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Sci di fondo
Tour de Ski 2023: verso Oberstdorf tra i sorrisi norvegesi e l’inizio d’alta classe di Pellegrino
Giorno di riposo per il Tour de Ski, che dalla Val Mustair si trasferisce a Oberstdorf per cambiare sia Paese che gare. Nei fatti, è uno dei soli due giorni senza competizioni: l’altro sarà giovedì 5, con un altro trasferimento, stavolta dalla Germania all’Italia, dove la Val di Fiemme e poi il Cermis aspettano tre giorni tutti da vivere col fiato sospeso.
E a proposito di Italia, non si possono certo ignorare i segnali lanciati da Federico Pellegrino. Non pago del secondo posto nella sprint, Chicco è stato in grado di gestirsi in maniera superba nella 10 km a inseguimento, un fatto ancora più importante in quanto non era certo favorito dalla tecnica classica. Il poliziotto di Nus è meritatamente secondo nella classifica generale, dietro al solo Johannes Hoesflot Klaebo, ma per lui c’è un altro capitolo.
Non soltanto di Pellegrino, però, c’è da parlare. Appare tutto sommato buona, almeno in chiave gare distance, la condizione di Francesco De Fabiani, come testimoniato dal recupero di oltre 20 posizioni che lo ha riportato più vicino ai big nella graduatoria assoluta (è 18°). Più ancora di lui, però, ha impressionato Dietmar Noeckler per la facilità con cui, partito 84°, è riuscito a superare concorrenti su concorrenti fino a issarsi al 28° posto. Questa è una piccola impresa che andrebbe sottolineata adeguatamente: con un gruppo estremamente compatto per larghi tratti, si parla di 56 posizioni recuperate. Un’enormità, paragonabile a pochi: hanno trovato recuperi simili i francesi Jules Lapierre, Maurice Manificat e Hugo Lapalus, il tedesco Jonas Dobler, l’andorrano Ireneu Esteve Altimiras. Tutti uomini che non sono propriamente degli sprinter.
Tour de Ski 2023, Federico Pellegrino regala il primo podio dell’anno all’Italia in Val Mustair
Il discorso femminile è un po’ più complicato, nel senso che la competitività è poca e, oltretutto, ai tanti problemi di questo settore dello sci di fondo se n’è aggiunto un altro nella sprint. Meglio di tutte, infatti, si è comportata Federica Sanfilippo, che viene dal biathlon e ha ben saputo interpretare le particolarità del percorso in Val Mustair. Poi la tecnica classica le ha precluso la possibilità di disputare l’inseguimento, ma il campanello lanciato impone un certo numero di riflessioni all’interno dell’ambiente azzurro. Un po’ come dire che degli sforzi maggiori servono eccome da parte di chi c’è ora: il materiale umano c’è e le possibilità sono lì.
Volgendo lo sguardo al fronte internazionale, è evidente come sia la Norvegia la grande protagonista di questo inizio. Che Klaebo sia dominatore annunciato non lo scopriamo certo oggi: è il favorito numero uno, senza altri reali nomi alternativi. Cinque nei primi sei, otto nei primi undici: non serve dire tanto altro.
In campo femminile, dove la situazione è più complessa, ce ne sono comunque cinque nelle prime dieci. C’è una fondamentale differenza: davanti sono in tre, e tutte con lo stesso 31’13”. Insieme a Tiril Udnes Weng troviamo la finlandese Kerttu Niskanen, che sta tenendo alto il nome di famiglia dopo le vicissitudini di Iivo, e la svedese Frida Karlsson, lei già alla vigilia tra le più accreditate per la vittoria finale. Servirà ancora parecchio per sbrogliare la matassa, anche perché da dietro qualche risalita può ancora arrivare, pur nelle difficoltà di determinati nomi di spicco.
Ora arrivano, a Oberstdorf, format diversi: la 10 km con partenza a intervalli, a tecnica classica, e la 20 km a inseguimento, a tecnica libera. Nella prima è da capire quanto riuscirà a tenere Pellegrino nei confronti dei big e se De Fabiani sarà in grado di offrire la parte migliore del suo repertorio. Nella seconda, qualora i distacchi fossero contenuti, si può legittimamente sperare di vedere una gara con i due italiani protagonisti.
Foto: LaPresse