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United Cup 2023: Lorenzo Musetti, dal ruolo solido di secondo violino al finale amaro

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United Cup a due facce per Lorenzo Musetti. Il toscano esce dalla competizione a squadre che unisce ATP e WTA con il numero 19 della graduatoria mondiale tra le mani e la certezza di essere osso difficilmente, o non più, superabile da giocatori che sono posizionati molto lontani da lui. Per certi versi è insieme il pregio e il difetto della competizione: match agonistici, sì, che danno fiducia, ma che evidenziano anche diversi squilibri tra le varie scuole tennistiche.

Certo, al numero 3 d’Italia male non ha fatto vincere quattro partite, benché il migliore dei suoi avversari fosse il brasiliano Felipe Meligeni Alves, numero 166 del mondo. Il vero problema, però, è arrivato proprio nell’ultimo atto. Doveva essere una bella lotta, quella in Italia-USA contro Frances Tiafoe, ma ci si è messo di mezzo l’infortunio a una spalla che ne ha provocato il ritiro dopo un set. Problema, il suo, che però ha egli stesso specificato essere risolvibilissimo. Ritiro precauzionale, in sostanza: Melbourne viene prima di ogni cosa.

Non c’è in sostanza da avere particolare preoccupazione per il toscano, per il quale ogni dimostrazione in termini di livello di gioco potrebbe vedersi in maniera chiara sui campi di Melbourne Park, con cui il rapporto è agrodolce. C’è, sì, la vittoria del torneo junior del 2019, ma c’è anche l’uscita dello scorso anno al primo turno contro l’australiano Alex de Minaur in un periodo complesso per la sua condizione tennistica.

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Peraltro, è stata la fase in cui, accettando di perdere, e perdere anche tanto, Musetti si è costruito come giocatore: si è allontanato dalla terra, non ha avuto paura di avere questo momento negativo e adesso è pronto ad affrontare lo Slam down under in una maniera totalmente diversa anche dal punto di vista mentale. La testa di serie numero 18 gli impedirà, almeno fino agli ottavi di finale, di avere di fronte uno dei grandi big del torneo, anche se il 2023 è davvero particolare in termini di figure di spicco non tra i primi 8 del seeding.

In breve, per il classe 2002 di Carrara la United Cup ha fatto capire che la condizione è sicuramente buona, che non ci sono problemi con giocatori decisamente più in basso di lui nel ranking, che comunque possono essere insidiosi a tratti (basti vedere alcuni pronostici sovvertiti clamorosamente nell’arco della competizione). Resta da scoprire se la continuità ci sarà, ma le ultime versioni di Musetti l’hanno effettivamente mostrata.

Foto: LaPresse

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