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Ciclismo, Giada Borgato: “Bagioli, Piccolo e Tiberi possono mettersi in luce. Tour Down Under e San Juan per saggiare la condizione”

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Giada Borgato

Giada Borgato nel 2012 è stata campionessa italiana in Valsugana, poi una volta appesa la bici al chiodo nel 2014 si è scoperta voce tecnica per le corse femminili trasmesse dalla RAI, fino ad arrivare in poco tempo a commentare anche il ciclismo maschile. Borgato è stata la prima donna commentatrice tecnica del Giro d’Italia, al fianco di Francesco Pancani. L’abbiamo raggiunta telefonicamente a Borghetto di Tuoro, in provincia di Perugia, dove vive con l’ex professionista Eros Capecchi, per parlare di questo inizio di stagione.

Finalmente è ricominciato il grande ciclismo. Che stagione sarà secondo te? 

“Una bellissima stagione per noi appassionati di ciclismo. Sono sicura che anche quest’anno scopriremo dei volti nuovi e quindi sarà un 2023 tutto da vivere”.

Santos Tour Down Under in Australia e la Vuelta a San Juan in Argentina le prime corse di questa stagione. Proprio da San Juan cominceranno corridori come Filippo Ganna ed Elia Viviani… 

“Sono il primo test dell’anno. È prestissimo e sono corse che si svolgono al caldo quindi le sensazioni per i corridori che arrivano dall’Europa saranno strane. Sicuramente potranno rifinire la preparazione invernale e quindi mettere nelle gambe un bel po’ di chilometri in vista degli obiettivi che avranno nei prossimi mesi. Sono corse che servono per capire a che punto si è con la condizione. Poi è chiaro che andranno anche in cerca del risultato”.

Ganna e Viviani che hanno raggiunto l’Argentina dopo un bel blocco di lavoro fatto su pista a Montichiari insieme al C.t Marco Villa. Quanto è importante la multidisciplina? 

“Abbiamo visto che negli ultimi anni sta facendo differenza. In tanti si stanno riavvicinando alla multidisciplina, sia con la pista che con il ciclocross. Con una buona preparazione si possono fare entrambe le cose, la multidisciplina è funzionale e sta tornando molto di moda tra i ragazzi in gruppo. Chi riesce a fare entrambe le cose, ha uno spunto in più”.

Dai nostri ragazzi che cosa ti aspetti? Chi secondo te può fare quest’anno un bel salto di qualità? 

“Abbiamo ragazzi che non sono più giovanissimi ma che possono riconfermarsi come Alberto Bettiol, Damiano Caruso, Gianni Moscon e Mattia Cattaneo. Tra i più giovani c’è Antonio Tiberi che deve ancora far vedere tutto il suo talento, Andrea Piccolo che nel finale di stagione dello scorso anno ha fatto vedere i numeri che ha e Andrea Bagioli è un altro giovane che ha davanti a lui una stagione importante”.

Quello di oggi è un ciclismo che privilegia i giovani con carriere più brevi rispetto al passato? 

“Sì, l’andamento è questo. Ci saranno sempre più giovani all’interno delle squadre con ruoli da leader. Secondo me però la figura dell’esperto è fondamentale in una squadra perché ha l’esperienza e una maturità fisica e mentale importante e sono figure che possono insegnare ai più giovani”.

Il ciclismo femminile sta crescendo sempre di più: è recente la notizia del UAE Tour anche al femminile in programma dal 9 al 12 febbraio con 20 squadre al via. Una gara che dimostra la grande importanza del movimento femminile… 

“Il ciclismo femminile sta suscitando veramente tanto interesse. Il livello è altissimo e anche per le donne i calendari si stanno ampliando di anno in anno. Un grande segnale per tutto il movimento”. 

Quali saranno i tuoi programmi ai microfoni della RAI? 

“Al momento non lo so ancora, ma a breve sicuramente qualcosa verrà definito”. 

Hai un sogno nel cassetto? 

“Diciamo che in qualche modo sto già vivendo il mio sogno. Ho la possibilità di rimanere dentro il mondo del ciclismo e vorrei rimanerci il più possibile. Mi piacerebbe poter dare indietro qualcosa a questo sport che per anni mi ha dato tantissimo. Non chiedo altro”.

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