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Australian Open 2023: Jannik Sinner ha superato la trappola Fucsovics ed è entrato per davvero nel torneo. Ora il tabù Tsitsipas
Lo attendevano tutti ed è arrivato: l’ottavo di finale che sa di rivincita tra Jannik Sinner e Stefanos Tsitsipas. Per come sono andate le cose nella parte alta del tabellone, peraltro, questo è anche il confronto più nobile nei migliori 16 in questa zona, e lo è tra i due giocatori che hanno forse mostrato le migliori cose all’interno del torneo, se si va a guardare il complesso dei loro match.
L’altoatesino è stato bravo a disinnescare, in stile diesel, l’ungherese Marton Fucsovics, che si è sfogato nei primi due set e, poi, semplicemente è rimasto senza benzina nel momento in cui avrebbe potuto tentare di chiudere. Sinner di tempo non gliene ha praticamente lasciato, riducendo anche il break di vantaggio del quarto parziale a un suo personale assolo da 12 giochi di fila, con parecchie bordate delle sue. In breve, Jannik c’è eccome e l’ha fatto vedere.
Il greco, dal canto suo, insieme al giapponese Yoshihito Nishioka, al bulgaro Grigor Dimitrov e al danese Holger Rune (questi ultimi due hanno però un match in meno sulle gambe) è l’unico a non aver ancora perso un set tra coloro che sono ancora in gara. In due parziali ha dovuto faticare, arrivando al tie-break con il francese Quentin Halys all’esordio e con l’olandese Tallon Griekspoor al terzo turno, ma fino ad ora ha mostrato di essere in buona condizione.
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La storia dei precedenti tra i due è, per certa misura, anche quella di momenti particolari all’interno delle loro carriere. A Roma 2019 Tsitsipas era già nell’alveo dei migliori, mentre Sinner stava effettuando la prodigiosa scalata che lo avrebbe portato dentro i 100 partendo oltre il 700° posto. Era il 2° turno e l’ellenico di problemi ne ebbe pochi: 6-3 6-2. Diversa la storia, ancora al Foro Italico, ma senza pubblico, nel 2020: Jannik, in una partita dalle parecchie emozioni, si prese la rivincita in formato 6-1 6-7(9) 6-2, prima di uscire agli ottavi con Dimitrov.
Nel 2021, in semifinale a Barcellona, ancora sul rosso, il greco fece valere una grandissima condizione e vinse 6-3 6-3, avviandosi poi verso uno degli incontri più spettacolari dell’intero anno, tre ore e mezza di lotta che non gli bastarono a battere Rafael Nadal nel suo storico feudo.
Il 2022, invece, è storia nota. Tsitsipas, nel quarto di Melbourne contro Sinner, sfoderò forse la prestazione più bella dell’intera stagione, sommergendo l’avversario di vincenti e con un perentorio 6-3 6-4 6-2. Dopo quell’incontro l’altoatesino si separò da Riccardo Piatti, iniziando il cammino attuale. Tra i due ancora un confronto, quello di Roma 2022, di fatto rivelatosi tale fino al tie-break del primo set, quando l’anca del classe 2001 decise di salutare il Centrale prima ancora del 7-6(5) 6-2 conclusivo.
Per i due è molto facile si aprano le porte della Rod Laver Arena, e non è difficile indovinare che si sceglierà la sessione serale. Uno scenario, questo, già vissuto da Tsitsipas per due volte nel corso del torneo, mentre Sinner è stato “confinato” per tre volte consecutive alle 11 della mattina australiana. Si tratta, chiaramente, di un approccio del tutto diverso al match, ma ormai sono tutti e due ben più che abituati a questi cambiamenti piuttosto repentini di collocazione, tanto più che, con il giorno di riposo in mezzo, il problema è sì rilevante, ma non di così grande importanza tra i tanti presenti.
Le motivazioni di colui che, da lunedì 30, tornerà numero 1 d’Italia sono particolarmente alte: l’obiettivo l’ha dichiarato all’inizio del torneo, e cioè arrivare fino in fondo. La convinzione c’è, e tutto considerato un Sinner partito, se non a fari spenti, decisamente più nell’ombra di altri, può rivelarsi improvvisamente una luce che risplende su Melbourne. Si tratta, in fondo, di trovare lo step successivo alla costanza (nonostante tutti i guai di infortuni) del 2022: l’arrivare lontano negli Slam.
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Foto: LaPresse