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Volley, Fefè De Giorgi: “Kamil Rychlicki? Porte aperte, ma ora non è convocabile. In azzurro non serve solo il fisico”

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“Porte aperte a Casa Italia”. Rispolvera un vecchio slogan pubblicitario Fefè De Giorgi per lanciare il 2023 azzurro, quello del consolidamento, della voglia di conferma dopo un biennio di trionfi, prima in Europa e poi, fa ancora effetto dirlo, sul tetto del mondo.

Il Re Mida del volley azzurro è sospeso tra bilanci e programmi. La grande impresa mondiale è solo l’inizio della storia e De Giorgi, quella storia, l’ha già vissuta da giocatore, protagonista di un gruppo che di titoli iridati consecutivi ne ha portati a casa tre, senza però riuscire a sfatare il tabù olimpico. Visto che nella storia c’è già, eccome, il tecnico pugliese, per entrare nella leggenda ha bisogno di quell’oro che vale più di ogni alto e che nessun pallavolista italiano è riuscito a mettersi al collo. L’operazione Parigi è iniziata di fatto dall’Europeo del 2021: De Giorgi è stato chiamato per voltare pagina e lui aveva in mente tutto e aveva già capito che questo gruppo avrebbe potuto regalargli grandi soddisfazioni.Che ci fosse del buono in questi giocatori non ci voleva tanto a capirlo, molti di loro sono riusciti a trovare spazio ad altissimi livelli in campionato e dunque chiamarli in azzurro è stato naturale. La scelta del gruppo da portare in Polonia ha necessitato di lunghe riflessioni e alla fine ho scelto in base alle qualità, ma anche ai margini di miglioramento nel breve e i ragazzi hanno premiato queste mie scelte”.

La pallavolo italiana è tornata al vertice grazie ad un lavoro di equipe. “Quest’anno abbiamo vinto tutto, dal Mondiale agli Europei giovanili. C’è un lavoro organico dietro a questi trionfi, c’è grande competenza da parte di dirigenti e tecnici e i ragazzi vengono accompagnati nel loro percorso e quando escono dalle esperienze nelle Nazionali giovanili molti di loro sono pronti a spiccare il volo. È una caratteristica del nostro sport oggi e non è sempre stato così. I ragazzi riescono a trovare spazio nei campionati maggiori, magari si fanno le ossa nelle serie inferiori e poi salgono per tentare di essere protagonisti. A me piacerebbe veder giocare più italiani possibile, ma alla fine va bene che il posto se lo conquistino. La grazia ricevuta spesso ti fa mettere a sedere e invece se devi lottare sei spinto a dare il massimo e a migliorare, quindi di fatto non cambierei nulla nel sistema della Superlega. Gli italiani bravi lo spazio lo trovano”.

Squadra che vince non si cambia di solito ma potrebbe anche accadere il contrario in prospettiva. C’è qualche giovane molto interessante che sta facendo bene in questa stagione, ci sono alcuni giocatori esperti che potrebbero rientrare nel giro e c’è un opposto come Kamil Rychlicki, titolare nella squadra che sta dominando in lungo e in largo il campionato e che ha vinto Mondiale per Club e Supercoppa, che ha preso la nazionalità italiana.Le porte, lo ripeto, sono aperte per tutti – dichiara De Giorgi – non poniamo limiti alla provvidenza. Chi sarà italiano e convocabile sarà sotto osservazione. Rychlicki è un giocatore che conosco bene per averlo allenato, ha doti caratteriali che potrebbero sposarsi con quelle richieste per far parte del gruppo, ma non mi risulta che, a oggi, ma credo nemmeno per l’estate, sia ‘eleggibile’ per la maglia azzurra. Quando si potrà ragionare in questo senso faremo sicuramente delle valutazioni su un giocatore che ha grandi qualità. Ora mi concentrerei più sui giocatori che potranno esserci. Ci saranno sicuramente dei nuovi inserimenti perché c’è da giocare una Nations League, l’Universiade e poi l’Europeo e le qualificazioni olimpiche. Non si può certo pensare ad un gruppo ristretto”.

Fare l’identikit dei papabili in base alle caratteristiche snocciolare da De Giorgi è piuttosto complicato. “Chiameremo i giovani di prospettiva, che hanno dimostrato anche caratterialmente di avere qualità, non bastano i centimetri o i muscoli. Non è escluso che si possa pescare anche fra atleti meno giovani. Io ho chiuso la mia carriera con una partita in Nazionale a 41 anni, perché non lo possono fare anche altri? Se si è utili alla causa e si è funzionali al gruppo la carta d’identità può passare anche in secondo piano. In ogni caso ci sarà un gruppo di Under 21 che lavorerà parallelamente alla Nazionale maggiore e non saranno esclusi degli interscambi”. I nomi dei giovani potenziali innesti sono sulla bocca di tanti addetti ai lavori: Rinaldi, Bovolenta, Sanguinetti, tanto per buttarne lì qualcuno, ma De Giorgi non si sbilancia ed è giusto così.

Di sicuro il coach azzurro dovrà fare i conti con una situazione che è cambiata dopo il trionfo iridato. Il “fattore sorpresa” non potrà più essere sfruttato.Posso dire che questo fattore ci ha aiutato all’Europeo dello scorso anno. In pochi si aspettavano un exploit dell’Italia dopo i Giochi con un gruppo completamente nuovo e forse qualcuno ci ha sottovalutato, facilitandoci il cammino. Quest’anno non eravamo i favoriti, è vero, ma non eravamo nemmeno gli ultimi arrivati da campioni d’Europa in carica. Di sicuro il prossimo anno avremo tutti gli occhi puntati addosso e dovremo essere bravi a gestire questa situazione”.

Uno sguardo al campionato senza alcuna preoccupazione per una Perugia che rischia di fare da pigliatutto. “E perché dovei essere preoccupato? – conclude De Giorgi – A Perugia giocano diversi azzurri, così come nei top team italiani. È vero che gli umbri finora hanno dominato, ma da qui a maggio la strada è lunga e tutti ci proveranno a metterli in difficoltà. Non credo che nessuno alzerà bandiera bianca a priori e tutti si impegneranno alla grande fino alla fine. Anastasi sta facendo un grande lavoro e sta raccogliendo i frutti, ma attenzione soprattutto a Trento e Piacenza che possono creare qualche grattacapo a Perugia”.

Foto: Fivb

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