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Australian Open 2023: Djokovic sfida de Minaur per i quarti, c’è Rublev-Rune. Garcia e Sabalenka per farsi strada tra le donne

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Secondo lunedì in arrivo agli Australian Open: si completano gli ottavi di finale con la parte bassa dei tabelloni maschile e femminile. Si tratta di due zone di tabellone che hanno subito notevoli sconvolgimenti, ma anche di una giornata nella quale si può molto tranquillamente discutere delle scelte di programmazione da parte di Tennis Australia per l’ordine di gioco.

Ma andiamo con ordine: il clou, e non potrebbe essere altrimenti, è la sfida che vede di fronte l’ultimo dei padroni di casa, Alex de Minaur, e Novak Djokovic. Il serbo ha faticato un po’ più del dovuto finora, in parte per aver ceduto un set al francese Enzo Couacaud e in parte perché la gamba sinistra, fino ad ora, l’ha tormentato in maniera piuttosto rilevante. Nonostante l’aussie sia già da almeno 4 anni a pieno titolo nel circuito, non c’è ancora stata occasione per i due di confrontarsi. Accadrà proprio sulla Rod Laver Arena, nello Slam per antonomasia del nove volte vincitore a Melbourne. Va comunque rimarcato come de Minaur sia uscito sostanzialmente indenne da tre potenziali trappole: l’americano John Isner e i francesi Adrian Mannarino e Benjamin Bonzi, ognuno per le proprie ragioni.

Nella stessa zona di tabellone c’è il confronto tra Andrey Rublev e Holger Rune, la più alta combinazione di teste di serie rimasta (5 il russo, 9 il danese). Proprio Rublev è stato uno dei giocatori battuti da Rune nel suo percorso verso la vittoria al Masters 1000 di Parigi-Bercy, anche se uno Slam è storia diversa. Per qualità del loro tennis, nonché degli avversari già battuti, questo si preannuncia come l’ottavo più equilibrato e, in generale, insieme a quello tra Sinner e Tsitsipas di poche ore fa il più anticipato e che desta maggiore curiosità per l’esito.

Australian Open 2023, Jannik Sinner sogna la rimonta, poi cede a Tsitsipas in 5 set dopo 4 ore di lotta

Chi sogna legittimamente in grande è lo spagnolo Roberto Bautista Agut, che si trova davanti la strada per poter fare anche meglio del 2019, quando raggiunse i quarti di finale e dovette cedere al già citato Tsitsipas. Per l’iberico la strada passa dall’americano Tommy Paul, con cui ha una particolare storia di precedenti: tre li ha vinti tutti per 6-3 6-4, ma l’ultimo l’ha perso per 6-4 6-4 a Bercy. E, com’è noto, Paul ha delle settimane (e dei momenti) in cui è in grado di dare ampio fastidio anche ai migliori.

La storia più incredibile di questo Slam la sta però scrivendo Ben Shelton. Non era mai uscito dagli Stati Uniti prima di quest’anno, è giunto in Australia e, alla prima occasione, è già alla seconda settimana. A vent’anni può sognare davvero, ma la grande occasione è tale anche per J. J. Wolf, che non aveva mai disputato un tabellone principale extra US Open nei quattro tornei maggiori e, stavolta, si ritrova a potersi giocare l’approdo in un quarto di finale. Verosimile parecchia tensione (anche di gioventù per entrambi), dato che sanno entrambi cosa c’è in palio. Sarà la loro prima volta contro.

Problemi di calendarizzazione, si diceva. Prima di procedere con i match ritenuti più importanti del tabellone femminile, viene da chiedersi una cosa molto semplice, e cioè la ragione per cui una ex numero 1 del mondo, in un ottavo Slam, sia spedita sul quarto campo per importanza. Succede a Karolina Pliskova, con la ceca che deve sfidare la cinese Shuai Zhang per riprendersi un palcoscenico abituale negli anni tra il 2017 e il 2019. Le due non si affrontano dal 2018, ma i precedenti parlano chiaro: 7-0, sebbene solo uno di essi sia stato netto.

Il suo spot di quarti è lo stesso di Caroline Garcia; per la francese c’è l’ostacolo rappresentato dalla polacca Magda Linette, che mai era arrivata tanto avanti. Una sorta di seconda giovinezza sportiva, la sua, che si scontra con le ambizioni della transalpina, che ora sono forse anche cambiate vista l’uscita di scena di Iga Swiatek. L’unico precedente risale a sei anni fa e lo vinse Garcia in casa, a Strasburgo.

Nella parte bassa hanno finora confermato le attese tanto la bielorussa Aryna Sabalenka quanto la svizzera Belinda Bencic, che da quattro anni e mezzo non si incrociavano su un campo. Lo faranno aprendo la sessione diurna sulla Rod Laver Arena. Percorso più complesso per l’elvetica, che ha sconfitto l’americana Claire Liu e Camila Giorgi dovendo allungare un paio di set, mentre la sua avversaria ha finora concesso soltanto 14 giochi nel corso del torneo. Questo incontro chiarirà se è tornata quella che minacciava la leadership mondiale di Ashleigh Barty finché l’australiana si è vista sui campi.

Per una promessa mai pienamente realizzata ce n’è un’altra che vuole emergere con forza: questo il tema del confronto tra la croata Donna Vekic e la classe 2005 ceca Linda Fruhvirtova. Quest’ultima ha saputo sfruttare tutte le occasioni che le si sono parate davanti agli occhi, impedendo fra l’altro alla connazionale Marketa Vondrousova di operare quella che sarebbe stata a tutti gli effetti una rinascita. Tabellone facilitato in parte anche per Vekic, ma con una variante, perché in molti davano la russa Liudmila Samsonova come una delle possibili sorprese. Invece è arrivato il 6-3 6-0. E potrebbe arrivare il primo quarto Slam dagli US Open 2019.

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Foto: LaPresse

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