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Biathlon, Mondiali Oberhof 2023. L’Italia femminile compone il quadrato magico, quella maschile incassa un ‘bogey’

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L’edizione 2023 dei Mondiali di biathlon è ormai archiviata. Per l’Italia, la seconda manifestazione iridata di Oberhof passerà giocoforza agli annali come quella del trionfo nella staffetta femminile. Si tratta del pinnacolo della storia dal settore rosa. Anche più dei successi individuali del recente passato. Difatti, quanto accaduto sabato 18 febbraio è figlio di un’affermazione corale.

COMPOSTO IL QUADRATO MAGICO

Dopo l’individuale di mercoledì 15 febbraio, si è percepita la possibilità di realizzare “la Stangata”. Il sogno, non più proibito, si è tramutato in realtà grazie al quadrato magico. In matematica, questa è una disposizione di numeri sotto forma di tabella quadrata in cui siano rispettate due condizioni. La prima è che i valori siano tutti distinti tra loro. La seconda che la somma dei numeri presenti in ogni riga, in ogni colonna, e in entrambe le diagonali dia sempre lo stesso risultato. Nel caso di Oberhof, tale risultato è stato lo “zero”. Quello al poligono.

Senza voler scadere ulteriormente nella retorica, è evidente come la chiave della vittoria azzurra sia stata la precisione. Un’autentica lezione di tiro impartita a tutte le rivali. Un tempo, quando c’erano in palio le medaglie d’oro olimpiche o mondiali, era sovente la Russia a emergere in staffetta grazie all’accuratezza in piazzola. In Turingia tale ruolo è invece recitato dall’Italia, unico Paese le cui frazioniste hanno tutte tenuto il sangue freddo.

Medagliere Mondiali biathlon 2023: Italia quinta con un oro, dominio norvegese

Va rimarcato come il pendaglio aureo sia pienamente legittimo e meritato. Il quartetto tricolore ha fatto tutto ciò che doveva fare per imporsi. Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi sono certezze. Lo è diventata a suo modo anche Samuela Comola. L’acquisita solidità di Hannah Auchentaller ha rappresentato il più classico dei “jolly” pescato nell’inverno corrente.

Basterebbe la medaglia d’oro della staffetta a rendere memorabile il Mondiale di ogni componente della squadra, ma c’è dell’altro. Vittozzi è tornata sul podio iridato individuale a distanza di 4 anni grazie al bronzo nella 15 km, superando anche il malanno dal tempismo più inopportuno della sua carriera.

Comola si è espressa al 100% del proprio potenziale nell’individuale e nella mass start. Che la valdostana potesse entrare nelle dieci non è una sorpresa. Che lo facesse due volte, con tanto di quarto posto, va però oltre ogni più rosea aspettativa. Auchentaller ha saputo raccogliere il massimo da ogni competizione affrontata e, per lei, la qualificazione alla partenza in linea è un’autentica impresa. Rebecca Passler, seppur senza acuti, non è comunque dispiaciuta.

È mancata solo Wierer, almeno se guardiamo alle competizioni individuali. Cionondimeno, poco importa. La veterana altoatesina ha lo status e il palmares per potersi permettere qualsiasi “buco nell’acqua”. Soprattutto se poi, quando si fa affidamento su di lei per le medaglie nelle staffette, ritrova improvvisamente lo smalto dei giorni migliori. Da vera Diva, può “scegliere” i balli a cui partecipare.

Insomma, l’Italia femminile riparte da Oberhof brillando di luce propria, come le stelle. Tuttavia non sono solo gli astri affermati a risplendere. Anche il cosiddetto cast di supporto ha tirato fuori performance degne di un Oscar.

UOMINI, ARRIVA UN “BOGEY”

Nel settore maschile il bilancio non può essere considerato pienamente positivo, almeno se si ragiona nell’ottica complessiva. Bisogna però effettuare dei doverosi “distinguo”.

Toutes proportions gardées, la nota più lieta di Oberhof 2023 è rappresentata da Elia Zeni, la cui parabola agonistica è solo al principio. Anzi, siamo ancora nella fase dell’ante litteram della carriera. La qualificazione all’inseguimento, un piazzamento nei primi 50 nell’individuale e la performance della staffetta tratteggiano un ragazzo di potenziale. Quanto alto non può ancora essere previsto, però c’è del buono nel classe 2001 ertosi dal sottobosco del movimento azzurro nelle ultime settimane. Primavera ed estate serviranno a coltivare un germoglio inatteso e interessante.

Volgendo lo sguardo su Lukas Hofer, due ingressi nella top-40 e una solida frazione in staffetta rappresentano quanto di meglio potesse essere raccolto dal trentatreenne altoatesino, ormai tormentato da mesi da ripetuti acciacchi fisici. Nello sport professionistico del XXI secolo non si inventa nulla dal tramonto all’alba. Se non ci si può preparare quantomeno nel medio periodo, non c’è modo di essere competitivi. Dunque tanto di cappello all’esperto sudtirolese per essere riuscito a presentarsi a Oberhof e a reggere il confronto senza sfigurare con chi, viceversa, scoppiava di salute.

A pesare sul bilancio di casa Italia è il rendimento di Tommaso Giacomel, respinto dalle difficoltà proposte dal poligono della Selva di Turingia. Il trentino non ha rispettato le attese della vigilia, poiché non ha centrato alcun piazzamento nei primi 15 dopo averne inanellati otto nelle dieci gare antecedenti alla manifestazione iridata (compresi svariati top-6). Il motivo? Una precisione inadeguata a terra (51,4%).

Quantomeno il giovane azzurro ha risposto “Presente!” nelle prove miste, fregiandosi di due medaglie al fianco di altri compagni d’avventura. Ci sta, non si può pretendere tutto e subito. I pendagli metallici, peraltro, non erano certo scontati.

Nell’ambito maschile, se volessimo utilizzare il gergo del sistema di punteggio Stableford, Oberhof 2023 per l’Italia andrebbe classificato alla voce “Bogey”. Un colpo sopra il par. Capita, soprattutto se la “buca” è particolarmente ostica come quella del contesto iridato appena concluso. Non sempre tutto può filare per il verso giusto come accaduto, per esempio, nella staffetta femminile. Ci si attendeva qualcosa di più, ma non siamo di fronte a un “buco nell’acqua” o a un “fiasco”.

COMINCIA IL RETTILINEO D’ARRIVO

Adesso ci sarà una settimana di pausa, dopodiché comincerà il rush finale della Coppa del Mondo. Nel settore femminile Vittozzi e Wierer possono ambire quantomeno al podio della classifica generale, essendo rispettivamente terza e quarta nella graduatoria assoluta con 641 e 603 punti.

Per la verità non sono ancora completamente tagliate fuori dalla rincorsa alla Sfera di cristallo, ma le possibilità di rimontare contemporaneamente su Julia Simon (811) ed Elvira Öberg (735) sono ridotte. Ci sono comunque ancora 630 punti teoricamente in palio, che proprio pochi non sono.

Nel settore maschile tutti gli azzurri andranno alla caccia di qualche buon risultato con l’obiettivo di finire al meglio l’inverno e approcciare con fiducia la preparazione alla stagione 2023-24.

Foto: La Presse

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