Tennis
Adriano Panatta: “Sinner verrà fuori alla lunga, ha il tennis per certi traguardi. Musetti sia più concreto”
Replicare un sogno. L’Italtennis, versione maschile, è rimasta a quel pomeriggio del 1976 quando a Parigi Adriano Panatta sconfisse lo statunitense Harold Solomon in quattro set con il punteggio di 6-1 6-4 4-6 7-6 nella Finale del Roland Garros. Un percorso entusiasmante quello di Panatta che lo vide vincitore nei quarti di finale nientepopodimeno che contro Björn Borg (6-3 6-3 2-6 7-6) e contro l’americano Eddie Dibbs (6-3 6-2 6-4) in semifinale.
Di acqua ne è passata sotto i ponti e ritroviamo Panatta nelle vesti di appassionato e di imprenditore del suo Adriano Panatta Racquet Club a Treviso. La voglia di scherzare è sempre la stessa al pari di quella di commentare, come ha fatto, le gesta del tennisti moderni sulla base del proprio punto di vista.
La domanda è secca: l’Italia potrà tornare a vincere uno Slam nel 2023? “Complicato prevedere quello che potrà accadere. Certo, andarsi a prendere il successo in un Major ora come ora è difficile, però credo che abbiamo i giocatori per poter centrare l’obiettivo. Berrettini e Sinner hanno queste possibilità e soprattutto Matteo a Wimbledon, nel 2021, ha dimostrato di essere uno dei migliori. Per me è lui quello che ha più chance di vincere un Major in tempi brevi“.
Adriano punta forte su Matteo, ma la riflessione su Sinner chiarisce: “A lungo termine, però, Sinner credo verrà fuori. È giovane, si sta formando e ha avuto quest’anno tanti intoppi. Deve lavorare molto sul fisico perché, effettivamente, lo vedo un po’ indietro rispetto ai suoi rivali più accreditati, però ha il tennis per raggiungere certi traguardi. Intendiamoci, comunque, vincere Slam ed essere numero uno è difficile per tutti“.
Incalziamo Panatta su una questione di gusto, visto che sono note le sue preferenze per Lorenzo Musetti, l’italiano n.3 in classifica: “Sì, lui mi piace di più per come gioca, il suo tennis è più vicino ai miei canoni. Solo che, secondo me, Musetti ci si specchia un po’ troppo in quello che fa e finisce per smarrirsi. Se vuol vincere davvero deve essere più concreto, altrimenti è dura. Gioca però davvero bene“.
Tennis in cerca di nuovi padroni, ma alla fine la sensazione è sempre quella di un Novak Djokovic riferimento assoluto: “Guardando oltre i numeri che premiano Carlos Alcaraz, a me sembra chiaro che Djokovic sia il più forte attualmente: è continuo, sbaglia poco e vince. Del resto ha vinto Wimbledon e il Master di fine anno, non robetta, giocando poco per sue scelte, diciamo così…“.
Ultimo tema da sviluppare la Coppa Davis e qui il giudizio è chiaro: “Non me la chiamare Coppa Davis, quella è un’altra cosa…Precisato questo, l’Italia ha tutto per vincere e singolaristi giovani che possono ancora crescere. A Malaga le scelte di Filippo Volandri mi hanno sorpreso e non pensavo di vedere Matteo Berrettini in campo. Comunque, è una bella squadra che potrà imporsi in futuro“.
Foto: Olycom LaPresse