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Australian Open 2023, il tabellone di Camila Giorgi. Ostacoli difficili, ma le vere favorite sono quasi tutte nella parte alta

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Camila Giorgi

Rimane una sola giocatrice fuori dal novero delle teste di serie nel settimo ottavo del tabellone femminile degli Australian Open 2023. Si tratta di Camila Giorgi, che con la vittoria sulla slovacca Anna Karolina Schmiedlova ha completato la difesa dei punti già in proprio possesso e derivanti dal terzo turno raggiunto un anno fa, quando uscì con l’ormai ritirata dal tennis Ashleigh Barty. Soltanto gli spot della greca Maria Sakkari e della numero 1 del mondo, la polacca Iga Swiatek, possono dire di avere tre giocatrici comprese nel seeding giunte a giocarsi un posto agli ottavi.

Restando in zona Giorgi, l’avversaria più prossima è la svizzera Belinda Bencic, vincitrice un anno e mezzo fa dell’oro olimpico, nonché numero 10 del mondo e, con i propri 25 anni, già dotata di esperienza di lungo corso sul circuito WTA, visto che il primo quarto di finale Slam l’ha raggiunto a New York (US Open) nel 2014, quando di primavere ne aveva 17. A Melbourne, però, non è mai stata particolarmente fortunata: un solo ottavo nel 2016, corrisposto anche all’ultima vittoria di Maria Sharapova prima della lunga sospensione della russa per positività al meldonium.

Tra le due il conto dei precedenti dice 2-3 per l’elvetica, comprendendo anche una vittoria per ritiro di Giorgi a Wuhan nel 2015. Proprio in quell’anno arrivò l’altro successo, a ‘s-Hertogenbosch: fu il primo titolo in carriera dell’italiana, conquistato per 7-5 6-3. Fino ad ora chi ha vinto lo ha sempre fatto in due set, e l’ultimo confronto risale ormai a quattro anni fa, in uno Svizzera-Italia di Fed Cup che vide la marchigiana perdere per 6-2 6-4.

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Qualora la numero 12 del seeding fosse estromessa dal torneo, ci sarebbe una tra la bielorussa Aryna Sabalenka e la belga Elise Mertens agli ottavi. Con la numero 5 del seeding l’italiana ha un bilancio positivo, un 2-1 che è diventato tale con la vittoria al terzo turno del Roland Garros dello scorso anno (4-6 6-1 6-0), anche se è vero che, rispetto ad allora, la bielorussa ha riguadagnato in costanza. Con la numero 26, invece, 2-2. Curiosamente punteggi molto simili: 6-4 6-3 e 6-4 6-2 Mertens nei quarti di Osaka 2019 e negli ottavi di Praga 2020, 6-3 7-5 in entrambe le occasioni favorevoli all’azzurra, il primo turno di Montreal 2021 (WTA 1000 poi vinto da Giorgi) e il secondo di Toronto 2022.

In una situazione di eventuali quarti di finale, la zona più bassa del tabellone si dimostra sorprendentemente ricca di varietà: promesse del futuro, nomi storici in cerca di riscatto e sorprese assolute. Andando in senso inverso rispetto a questo ordine, con la spagnola Nuria Parrizas Diaz non ci sono precedenti, con la croata Donna Vekic (veterana del circuito nonostante i 26 anni) nessuna vittorie e un solo set vinto tra Birmingham 2013 e 2021 e Miami 2018, e ovviamente ancora nessun confronto con la classe 2005 ceca Linda Fruhvirtova, che assieme alla sorella Brenda è da molti indicata come uno dei volti del futuro del tennis femminile.

E poi c’è l’inattesa, quella che ritorna in auge dopo che la finale al Roland Garros 2019 era parsa a tutti, se non un caso, qualcosa di simile. La ceca Marketa Vondrousova ha chiuso in ampio anticipo i sogni della tunisina Ons Jabeur, dando all’ultimo ottavo un sapore tutto particolare. Anche qui nessun precedente con Giorgi, ma rimane evidente come le prospettive, per qualunque giocatrice arrivi ai quarti da quel settore di tabellone, cambiano molto.

Un’eventuale semifinale, però, vede un solo nome svettare sopra tutti gli altri: è quello della francese Caroline Garcia, la cui forma successiva alle WTA Finals vinte non pare in alcun modo svanita. Suona, anzi, come l’unica avversaria di Swiatek, Pegula, Gauff e in certa misura Sakkari (perché anche la greca non è apparsa al massimo). E, per quanto abbia perso da Bencic in tre set ad Adelaide, rimane colei che più di tutte può impensierire chiunque arriverà all’ultimo atto dalla parte alta. Al netto dell’1-3 dei precedenti a favore della transalpina nei confronti della marchigiana, questo è un capitolo che potrà essere affrontato soltanto nel caso in cui le premesse reali di penultimo atto arrivino. E, fino ad allora, di ulteriore strada da fare ce n’è ancora parecchia.

Foto: LaPresse

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