Biathlon
Biathlon, Coppa del Mondo Ruhpolding 2023. Italia quinta forza storica in campo maschile
Gennaio è storicamente il mese delle due “Classiche Monumento” della Coppa del Mondo di biathlon. La prima è rappresentata da Ruhpolding, località tedesca che peraltro il 13 gennaio 1978 tenne a battesimo il massimo circuito. Prima della pandemia il borgo bavarese era solito attirare folle oceaniche provenienti da ogni dove. Era infatti la tappa con la maggior affluenza di pubblico in assoluto, vuoi per il suo blasone, vuoi per la sua collocazione geografica strategica al centro dell’Europa.
In campo maschile Ruapading, questo il nome originale nel dialetto della Baviera, ha ospitato 92 gare individuali di primo livello (23 venti km, 41 sprint, 17 inseguimenti, 11 mass start), di cui dieci con valore iridato, diluite in quattro diverse edizioni dei Mondiali (1979, 1985, 1996, 2012). Si pensi che nella storia della Coppa del Mondo, il comune del Chiemgau è mancato dal calendario solo tre volte, l’ultima delle quali nel 2020-21 a causa della razionalizzazione degli spostamenti decisa per ridurre al minimo i rischi di contagio da Covid-19.
Su queste nevi si sono imposti complessivamente quarantadue atleti. Fra di essi, il più vincente in assoluto è il francese Martin Fourcade capace di raccogliere ben 12 successi (ai tre ori iridati del 2012, hanno fatto seguito due affermazioni nel 2013, due nel 2016, due nel 2017, una nel 2018 e due nel 2020).
Sono invece solo quattro gli uomini in attività ad aver già primeggiato. Il norvegese Johannes Bø ha trionfato 5 volte (2015, 2016, 2018, doppietta nel 2019). Il transalpino Quentin Fillon Maillet ha festeggiato in 2 occasioni (entrambe nel 2022), mentre chiudono la fila lo sloveno Jakov Fak (oro iridato 2012) e l’austriaco Simon Eder (2016).
Guardando invece ai podi, al lordo degli embarghi, sono dodici i biathleti tuttora in azione ad aver già fatto il proprio ingresso nella top-three in quel di Ruhpolding. Anche questa graduatoria è capitanata da Johannes Bø, seppur in coabitazione con Fillon Maillet.
6 (5-0-1) – BØ Johannes Thingnes [NOR]
6 (2-3-1) – FILLON MAILLET Quentin [FRA]
3 (1-1-1) – EDER Simon [AUT]
3 (0-2-1) – BØ Tarjei [NOR]
3 (0-1-2) – DOLL Benedikt [GER]
2 (1-1-0) – FAK Jakov [SLO]
2 (0-0-2) – GARANICHEV Evgeniy [RUS]
2 (0-0-2) – SMOLSKI Anton [BLR]
1 (0-1-0) – LOGINOV Alexander [RUS]
1 (0-0-1) – KRCMAR Michal [CZE]
1 (0-0-1) – GUIGONNAT Antonin [FRA]
1 (0-0-1) – CHRISTIANSEN Vetle Sjåstad [NOR]
Ragionando invece per nazione, si evince come a Ruhpolding la Norvegia e la Germania abbiano ingaggiato nel corso del tempo un’autentica lotta fra titane. Incredibile constatare come attualmente vi sia parità assoluta in tema di podi! Tuttavia si notano diversi particolari da approfondire, sviscerati dopo la tabella sottostante.
70 (28-21-21) – NORVEGIA
70 (26-20-24) – GERMANIA [All-Inclusive]
45 (21-15-9) – FRANCIA
23 (2-10-11) – RUSSIA
14 (7-4-3) – URSS + CSI
13 (3-4-6) – ITALIA
10 (1-5-4) – AUSTRIA
10 (0-5-5) – REP.CECA [All-Inclusive]
8 (2-2-4) – BIELORUSSIA
7 (1-3-3) – SVEZIA
3 (0-2-1) – FINLANDIA
2 (1-1-0) – SLOVENIA
1 (0-0-1) – USA
In primis è interessante notare come i biathleti russi non riescano a vincere a Ruhpolding addirittura dal lontano 1996! In secondo luogo è curioso osservare come i cechi abbiano raccolto ben dieci podi, senza tuttavia mai riuscire a primeggiare.
ITALIA QUINTA FORZA
Infine, è un dato di fatto come da queste parti l’Italia – forte di ben 13 top-three raccolti con sette differenti atleti – sia indiscutibilmente la quinta forza in campo, ovverosia la migliore nazione alle spalle delle quattro superpotenze storiche.
Il primatista azzurro è Andreas Zingerle, che ha raccolto quattro podi, tutti nel format dell’individuale. In ordine cronologico, ha concluso 2° nel 1988, 2° nel 1991, 1° nel 1992 e 3° nel 1994.
Seguono a quota due Pier Alberto Carrara (entrambi nel 1991, 1° nell’individuale e 2° nella sprint), Patrick Favre (1° nella sprint del 1994, 3° in quella del 1995) e Johann Passler (bronzo iridato nel 1985 e 2° nell’individuale del 1988).
Infine a uno troviamo Luigi Weiss (bronzo nella sprint dei Mondiali 1979), Renè Cattarinussi (bronzo nella sprint iridata 1996) e René Laurent Vuillermoz (3° nella sprint del 2005).
Sono ormai passati 18 anni, ma il risultato del quarantacinquenne valdostano rappresenta ancora oggi l’ultimo top-three italiano a Ruhpolding.
Infatti la tendenza storica non è confermata dagli uomini in attività, per i quali il bilancio è decisamente più scarno. Lukas Hofer ha a referto solo due ingressi nella top-ten, con il 6° posto nella sprint del 2019 come picco. Didier Bionaz ha fatto capolino in zona punti grazie al 38° posto nella sprint del 2022, mentre nessun altro azzurro si è classificato tra i primi 40.
STAFFETTE
Come spesso accade, a Ruhpolding sono in programma anche delle staffette. Alla luce della lunghissima tradizione dell’impianto, non sorprende come in campo maschile se ne siano sinora disputate ben 38.
Questa la graduatoria dei successi:
13 – NORVEGIA (compreso l’oro iridato 2012)
5 – GERMANIA UNITA
5 – GERMANIA EST (compreso l’oro iridato 1979)
4 – FRANCIA
3 – URSS (compreso l’oro iridato 1985)
3 – RUSSIA (compreso l’oro iridato 1996)
2 – GERMANIA OVEST
1 – AUSTRIA
1 – BIELORUSSIA
1 – ITALIA
Il successo italiano è molto datato, essendo arrivato il 19 gennaio 1992. Quel giorno si imposero Pier Alberto Carrara, Johann Passler, Edmund Zitturi e Andreas Zingerle.
Il movimento azzurro ha inoltre raccolto altri tre podi.
Il 20 gennaio 1980 Arduino Tiraboschi, Adriano Darioli, Celestino Midali e Luigi Weiss conclusero terzi.
Quindi il 16 gennaio 1994 Patrick Favre, Johann Passler, Pier Alberto Carrara e Hubert Leitgeb si piazzarono secondi.
La stessa posizione fu occupata il 29 gennaio 1995 da Renè Cattarinussi, Wilfried Pallhuber, Patrick Favre e Pier Alberto Carrara.
Foto: LiveMedia/Florian Frison/DPPI