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Australian Open 2023, Jannik Sinner debutta contro Kyle Edmund. Subito un test per il fisico, c’è un precedente recente

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Per Jannik Sinner il capitolo Australian Open ha diverse sfaccettature, ora che si avvicina la sua quarta partecipazione. Melbourne, infatti, lo ha visto esordire nel 2020 fermandosi al secondo turno (l’ungherese Marton Fucsovics arrivò poi agli ottavi contro Roger Federer), mentre è del 2021 la sconfitta (venuta in situazione particolare) con il canadese Denis Shapovalov all’esordio. Lo scorso anno, invece, quarti di finale, solo che la versione di Stefanos Tsitsipas trovata fu una delle più impressionanti dell’anno del greco, il quale, quel giorno, non avrebbe perso neanche con un congegno robotico.

Questa volta, l’altoatesino si trova di fronte Kyle Edmund. Il britannico viene da una situazione del tutto particolare: fuori dal circuito per un anno e mezzo causa guai al ginocchio sinistro, è rientrato soltanto nella stagione su erba 2022. Ha però raccolto pochissimo, e neanche il 2023 gli ha dato grandi segnali, con due sconfitte negli altrettanti tornei di Adelaide organizzati prima di Melbourne.

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Una di queste è arrivata proprio contro Sinner, ad Adelaide 1: un 6-3 6-2 netto e incontrovertibile, quasi a voler rimarcare l’attuale differenza tra i due giocatori. Jannik, poi, si è infortunato contro l’americano Sebastian Korda ai quarti, ma il problema si è rivelato di lieve entità: in sostanza, la forma per il primo Slam dell’anno c’è. E la testimonianza appare pronta per fare il proprio ingresso in campo assieme al diretto interessato all’una di notte italiana sulla John Cain Arena (che dal 2020 si chiama così per onorare l’ex premier dello Stato della Victoria, che ebbe un ruolo fondamentale per mantenere in vita gli Australian Open negli Anni ’80). Il tabellone non è di quelli facili, e nei fatti anche Edmund come sorteggio, sebbene in versione attualmente depotenziata, ha un che di intrigante.

Il londinese, del resto, qui ha colto il più bel risultato in carriera, la semifinale del 2018, anno in cui non era testa di serie, ne batté due (tra cui il bulgaro Grigor Dimitrov allora numero 3 del mondo) e fermò Andreas Seppi nella sua mai riuscita rincorsa a quel quarto Slam che avrebbe senz’altro meritato. Dalla sconfitta nel penultimo atto con il croato Marin Cilic, però, Edmund non è mai più tornato nemmeno lontanamente vicino a quei livelli. In sostanza, infortuni a parte, una specie di one-off. Quello che non è Sinner, ormai continuo nel raggiungere spesso le parti conclusive di uno Slam, leggere alla voce quarti. Adesso, però, l’obiettivo è il passo in più. Vale a dire i migliori quattro. E una serie di test buoni, non troppo facili, ma neanche così difficili, gli può essere realmente utile.

Foto: LaPresse

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