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Golf, Silvio Grappasonni: “Il 2023 sarà l’anno più importante del golf italiano. La Ryder Cup? Spero faccia breccia fra i più giovani”
Silvio Grappasonni a 360°. Il “capitano” di Sky Sport Golf, canale che da oggi, alla posizione 206 del boquet della pay tv satellitare, trasmetterà i principali eventi golfistici della stagione, compresa la Ryder Cup 2023, ha svelato in esclusiva a OA Sport il suo parere su diversi argomenti.
Dalla Ryder Cup stessa, al cammino di Francesco Molinari e Guido Migliozzi, passando anche per un’analisi tecnica e psicologica di quello che serve ai giocatori di alto livello per primeggiare sul green. Ecco l’intervista a Silvio Grappasonni.
Buongiorno Silvio Grappasonni, iniziamo subito chiedendole se il 2023 sarà l’anno più importante del golf italiano: stiamo “osando” troppo?
“No, non state osando troppo nel pensarlo, anzi. La speranza sarebbe di averne altrettanti così, ma molti non si sono ancora resi conto di che evento, per portata e importanza, andremo ad ospitare a Roma al Marco Simone Golf & Country Club. La Ryder Cup sarà storica e con una cassa di risonanza incredibile: ci sarà tanto lavoro da fare, ma sarà bello e stimolante lavorarci su a tutti i livelli”.
Ryder Cup, Open d’Italia e tanti altri tornei dove i giocatori italiani saranno impegnati: cosa è lecito attendersi?
“Per far parte del Team Europe alla Ryder, vedremo Francesco Molinari impegnato di più all’interno del circuito del DP World Tour, quindi stando di più in Europa a giocare, anche per cercare di convincere il proprio capitano a inserirlo nella lista dei convocati. Al momento ci sono dei segnali positivi per tutto questo: se riesce a giocare al 70-80% è probabile che venga selezionato. Il resto lo faranno esperienza e versatilità nei doppi. Oltre a ciò, non va dimenticato neppure Guido Migliozzi che, vincendo l’Open di Francia, si è fatto notare: sarebbe bellissimo avere due italiani in squadra”.
Entriamo un attimo sul piano tecnico: il golf è in continua evoluzione. Secondo lei qual è la caratteristica che serve oggi per essere un giocatore di livello top?
“La concorrenza è spaventosa. Si gioca sui dettagli e a dirlo sono le statistiche. E’ importantissimo giocare bene i colpi decisivi. Servono freddezza e componente psicologica: il talento, paradossalmente, non basta più. E’ un elemento che diventa meno importante, perché in tanti ormai ce l’hanno. Bisogna saper scegliere: dall’allenatore ai momenti giusti, tutto deve andare al proprio posto, altrimenti diventa difficile sia primeggiare sia assestarsi su alti livelli”.
Torniamo sulla Ryder Cup, per chiudere: che lascito potrebbe regalare a Roma?
“La Ryder Cup abbraccerà tutto, sia dal punto di vista urbanistico sia dal punto di vista tecnico. Sicuramente la viabilità di quella zona ne trarrà beneficio. In ottica “di campo” invece spero che la manifestazione possa far aumentare gli appassionati e i praticanti, in particolare in quella fascia d’età rivolta agli Under 21. Spero che il golf entri nelle case degli italiani e diventi uno sport conosciuto anche dai più giovani”.
Foto: Sky Sport