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Tennis, perché il 2023 sarà un anno importante per Jannik Sinner? Obiettivo Slam-ATP Finals

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Un anno importante. Jannik Sinner si è speso molto in queste ultime settimane, tra Montecarlo e Alicante, per lavorare in vista di una stagione molto impegnativa. Il 2022 è stato un anno molto particolare per l’altoatesino, condizionato da tanti infortuni e dal cambiamento di tecnico: dopo sette anni sotto la gestione di Riccardo Piatti, la decisione di mutare il corso degli eventi e di affidarsi a Simone Vagnozzi, oltre che a Darren Cahill da metà 2022 in avanti.

Un anno nel quale Jannik ha perso posizioni in classifica: dalla top-10 del 2021 alla top-15 attuale, con un solo sigillo sulla terra di Umago, primo in carriera del classe 2001 del Bel Paese in un torneo sul rosso, battendo in Finale il n.1 del mondo, Carlos Alcaraz.

Un rendimento privo di picchi notevoli che per questo, da una grande testata come l’Equipe, è stato valutato deludente, partendo dal presupposto che ci troviamo al cospetto di un giocatore che può eccellere. Un giudizio severo che dice però la verità in relazione alle aspettative che ci sono su Sinner, ma non altrettanto se si tiene conto di tutto quello che il 2022 ha dimostrato.

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Alla fine della fiera Jannik, rispetto al 2022, è andato più avanti negli Slam, raggiungendo a Melbourne, Londra e New York i quarti di finale e perdendo negli States e sull’erba londinese solo al quinto set contro colui che avrebbe vinto il torneo, ovvero Alcaraz nella Grande Mela (match point a disposizione) e Novak Djokovic nei Championships.

Un premio di consolazione? Niente affatto, ma solo una constatazione di una stagione in cui Sinner, nonostante i tanti acciacchi, ha avuto una buona continuità di rendimento, come confermato dalla speciale classifica dell’ATP che tiene conto del rapporto vittorie/sconfitte pari a 47 affermazioni e 16 ko (quinto posto nella graduatoria comandata da Djokovic con 42 vittorie e 7 sconfitte).

I problemi fisici, più che altro, hanno impedito a Sinner di completare l’opera e vengono in mente i casi dei quarti di finale del Masters1000 di Miami (ritiro per le vesciche) contro l’argentino Francisco Cerundolo, giocatore ostico ma alla portata, e degli ottavi del Roland Garros, dove avanti di un set (6-1) contro Andrey Rublev aveva fatto vedere un livello altissimo prima di alzare bandiera bianca per un problema al ginocchio.

E’ chiaro quindi che questo 2023 sarà fondamentale proprio per capire se l’azzurro riuscirà ad avere una continuità sotto il profilo atletico tale da centrare obiettivi ambiziosi. Un aspetto che si lega ai problemi al servizio, diventato migliore in termini di ace rispetto all’anno passato, ma più deficitario per doppi falli e percentuali in campo.

Ci ha lavorato Jannik nel corso di questo stop e vedremo già dal 2 gennaio, inizio del torneo di Adelaide, quale sarà la sua condizione in un ATP250 di lusso con ai nastri di partenza Djokovic, Felix Auger-Aliassime, Daniil Medvedev, Andrey Rublev e Holger Rune tra gli altri. Indubbiamente, un ritorno all’agonismo impegnativo di una stagione fondamentale in cui i target sono le ATP Finals e se possibile anche lo Slam.

Foto: LaPresse

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