Combinata nordica
Combinata nordica, mass start nel programma dei Mondiali 2025? Se questo è il format del futuro, l’estinzione è meritata
Dalla Norvegia giunge una voce. Il comitato organizzatore dei Mondiali di Trondheim 2025 avrebbe richiesto alla Fis il beneplacito per inserire la mass start femminile nel programma di combinata nordica della manifestazione iridata destinata a svolgersi fra poco più di due anni. Secondo quanto riportato dall’emittente televisiva Nrk, l’approvazione da parte della Federazione internazionale sarebbe una mera formalità e verrà ratificata in primavera.
L’indiscrezione è stata confermata dal race director della disciplina Lasse Ottesen, il quale ha dichiarato: “È sicuramente molto positivo aggiungere una gara al programma iridato del 2025. Il nostro obiettivo è quello di avere parità assoluta nel 2027”.
Quale sia il significato profondo di questa affermazione, però, non è dato a sapersi. Cosa si intende per “parità assoluta?”. Si vogliono dare quattro possibilità di medaglia ai maschi e altrettante alle donne (due gare individuali e una a squadre a testa, a cui aggiungere la competizione mista)? Se davvero così fosse, sorgono immediatamente spontanei due macro-quesiti.
- Quali saranno i format maschili? In linea teorica la differenza fra gli uomini dovrebbe essere rappresenta dal trampolino (piccolo e grande), mentre le donne avrebbero un diverso ordine nei segmenti (salto-fondo nella gundersen, fondo-salto nella mass start), cimentandosi sempre sul Normal Hill. Dunque, è questa la strada che si vuole percorrere? Oppure si presuppone un cambiamento di connotati delle competizioni anche tra gli uomini?
- Quali contorni assumeranno le prove a squadre? Se le indiscrezioni relative alla riduzione delle quote olimpiche dovessero essere confermate, allora la team sprint potrebbe sostituire quella a quartetti sia nel contesto a Cinque cerchi che in quello iridato. Con soli due componenti per formazione, si amplierebbe (seppur di poco) la partecipazione a eventi con sempre meno Paesi al via. Se così fosse, la dinamica rappresenterebbe una clamorosa “inversione a U”. La gara a coppie monosesso è difatti stata cancellata dal programma di Planica 2023 per far spazio alla prova a squadre miste…
Tali interrogativi generano una serie di incognite minori a cascata, tutte figlie però della madre di tutte le domande, ovvero: “Come si pensa di strutturare la combinata nordica del futuro?”. Per l’ennesima volta si ha l’impressione di come una nave sempre più malconcia stia navigando a vista, procedendo per tentativi.
Il capitano effettua proclami di ogni genere, rassicura l’equipaggio e forse è persino sincero nelle sue ottimistiche convinzioni. Tuttavia non si rende conto di come il bastimento sia ormai alla deriva, senza realizzare quali contromosse concrete apportare alla sempre più difficile situazione.
Sì, perché l’aspetto più inquietante della vicenda è la volontà di continuare a voler investire sulla mass start, il che denota una mancanza di contatto con la realtà. In primo luogo perché il format è iniquo, in quanto avvantaggia esageratamente i saltatori ai danni dei fondisti, di fatto impossibilitati a lottare per il successo. In seconda istanza poiché lo spettacolo offerto televisivamente nel 2023 si è rivelato scadente, indipendentemente dai contesti o dalle condizioni atmosferiche. In terza battuta, la comprensione da parte degli spettatori non è immediata.
Infine, ma non meno importante, le mass start presentano un limite enorme rispetto alle gundersen. Sono prive di “Piano B”, ovvero non forniscono la possibilità di “salvare” la gara con la riuscita innovazione del Provisional Competition Round. Se il meteo dice “Nein!”, si obbedisce e si cancella tutto, come avvenuto recentemente a Otepää.
Si vuole diversificare l’offerta? Giustissimo. Però, per la milionesima volta, si ribadisce come la strada da percorrere sia quella di giocare con le equivalenze relative alla conversione dei punti del salto in distacchi cronometrici del fondo, modificandole a seconda del contesto e/o del chilometraggio. Però, sotto questo aspetto, il capitano della nave non sente ragioni.
Lasse Ottesen sostiene di voler raggiungere la parità assoluta ai Mondiali di Falun 2027, i primi dopo Milano-Cortina 2026. La domanda è se saranno anche i primi nell’era post-olimpica di uno sport dalla nobile tradizione, ma ormai da alcuni ritenuto obsoleto e superato. Non tanto per la sua concezione, quanto perché solo chi si evolve e si adatta sopravvive. Chi non lo fa, oppure si muove in una direzione contraria a quella verso cui si dirige il proprio habitat, si estingue. È una legge della natura. Severa, ma giusta.
Foto: La Presse