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Novak Djokovic era il vero n.1 del mondo anche nel 2022: la classifica era falsata da Covid e dal ‘caso vaccino’

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Everything in its right place. Tutte le cose al loro posto. Iniziava con questa canzone Kid A, storico album dei Radiohead mischiando post rock, rock elettronico ed intelligent dance music. Un titolo azzeccato per descrivere il successo di Novak Djokovic agli Australian Open 2023, con il serbo che torna al numero uno al mondo dopo più di sette mesi.

Nole venne scalzato dalla prima posizione del ranking mondiale il 13 giugno, una settimana dopo il Roland Garros 2022. In quel torneo dovette arrendersi ai quarti di finale da Rafa Nadal, che visse probabilmente le ultime due settimane di grandissimo tennis della sua carriera. Ma già qualche settimana prima venne brevemente scalzato dalla vetta: in entrambi i casi è stato Daniil Medvedev ad interrompere la sua ‘dittatura’, con il russo poi superato da Carlos Alcaraz. Nole intanto chiudeva al quinto posto assoluto la sua annata. Con praticamente un solo torneo dello Slam disputato.

Il 2022 è stato per Djokovic un anno assai particolare. La sua contrarietà al vaccino per il Covid-19 non gli ha permesso di essere presente né agli Australian Open 2022 (con tutto il ‘caso-vaccino’ che ben ritorniamo) né agli US Open 2022. Due tornei in cui gli avversari hanno fatto collezione di risultati, mentre il serbo non ha potuto difendere i 3200 punti conquistati l’anno precedente. Oltrettutto, ci si mette di mezzo anche la questione riguardante Wimbledon, che ha escluso i tennisti russi e bielorussi e per tutta risposta si è ritrovato ad essere, per l’ATP, un torneo amichevole. Sono altri 2000 punti persi, e saliamo dunque a 5200.

Il Novak Djokovic visto in queste due settimane dà l’impressione di essere ancora l’uomo da battere nel panorama tennistico mondiale. Non diciamo che con la sua presenza non avremmo assistito al miracolo di Rafa Nadal in Australia e alla consacrazione di Carlos Alcaraz negli Stati Uniti, ma probabilmente avremmo continuato ad avere il serbo come numero 1 al mondo. Poco male per lui: nonostante un percorso tortuoso, è tornato dove, volente o nolente, meritava di stare. In vetta al ranking ATP.

Foto: LaPresse

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