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Biathlon, Lisa Vittozzi è una ‘macchina da zero’ in staffetta. Si prenderà il record assoluto?

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C’è una caratteristica che Lisa Vittozzi non ha mai perso, neppure nei momenti più bui dell’ultimo triennio. La sua capacità di trovare lo “zero” in staffetta, ovvero di chiudere la propria frazione senza ricorrere ad alcuna ricarica. Difatti, uno dei più grandi misteri legati al rendimento della sappadina era rappresentato dalla dinamica di passare da clamorose debacle nelle gare individuali a performance perfette nelle competizioni a squadre nell’arco di 24 ore!

Al riguardo, va sottolineato come domenica 22 gennaio, Vittozzi in staffetta abbia coperto tutti i bersagli utilizzando esclusivamente i caricatori per la 15ma volta in carriera. Si tratta di un traguardo importante, poiché le ha consentito di appaiare Andrea Henkel e Mona Brorsson al terzo posto in questa speciale graduatoria delle “cecchine”. C’è però un dato emblematico. La tedesca ha raggiunto le 15 prove a squadre senza errori nell’arco di quattordici inverni, l’azzurra in poco più della metà (otto)! La svedese vive, invece, una situazione singolare, avendo firmato il 60% dei propri zero tra il dicembre 2014 e il marzo 2016, senza però più proporsi successivamente al medesimo livello.

Il dato interessante è che davanti a Lisa sono rimaste solo le due primatiste in merito. C’è, infatti, un solco piuttosto marcato tra il tandem al comando e il resto del mondo. Le due donne con più “zero” nelle staffette sono Michela Ponza e Nadezhda Skardino, in grado di toccare quota 20. La quarantatreenne altoatesina e la trentasettenne bielorussa non sono vicinissime, è pressoché impossibile agganciarle quest’anno. Però, al contempo, l’ipotesi di andarle a prendere e superarle in tempi relativamente celeri non è peregrina.

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Sulla carta, Vittozzi potrebbe presentarsi ai Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 quale primatista assoluta della speciale classifica. L’età è dalla sua, il talento anche. Pertanto, ogni qual volta la sappadina si troverà a sparare in una staffetta (sia essa monosesso o mista), ci sarà un motivo d’interesse ulteriore legato alle sue gesta in piazzola. Per inciso, curioso notare come l’Italia sia l’unico Paese a vantare due donne capaci di raggiungere i 15 “zero” nelle prove a squadre. Italiane, popolo di sante, navigatrici e tiratrici scelte?

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Foto: Federico Angiolini

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