questo spirito, in vista della prossima stagione. Il 2022 è stato decisamente amaro per l’azzurro sul fronte infortuni visto che il romano ha potuto giocare non come avrebbe voluto.
Tuttavia, i risultati sono stati considerevoli, tenendo conto di tutte le varie criticità: semifinali agli Australian Open e quarti di finale agli US Open; le vittorie nei tornei di Stoccarda e del Queen’s sull’erba. Indubbiamente, la positività al Covid poco prima di Wimbledon, è il rammarico più grande per Matteo che in quel momento stava esprimendo un grande tennis sul grass.
Ecco che, terminata la settimana dedicata all’esibizione in Arabia Saudita (Diriyah Tennis Cup), è tempo di fare il punto della situazione, ricordando che l’azzurro sarà al via dal 29 dicembre nella nuova competizione per nazioni (squadre miste), ovvero la United Cup in Australia. Sempre nella terra dei canguri, il massimo target saranno gli Australian Open (16-29 gennaio).
“Mi considero uno dei migliori tennisti quando sto bene fisicamente. Non sono giovane come Carlos Alcaraz, ma comunque so di poter tornare ai miei massimi livelli per poter vincere uno Slam. Nel recente passato non ci sono andato così lontano (Finale a Wimbledon nel 2021 ndr). Il primo obiettivo è quello di tornare in top-10 e sono convinto di avere la possibilità di lottare per il successo in un Major o anche in un Masters1000. E’ chiaro che tutto dipenderà dalla mia condizione fisica“, ha dichiarato l’azzurro nella conferenza stampa della Diriyah Tennis Cup.
A questo punto non resta che mettersi comodi e verificare nei fatti se Berrettini avrà davvero questa chance di riportare lo Slam in Italia, in campo maschile, citando il successo ormai molto datato di Adriano Panatta del 1976 al Roland Garros.
Foto: LaPresse