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Basket, Sergio Scariolo: “Abbiamo giocato con idee chiare in difesa e attacco. Ora è tempo di vincere la finale”

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Sergio Scariolo, dopo la finale raggiunta dalla sua Virtus Bologna in Coppa Italia con il netto successo sau Tortona, è soddisfatto. Sarà la sua prima, a livello personale, ma soprattutto è la prima delle V nere da 13 anni (e parecchie vicissitudini) a questa parte. Allora il luogo era Avellino, e ci fu la sconfitta in finale con Siena. Stavolta, in qualunque caso, il club bianconero ci arriverà da favorito.

Di seguito un estratto della conferenza stampa del coach virtussino: “Ovviamente sono contento come allenatore di come ha giocato la squadra sui due lati del campo. Approccio giusto in difesa, in attacco abbiamo mosso bene la palla: 20 assist senza considerare Milos per noi è un altissimo numero. Giocavamo contro una squadra che rispettiamo molto, che gioca bene e che lavora bene durante la settimana, ben allenati e compatti, che ci ha dato più di qualche grattacapo negli ultimi anni. Questa volta abbiamo fatto una partita completa, senza cedimenti, controllando discretamente i rimbalzi e con idee chiare in difesa e in attacco. Quando entri in una competizione come questa con un po’ di pressione le tue prestazioni si abbassano cosi come il contrario, è matematico, guardate quante squadre di Eurolega sono state eliminate nelle rispettive competizioni. Per fortuna direi che ci siamo scrollati di dosso un po’ di tensione, poi il primo e il secondo di tempo oggi sono stati buoni: intanto siamo in finale dopo 13 anni in cui la Virtus non l’aveva mai raggiunta e ora è tempo di vincerla“.

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Su Awudu Abass verso la strada della risalita: “Ci stiamo dando vicendevolmente una mano: noi gliela stiamo dando a lui cercando di alzare il minutaggio senza esagerare. È un giocatore fisico, che gioca col cuore: ha una struttura che ci permette di pensare che possa giocare anche a livello europeo. In attacco è ovviamente un po’ arrugginito, ha anche una buona mano che si tornerà a vedere, non deve pensare a fare azioni difficili. Intanto dietro ci sta dando una mano e per noi è fondamentale avere in quella zona del campo avere un giocatore che può ricoprire due ruoli da 4 e da tre. Bella la sensazione di avere un giocatore utile che ci sta già dando attivamente una mano“.

Una riflessione a parte la offre sugli uomini a referto: “La rotazione a 12 non mi entusiasma. Non sono necessariamente un amico delle rotazioni a 12, anzi, perché in tempi più complicati ci hanno anche confuso qualche volta. L’importante è averne 10, due per ruolo che possono stare in campo. Poi dipende dall’avere fiducia: ieri Camara è entrato in campo nel primo quarto e talvolta si tratta di prendere dei rischi. Se dai fiducia magari ai giocatori perché se la meritano, ti possono cambiare tatticamente la partita, sono disposto anche a farlo ma con criterio e non in modo scellerato: non ti tuffi in una piscina senza controllare che ci sia l’acqua dentro. Non è un principio granitico: averne 10 che possono stare in campo con totale affidamento è fondamentale anche se ogni livello ha la sua risposta per cui bisogna essere capaci di leggere la situazione e tararsi anche su chi hai di fronte. Anche le scelte tattiche che fanno gli avversari devono essere lette, perché magari oggi gioca un giocatore che domani potrebbe essere messo in difficoltà dagli avversari e viceversa“.

Credit: Ciamillo

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