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‘Maurizio racconta…’: Quinzi, Baldi e Napolitano, i tre ‘ex-Messia’ del tennis. La salute dello sport giovanile

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LO SPORT ITALIANO GIOVANILE SCOPPIA DI SALUTE

In occasione del report “Il posizionamento dello sport italiano a livello olimpico” (studio sull’evoluzione dei risultati agonistici dal 2013 al 2022), presentato pochi giorni fa nel Salone d’Onore del CONI dal Presidente Giovanni Malagò e dal Segretario Generale Carlo Mornati alla stampa, proprio l’ex canottiere ha evidenziato – per la prima volta nella storia di questi report – gli straordinari risultati delle categorie giovanili azzurre ottenuti durante il 2022, e su cui mi soffermerò. Tra le discipline olimpiche, ad esempio, prendendo in considerazione i diversi Mondiali giovanili, junior e youth dello scorso anno solare, troviamo il Bel Paese al terzo posto come numero di podi complessivi dietro Stati Uniti e Germania. Un risultato che evidenzia non solo la forza d’urto del nostro movimento giovanile, ma che rende consapevole al CONI di queste potenzialità per non disperdere tutto questo patrimonio negli anni che verranno, visto che il ricambio generazionale dovrà avvenire prima o poi e bisogna farsi trovare preparati. Prendendo in considerazione, invece, la fascia d’età compresa tra i 14 e 18 anni, troviamo che a livello europeo siamo addirittura primi se sommiamo le edizioni estive e invernali degli EYOF 2022 (gli European Youth Olympic Festival voluti dai comitati olimpici europei): gli allievi azzurri sono incredibilmente al comando nel medagliere combinato Vuokatti (invernali) + Banská Bystrica (estivi) con 26 ori, 20 argenti e 21 bronzi e ben 67 podi complessivi. Distacco abissale dalla seconda e terza nazione, rispettivamente la Francia ( 10-8-10 con 28 metalli) e la Germania (terza con 9-9-18 e 36). Sorprende particolarmente il secondo posto nel medagliere invernale dietro i padroni di casa della Finlandia, posizione più alta mai raggiunta nella storia dell’evento, oltre al record di ori nell’edizione estiva slovacca (ben 21). Anche se dobbiamo tenere in considerazione l’assenza della Russia per le note vicende belliche, potremmo affermare che i nostri Under 18 sono – in prospettiva – ancora più forti dei nostri Under 20. Atleti da custodire e far crescere con pazienza e determinazione per un futuro ancora più a tinte azzurre.

I TRE MESSIA MAI ARRIVATI DEL TENNIS ITALIANO

Quinzi, Baldi e Napolitano. Chi non ricorda, tra gli appassionati di tennis, questi tre giocatori che ci hanno fatto sognare quando erano nella categoria juniores? Il top l’avevamo vissuto a Barcellona nel 2012, quando i tre “gemelli” avevano vinto con la maglia della nazionale la Davis Cup Junior, prima volta nella storia della competizione. Ora, con l’annuncio di poche ore fa, dove Filippo Baldi – ad appena 27 anni – ha annunciato il suo addio all’attività professionistica dovuto a diversi problemi fisici e personali che ne hanno condizionato la carriera da ex-grande promessa, un po’ di amaro in bocca ci attanaglia. Dei tre “Messia” mai esplosi del nostro tennis, due si sono già ritirati (Quinzi con un best ranking di 142esimo e Baldi 144esimo), mentre Stefano Napolitano veleggia mestamente attorno alla 500esima posizione del ranking ATP (497). Tutto questo non fa che confermare come i grandi risultati ottenuti da juniores non siano una garanzia di una gloriosa (o almeno dignitosa) carriera nel circuito maggiore ATP. Speriamo che questa generazione dei Sinner, Musetti e Berrettini possa ridare le gioie che tutta l’Italia merita dopo più di quattro decenni di vacche magre in questo sport, davvero stregato per il Bel Paese. Quinzi attualmente lavora come allenatore nell’accademia di Riccardo Piatti e segue diversi Under 18; chissà che il percorso di Baldi non possa in qualche modo ricongiungersi con quello del “gemello” marchigiano: dove non sono arrivati da giocatori, gli auguro di provare ad arrivare da allenatori. Buona fortuna ragazzi.

Maurizio Contino

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Foto: LivePhotoSport

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