Vela
America’s Cup, Vittorio Bissaro: “Spionaggio decisivo. Al timone di Luna Rossa con Ruggero Tita? Sarebbe bellissimo”
Vittorio Bissaro ha partecipato alle Olimpiadi di Rio 2016 nel Nacra 17 insieme a Silvia Sicouri, concludendo in quinta posizione. Il velista non è poi riuscito a qualificarsi per i Giochi di Tokyo 2020, dove hanno trionfato Ruggero Tita e Caterina Banti. Capace di vincere i Mondiali nel 2019, il 35enne è entrato a fare parte del team di Luna Rossa che parteciperà alla America’s Cup 2024 e sta inseguendo il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024 in coppia con Maelle Frascari.
Vittorio Bissaro è stato ospite di Sail2U, la trasmissione di Sport2U (la web tv di OA Sport) condotta da Stefano Vegliani. L’azzurro si è soffermato sul doppio impegno: “Rendere compatibili il progetto America’s Cup e Nacra 17 non è semplice, richiede impegno e flessibilità. Io e Tita riusciamo a farlo perché abbiamo le basi di Luna Rossa e della Federazione Italiana a distanza di qualche chilometro (a Cagliari, n.d.r.), nella stessa giornata a volte riusciamo a fare uscite con entrambe le barche. Ogni quadriennio nella classe Nacra rimangono i vecchi e si aggiungono i nuovi, ora siamo in tre coppie a lottare per il podio nei principali eventi. Noi vogliamo fare la nostra parte. In effetti l’ultima regata che abbiamo fatto noi abbiamo vinto i Campionati Italiani davanti a Tita/Banti, era comunque una regata ufficiale dove tutti abbiamo fatto del nostro meglio e siamo contenti“.
Il veneto ha poi proseguito: “La scorsa stagione è stata difficile perché Maelle ha avuto un brutto infortunio, si è dovuta operare e abbiamo saltato tre mesi importanti di preparazione, anche perché era stata introdotta una modifica importante sulla barca e noi siamo tornati quando tutti avevano tre mesi in più di preparazione sulle spalle. Questo inverno ci stiamo però allenando bene e speriamo di raccogliere bene”.
Che differenze ci sono tra l’essere al timone di un Nacra e del prototipo di Luna Rossa? “In termini di adrenalina il Nacra è più adrenalinico. Max Sirena ci scherza perché quando ci sono giornate di vento forte ci dice che abbiamo il culo stretto. Noi nacristi abbiamo una tollerenza elevata ai culi stretti. Da quel punto di vista non c’è grande differenza, la velocità è poi relativa. Abbiamo fatto più di 50 nodi con questa barca, ma quando ho fatto 44 nodi con Maserati nel record della Manica la sensazione era più di rischio che di adesso. La cosa più bella è la tecnologia: ti accorgi che questi oggetti lunghi 40 piedi fanno 40 nodi di bolina stretta, assuefarsi a questi numeri è affascinante. Io questa barca l’ho timonata poco, sono più un flight controller, ma le sensazioni che ho sono queste“.
Tita e Bissaro potranno essere timonieri di Luna Rossa tra un paio di edizioni della Coppa America? “Sarebbe bello. Rimaniamo sul presente, ci sono timonieri con grandissima esperienza. La Coppa America si vince con un progetto veloce e facendo le cose giuste. Io ora non mi sento un timoniere, mi sento parte del team e per dare il mio contributo“.
Un interessante passaggio sulle spie, ormai diventate comuni a tutti i team con i recon ufficiali. C’è un po’ di discussione sul fatto che il materiale media riguardante Team New Zealand (detentori del trofeo) non sembra di qualità impeccabile come invece quello che riguarda le altre formazioni: “Ogni team cerca di tenere più nascosto possibile quello che fa, è sempre stata così la Coppa America. Chi è convinto di avere un vantaggio cerca di tenerselo stretto. Una buona spia fa la differenza. I contenuti media sono condivisi, ma ti basta una foto utile per vedere quello che veramente cerchi. Una sfortuna italiana è che le spie qui in Italia sono in gamba, sono velisti capaci che sanno come posizionarsi. I recon che abbiamo qui sono un italiano e uno spagnolo. Avere uno spionaggio equivalente non era purtroppo possibile“.
Luna Rossa è al centro dei temi affrontati: “Le modifiche vengono fatte tutti i giorni? Dipende dai giorni. Questa settimana la barca non sta navigando, è in cantiere e settimana prossima scenderà in acqua diversa rispetto a settimana scorsa. Luna Rossa entrerà in acqua con la barca grande? Diciamo che non lo so, non faccio parte delle persone che decide in merito”.
Vittorio Bissaro ha raccontato anche delle emozioni olimpiche: “Ho avuto esperienze bellissime, ma solo la classe olimpica ti dà la possibilità di gestire il risultato fino all’ultimo. Noi velisti olimpici siamo contemporaneamente general manager, responsabili della comunicazione, preparatori della barca, atleti: siamo chiamati a mettere il nostro punto di vista su tutti gli aspetti che invece in un team di Coppa America vengono delegati su più di 100 persone. Questa è una cosa bellissima perché ti accorgi che hai un sacco di momenti per fare la differenza, mentre più il team diventa grande e più diventi specializzato. Per me è bene specializzarsi a un certo punto della propria carriera, ma nascere specializzati non ti permette di crescere. La classe olimpica è la scuola migliore che si possa augurare a un appassionato di vela”.
Il velista ha parlato anche di un altro aspetto interessante in un team di America’s Cup: “Sono molto meno ingegnere io di quanto lo sia Francesco Bruni. C’è bisogno di creare un collegamento tra il sailing team e il designer team e per crearlo bisogna conoscere un po’ il modo in cui ragiona un designer, il mio passato da ingegnere mi aiuta. Io comunque faccio più parte del sailing team, gli ingegneri veri danno una maratona a me, sono a un altro livello rispetto a me. Il 90% del tempo lo dedico ad attività legate al sailing team, il 10% del tempo cerco di capire lo stato dell’arte, quasi più per passione che per necessità”. Di seguito il VIDEO integrale dell’intervista di Vittorio Bissaro.
VIDEO INTERVISTA VITTORIO BISSARO
Foto: Ivo Rovira/America’s Cup