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Australian Open, Tommy Paul riporta gli Stati Uniti in semifinale. Il volto inatteso del rilancio a stelle e strisce

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Era il quarto di finale meno pronosticabile, quello tra Tommy Paul e Ben Shelton. Un duello tutto a tinte statunitensi per l’accesso alla semifinale dell’Australian Open 2023 vinto dal primo, che a venticinque anni si regala il primo grande acuto della sua carriera. E oltretutto, si toglie anche una soddisfazione mica da ridere, riportando la bandiera a stelle e strisce tra i migliori quattro del torneo oceanico.

Sì perché l’America non vedeva un proprio rappresentante in semifinale in Australia (nel torneo maschile) da ben quattordici anni. L’ultima volta in cui accadde fu nel lontano 2009, con Andy Roddick come protagonista. Pochi patemi fino agli ottavi di finale con Bjorn Rehnquust, Xavier Malisse, Fabrice Santoro e Tommy Robredo, ai quarti superò proprio il prossimo avversario di Paul, Novak Djokovic, prima di capitolare con Roger Federer.

Un altro indizio, l’ennesimo, che lascia capire in quale stato si trovasse il tennis stars and stripes dopo anni in cui i giocatori migliori sembravano fiorire soltanto nelle loro case. Se Andy Roddick era riuscito in qualche modo a tenere alto il nome della sua Nazione dopo i fasti vissuti con le sfide tra Pete Sampras ed Andre Agassi, c’è stato un periodo di vuoto.

Che però potrebbe essere colmato da questa nuova generazione. Nello Slam di casa il primo a battere un colpo è stato Frances Tiafoe con la semifinale, mentre nell’Australian Open c’è stato un momento in cui dovunque ti giravi vedevi un americano in campo. Ben otto hanno conquistato l’accesso al terzo turno, e uno di loro è in semifinale. Forse il volto meno atteso, ma potrà pur sempre fare da apripista.

Questo risultato è infatti il premio del duro lavoro fatto dal venticinquenne nato in New Jersey nel corso degli anni. Un cosiddetto ‘onesto mestierante’, che grazie ad un tabellone favorevole e dei giorni in cui il suo tennis viaggiava ottimamente, si è ritrovato in una semifinale Slam. Che sia l’unica o la prima tra le tante, non importa: lui il suo mattone, e bello grande, nella ricostruzione del tennis americano lo ha messo.

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Foto: LaPresse

 

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