Editoriali

Come ha giocato Jannik Sinner contro Fucsovics? Un livello che non basterebbe contro Tsitsipas

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Jannik Sinner domenica 22 gennaio si ritroverà dinanzi ad un bivio cruciale della carriera. Il match contro il greco Stefanos Tsitsipas rappresenta molto di più che un semplice ottavo di finale degli Australian Open: va visto come la chiusura di un cerchio. Esattamente un anno fa, sempre nel contesto di Melbourne, l’italiano e l’ellenico si trovarono faccia a faccia, questa volta ai quarti: l’attuale n.4 del mondo si impose con un perentorio 6-3, 6-4, 6-2. Ma quello che fece più male all’animo di Sinner fu la consapevolezza di non aver mai avuto realmente la minima chance di poter ribaltare l’inerzia di quel match. Quel brusco passo falso determinò un drastico punto di svolta, tanto che l’altoatesino di lì a poco avrebbe salutato Riccardo Piatti per affidarsi alla guida tecnica di Simone Vagnozzi, in seguito affiancato anche dal ‘super coach’ Darren Cahill, il guru australiano. L’obiettivo dichiarato era quello di voler imparare qualcosa di diverso, inserendo nuove frecce nella faretra di un arco che troppo spesso appariva monotematico e senza un piano alternativo.
Ecco perché da Tsitsipas a Tsitsipas, 12 mesi dopo, Jannik Sinner si renderà conto per davvero se avrà compiuto dei passi avanti tangibili.

COME HA GIOCATO JANNIK SINNER CONTRO FUCSOVICS? 

Di sicuro il Sinner visto nel 3° turno contro l’ungherese Marton Fucsovics avrebbe chance risicatissime al cospetto dell’ellenico, divenuto il più serio candidato alla finalissima degli Australian Open dopo le eliminazioni nella parte alta del tabellone di Rafael Nadal e Daniil Medvedev.

L’italiano ha giocato davvero molto male i primi due set contro il magiaro: se i 39 errori gratuiti rappresentano un dato emblematico, al tempo stesso ha fatto fatica ad imporre il proprio gioco nei confronti di un avversario inferiore (checché ne dica il buon Mats Wilander…). Inoltre il servizio, come troppe volte accaduto in passato, fatica a diventare il baluardo a cui appigliarsi nei momenti di difficoltà, anzi sembra uno dei primi fondamentali ad incepparsi quando non tutto fila per il verso giusto. Il diritto poi non voleva proprio saperne di entrare.

Sinner ha risolto il problema variando tattica. Ha insistito maggiormente sulla diagonale di rovescio di Fucsovics, ma soprattutto ha alzato le traiettorie del diritto, passando qualche cm più in alto sulla rete: in questo modo ha diminuito gli errori, prendendosi meno rischi e puntando ad allungare lo scambio. Tra il quarto ed il quinto set ha infilato addirittura 12 game consecutivi. In sostanza, abbiamo dovuto attendere che si ritrovasse spalle al muro per ammirare il vero Sinner. Non è una novità.

L’AMBIZIONE DI SINNER DOVRÀ ESSERE CONFERMATA DAL CAMPO

Logicamente Tsitsipas non è Fucsovics. Un eventuale 0-2 sarebbe molto più difficile da ribaltare, se non improbabile. Per questo sarà fondamentale non sbagliare approccio alla partita.

Gran parte delle speranze passano poi dalla battuta. Oggi l’italiano ha servito il 59% di prime: dovrà avvicinarsi al 70%, o possibilmente superarlo. Inoltre i 52 errori gratuiti complessivi, se replicati contro l’ellenico, assumerebbero i contorni di una pietra tombale.

Ad ogni modo, Jannik Sinner avrà qualche chance di giocarsela alla pari solo ed esclusivamente se saprà esprimere un livello che raramente ha messo in campo nel 2022. Pensiamo ad esempio ai quarti di finale a Wimbledon ed agli US Open rispettivamente contro Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. L’altoatesino sa di poter toccare quelle punte di eccellenza, non a caso ha più volte ribadito di “non essere venuto in Australia per andare ai quarti di finale”. Tradotto: è convinto di poter arrivare sino in fondo allo Slam australiano, e non solo. Grandi ambizioni dunque, ma sarà il campo a stabilire se saranno realmente concretizzabili. Come ha spiegato Paolo Bertolucci ad OA Sport, non conta disputare una partita a livelli eccelsi, bensì la continuità che si riesce a mantenere nell’arco di più incontri. È questa la vera sfida da vincere per Jannik Sinner, prima ancora che con Tsitsipas. Se dimostrerà di poter giocare sempre (o quasi) a certi livelli, e non solo sporadicamente, allora le prospettive potrebbero mutare molto in fretta, già nel breve periodo. In caso contrario occorrerà rifugiarsi nel lavoro e attendere tempi più maturi.

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Foto: Lapresse

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