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Golf: il 2023 del PGA Tour dalle tante novità. Rory McIlroy è l’uomo che tutti vogliono battere

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Nuovo anno, nuove prospettive per il PGA Tour. La stagione è già tecnicamente partita dopo il Tour Championship dello scorso anno, ma il 2023 regalerà fin da subito argomenti a non finire già dal Sentry Tournament of Champions. Cosa c’è da aspettarsi dal circuito americano quest’anno? Rory McIlroy, numero 1 del mondo e Player Director nel Policy Board del tour, è chiaro: “Abbiamo tutti preso un impegno per trovarci insieme più spesso per rendere il prodotto più avvincente“.

Il tutto anche a causa di una programmazione dei tornei che, anche in ragione dell’aumento dei montepremi e di nuove iniziative, darà più lustro a diversi weekend, oltre a confermare la joint venture con il DP World Tour che riguarda soprattutto lo Scottish Open. Per dirla ancora con le parole del nordirlandese, “quando guardo una partita dei Tampa Bay Buccaneers, mi aspetto di vedere Tom Brady in campo“.

Per i primi 30 della FedEx Cup ci sarà un importante riconoscimento: due anni di esenzione per giocare sul PGA Tour senza rischio alcuno: in precedenza questo veniva riconosciuto soltanto a chi vinceva i tornei. E a proposito dei playoff della FedEx Cup, ci sarà un’importante novità: non saranno più 125, ma 70 i giocatori che si potranno qualificare per la serie di tornei che inizia con il FedEx St. Jude Championship. Di conseguenza, il BMW Championship sarà a 50 e, come detto, il Tour Championship con i primi 30 citati rimarrà così, da tradizione.

Si tratta dell’ultima stagione del PGA Tour divisa su due anni: dal 2024, infatti, si tornerà a un calendario basato su una singola annata, mentre i giocatori che non sono riusciti a entrare nei playoff della FedEx Cup proveranno a giocarsi le loro chance per l’anno venturo attraverso una nuova serie autunnale che verrà svelata presto nel 2023. Inoltre, quest’anno la Q School tornerà ad assegnare carte per il PGA Tour, nello specifico per i primi cinque; per gli altri lo status sarà di giocatori del Korn Ferry Tour, che con le sue Finals mantiene le sue 30 carte disponibili per il piano superiore.

Sui campi gli argomenti saranno tantissimi. Il primo ovviamente riguarda McIlroy: difenderà la FedEx Cup o completerà il Career Grand Slam? Gli manca ormai solo il Masters, che ha sfiorato nel 2022. L’unica maniera per scoprirlo è verificare se la forma mostrata lo scorso anno sarà presente anche in questo.

Ci saranno però tanti uomini pronti a contendergli lo scettro. Si parte chiaramente da Scottie Scheffler, dopo un inizio di anno che sembrava proiettarlo al numero 1 per molto tempo, ha avuto una flessione e si è dovuto inchinare a McIlroy, ma il duello per la leadership mondiale sembra soltanto in fase di stallo prima di ripartire più infuocato che mai. Per adesso gli altri sono lontani, ma l’anno può riservare parecchi capovolgimenti di fronte.

Tiger Woods: inevitabile pensare a lui come potenziale protagonista. Non sarà più l’uomo onnipresente, ma se c’è un obiettivo che ha, questo è l’Open Championship a Liverpool, dove ha vinto nel 2006. E poi ci sono le sensazioni di Justin Thomas, che vorrebbe tornare a vincere più di una volta in stagione, il ritorno dall’infortunio alla schiena di Will Zalatoris, ma anche i segnali lanciati già lo scorso anno da Jon Rahm, l’intenzione di Jordan Spieth di fare anche lui il Career Grand Slam al PGA Championship di Oak Hill.

Foto: LaPresse

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