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Pattinaggio artistico, Europei 2023: Italia, adesso non ti accontentare! Questo è solo l’inizio

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L’errore più grande che possa fare l’Italia dopo aver vinto, con merito, il medagliere ai Campionati Europei 2023 di Espoo è quello di accontentarsi, credere di aver fatto il proprio e considerare il lavoro terminato.

C’era un obiettivo da centrare a tutti i costi sul ghiaccio finlandese: dimostrare a tutto il mondo che, in Europa, dopo la Russia, c’è solo l’Italia. In questo contesto è stato così. I nostri ragazzi hanno infatti conquistato ben quattro medaglie (due d’oro e due d’argento) centrando il podio in tre specialità su quattro. Un dominio totale, tutt’altro che sorprendente visto l’andazzo della stagione, che deve adesso però proiettare la nostra squadra ancora più in alto. Ebbene sì. È arrivato il momento di mettere in atto un progetto ambizioso che ponga i nostri pattinatori al centro della scena mondiale e che consenta loro – dove possibile – di giocarsela anche con le Nazioni considerate ingiocabili. I presupposti, soprattutto in due casi, ci sono tutti.

La sentenza di Espoo ha confermato in grande parte ciò che già sapevamo, ovvero che attualmente le coppie d’artistico e il singolo maschile godono di ottima salute. L’oro, splendido, di Sara Conti e Niccolò Macii, l’argento di Rebecca Ghilardi-Filippo Ambrosini ma anche il bronzo dei tedeschi Hocke-Kunkel ha certificato la supremazia del centro di eccellenza ISU IceLab diretto da Franca Bianconi. Una sede molto importante, ormai punto di riferimento europeo, in cui le nostre coppie riescono a stimolarsi a vicenda grazie a quella concorrenza interna che, se affrontata in modo sano e positivo, non può che portare a grandi traguardi e benefici.

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Conti-Macii, seguiti da Barbara Luoni, stanno vivendo un’annata sportiva a dir poco memorabile, contrassegnata da soddisfazioni su soddisfazioni figlie di una perfetta condizione psicologica. Sara e Niccolò infatti hanno dimostrato anche in questo contesto di saper reggere la pressione esterna, incanalandola in energia positiva e confezionando programmi tirati a lucido con le sbavature ridotte ai minimi termini. Dal canto loro Rebecca e Filippo, dopo uno short traballante, hanno tirato fuori gli artigli nel momento più difficile, rendendosi artefici di una grande rimonta dal quinto posto. A loro si aggiungono i “nuovi arrivati” Lucrezia Beccari e Matteo Guarise che, pur commettendo dei normalissimi errori, hanno già fatto capire di avere tutto il talento nelle mani per far sognare l’Italia fino a Milano-Cortina 2026. Con questi tre team ci divertiremo ancora tanto.

Scoppia di salute, ancora più delle coppie, il movimento maschile, con ben quattro cavalli di razza. Un vero e proprio miracolo avvenuto, è doveroso dirlo, grazie a colui che in questo Campionato ha ottenuto la medaglia d’argento, Matteo Rizzo, l’apripista che cominciando a macinare risultati importanti ha fatto crescere velocemente anche i compagni.

In questa gara il gioiellino azzurro, dopo un periodo non facile, ha acquisito fiducia, trovando finalmente la quadra con un quadruplo loop entrato finalmente con buona costanza. Una volta affinato il rapporto, fino a questo momento tempestoso, con il quadruplo toeloop, Rizzo potrà davvero diventare una mina vagante impazzita, pronta a far male anche ai pattinatori più preparati tecnicamente. L’azzurro poi gode di un plus: ha uno stile tutto suo e una personalità marcatissima, individuabile anche semplicemente nelle musiche, sempre nuove, attuali e rischiose per la disciplina.

Dopo Rizzo, come accennato poc’anzi, sono arrivati tutti gli altri. Da Daniel Grassl a Gabriele Frangipani passando per il talentuosissimo Nikolaj Memola, personalità che sta seminando il panico in categoria Junior. Un parco tecnico stratosferico, da dover amministrare con calma e con coraggio. A Espoo, non a caso, abbiamo assistito a una prima parte di programma incredibile da parte di Gabriele Frangipani, già in grado di atterrare due quadrupli diversi e un triplo axel. Tolto il corto circuito arrivato dopo la sbavatura nella combinazione, appare evidente come nel futuro prossimo anche l’allievo di Angelina Turenko si iscriverà nel registro delle posizioni che contano.

Discorso a parte merita Daniel Grassl, arrivato in Finlandia dopo tanti giorni di tormento scaturito dalla shitstorm e dall’hating social emerso dopo la decisione di trasferirsi a Mosca per essere seguito dallo staff di Eteri Tutberidze, dove è approdato appena due settimane fa. Delle critiche impietose, sopra le righe e anche prive di senso. Il pattinatore, che ricordiamo ha più volte dichiarato di voler fare risultato alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, ha scelto in questo quadriennio di cambiare guida tecnica, prima tentando un’avventura negli States non andata a buon fine, adesso optando (e venendo accolto, cosa molto importante) per il gruppo dell’allenatrice più importante del mondo, con l’autorizzazione non solo della FISG stessa ma anche del suo gruppo sportivo militare, le Fiamme Oro. Nessuno, tranne lui e i suoi collaboratori, può sentenziare su delle scelte così tanto importanti per la sua carriera

Buoni segnali sono emersi poi dalle restanti due specialità. Nella danza infatti l’Italia ha finalmente celebrato la grande maestosità dei veterani Charléne Guignard-Marco Fabbri, finalmente Campioni d’Europa con una gara di grande controllo dopo tanti anni in cui, non lo abbiamo mai nascosto, avrebbero meritato in alcune occasioni qualcosa in più. Adesso tutte le attenzioni saranno focalizzate sui Mondiali di Saitama, dove l’obiettivo sarà quello di realizzare un altro sogno: conquistare la prima medaglia iridata. In ottica futura saranno poi da seguire i solidi Victoria Manni-Carlo Roethlisberger, piazzatisi all’undicesimo posto non sfigurando e facendo intravedere buone cose in prospettiva.

Dovrà essere infine un punto di partenza l’ottava posizione di una buona Lara Naki Gutmann che ha consentito al nostro Paese di schierare due pattinatrici nella prossima edizione della rassegna continentale. Il vivaio femminile adesso ha però bisogno di un’altra sterzata, di un nuovo stimolo, di un faro che illumini la via – un po’ come fatto da Rizzo in passato – e riesca ad innalzare ancora livello, condizioni, fiducia, personalità. I profili, dentro e fuori il nostro Paese, ci sono. Vedremo quello che succederà. Nel frattempo ci godiamo il tripudio tricolore con la consapevolezza di essere solo all’inizio di una storia potenzialmente meravigliosa.

Foto: Valerio Origo

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