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Australian Open 2023, Daniil Medvedev: “Ottimo esordio, ora attenzione a Millman. Sul pubblico australiano…”
Daniil Medvedev ha vissuto un esordio davvero comodo agli Australian Open 2023. Il tennista russo, infatti, si è sbarazzato dello statunitense Marcos Giron con il punteggio davvero laconico di 60 61 62 in appena un’ora e 37 minuti di gioco. Quasi un match di allenamento. Sicuramente per il vincitore dello US Open 2021 è stato più complicato gestire i “fantasmi” della clamorosa finale persona dodici mesi fa contro Rafa Nadal e, non ultimo, il rapporto complicato con il pubblico di Melbourne.
Ancora una volta, infatti, gli spettatori della Rod Laver Arena non hanno nascosto una evidente mancanza di simpatia per l’ex numero 1 del mondo, come era già accaduto un anno fa, quando esplosero fischi e manifestazioni di disapprovazione evidenti. Il ventiseienne moscovita sembra davvero non aver dimenticato quanto avvenuto nell’edizione scorsa, e oggi lo ha voluto rimarcare nel corso della conferenza stampa post-gara. Ha iniziato, però, da quanto avvenuto in campo.
“Ho giocato dei match folli nel 2022 in Australia: contro Nick Kyrgios, Felix Auger-Aliassime e, ovviamente, Rafael Nadal. Ho grandi ricordi, ma voglio viverne migliori quest’anno. Sono felice della mia partita. Marcos è un avversario duro e batterlo con questo punteggio nel primo turno di uno Slam è grandioso. Sono felice del mio livello e non vedo l’ora di giocare la prossima partita”. (Fonte: TennisWorldItalia).
Il prossimo avversario di Daniil Medvedev sarà il padrone di casa John Millman, un giocatore spesso da prendere con le molle: “Nei cinque o sei anni in cui ho giocato nel circuito maggiore, non ho mai avuto modo di trovarmi contro di lui. È un grande giocatore, soprattutto quando compete in Australia. Ha sconfitto Roger Federer agli US Open, quando lo svizzero era al top. Quindi è capace di proporre un grande tennis. Dovrò esprimere il mio miglior livello”.
Sarà una nuova occasione per ulteriori screzi con il pubblico di casa? Il suo commento di qualche mese fa: “Quelli che mi hanno fischiato mentre servivo hanno un basso quoziente d’intelligenza. Sono deluso dal comportamento irrispettoso del pubblico. Mi sento di dire che non so se giocherò dopo i 30 anni. Ci sono momenti nel corso della mia carriera in cui penso che il bambino presente dentro di me abbia smesso di sognare; oggi è uno di quei giorni. Non ho mai sentito un grande sostengo nei miei confronti, soprattutto in queste grandi partite” .
Foto: LaPresse