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Biathlon
Biathlon. Anterselva certifica l’Italia del “Tridente”, in attesa del ‘Tuono’ e del ‘Cigno’
L’Italia del biathlon ha affrontato la tappa di casa di Anterselva adombrata dal “caso Sanfilippo”, deflagrato prepotentemente alla vigilia dell’appuntamento altoatesino. Cionondimeno Dorothea Wierer, la più grande amica di Federica, ha mostrato i muscoli facendo seguire i fatti alle parole postate sui social network. Il successo nella sprint è una prova di classe e forza con pochi precedenti nell’arco della sua carriera.
L’ITALIA DEL TRIDENTE
Anche l’altra stella del movimento femminile azzurro ha brillato. Lisa Vittozzi ha rimontato prepotentemente nell’inseguimento, issandosi alla piazza d’onore. Si può, inoltre, parlare a ragion veduta di “Missione compiuta” per Tommaso Giacomel, confermatosi nel gotha del biathlon maschile e capace di attestarsi nelle prime quindici posizioni della classifica generale di Coppa del Mondo al termine della tappa, viatico grazie al quale già oggi è certo di partecipare alla mass start dei Mondiali.
La trentaduenne sudtirolese e la quasi ventottenne sappadina, così come tutta la squadra maschile, saranno oggetto di articoli monografici nei prossimi giorni. Sarebbe, dunque, ridondante affrontare argomenti destinati a essere approfonditi, anche perché quanto visto ad Antholz ricade nella casistica del “Im Westen nichts Neues”, cioè del “niente di nuovo sul fronte occidentale”. Tuttavia va sottolineato come l’Italia del biathlon possa contare su un tridente, grazie al quale possono arrivare risultati di grido in ambedue i sessi. Vanno, in ogni caso, approfonditi un paio di temi relativi a entrambi i settori.
DONNE, NON È SOLO “WIERETTOZZI”
Il bilancio delle seconde linee femminili è positivo. A Samuela Comola è mancato il proverbiale centesimo per fare l’euro, confermando come grazie alla gara perfetta possa finanche bussare alle porte della top-ten, se non addirittura entrarvi. Serve l’assoluta precisione al poligono e, magari, un aiuto da parte della sorte. Si percepisce qualche lampo dalla ventiquattrenne valdostana, arriverà anche il tuono se il vento sarà propizio.
Giungono rassicurazioni da parte di Rebecca Passler, in grado di produrre nuovi segnali di ripresa dopo un periodo sofferto. Manca la continuità, ma quella è figlia di una stabilità al poligono che non è mai stata la specialità della casa. Per adesso va bene così, soprattutto se si risponde “Presente!” in ottica staffetta. Hanna Auchentaller può archiviare con soddisfazione i primi punti della carriera, che certificano il suo status di #5 del movimento dopo il burrascoso addio indotto di Sanfilippo.
ZENI, DA ‘BRUTTO ANATROCCOLO’ A CIGNO?
Il tema più forte dell’ambito maschile è l’esordio assoluto di Elia Zeni, capace di galleggiare attorno al 50° posto, flirtando però con la zona punti e, soprattutto, assorbendo in maniera egregia l’impatto con il livello mostruoso della Coppa del Mondo.
Il trentino potrebbe reincarnare la classica favola del “brutto anatroccolo”. È cresciuto piano piano nel corso del tempo, con umiltà, e soprattutto senza forzare i tempi. È ancora giovane (compirà 22 anni a giugno) e non si è spremuto eccessivamente in ambito giovanile, prendendosi il giusto tempo per formarsi. Ancora non è chiaro dove potrà arrivare, ma di certo ci sono margini di miglioramento ancora tutti da esplorare.
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Foto: La Presse