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Biathlon, Mondiali Oberhof 2023. L’Italia sogna una medaglia nella staffetta femminile, infilandosi tra egemonie e maledizioni altrui

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Lisa Vittozzi - Dorothea Wierer

Archiviato il secondo giorno di pausa, i Mondiali di biathlon di Oberhof 2023 sono pronti al gran finale. Sabato 18 febbraio è interamente dedicato alle staffette monosesso. Quella femminile prenderà il via alle ore 15.00 e sarà la XXXI della storia a conferire titolo iridato. Al pari di sprint e individuale, il format è presente sin dall’edizione 1984, la prima aperta alle donne.

Bisogna però sottolineare come la prova abbia più volte cambiato connotati nel corso del tempo. Originariamente si trattava di una 3×5 km, ovvero tre frazioniste percorrevano cinquemila metri a testa. Con l’innalzamento dei chilometraggi, avvenuto nell’inverno 1988-89, la staffetta assume la conformazione di 3×7.5 km. Nel 1992-93 le frazioniste salgono a quattro, con relativa trasformazione della gara in 4×7.5 km, unico caso di competizione disputata sulla stessa distanza sia dagli uomini che dalle donne. Infine dal 2002-03 si decide di ridurre a 6 i km di ogni frazione, conferendo alla staffetta la sua attuale struttura di 4×6 km.

Dal punto di vista storico si può identificare un autentico spartiacque nelle gerarchie, coincidente con il crollo dell’Unione Sovietica. Infatti, sino a quando è esistita, l’Urss è risultata invincibile, poiché ha conquistato tutti gli 8 titoli iridati messi in palio tra il 1984 e il 1991.
Dopo un estemporaneo successo della Repubblica Ceca, a partire dalla metà degli anni ‘90 il ruolo di nazione egemone è stato assunto dalla Germania. A seconda del periodo temporale le tedesche hanno però avuto una precisa antagonista. Sino al primo decennio del terzo millennio questa era la Russia, mentre a partire dagli anni ’10 del ventunesimo secolo la sfidante principale delle teutoniche è diventata la Norvegia.

Calendario Mondiali biathlon 2023: quando iniziano, orari giornalieri, programma, tv, streaming

Dunque solamente cinque nazioni sono salite sul gradino più alto del podio della staffetta iridata. La Germania vanta 10 titoli mondiali (1995, 1996, 1997, 1999, 2007, 2008, 2011, 2012, 2015, 2017). L’Unione Sovietica si è imposta 8 volte (1984, 1985, 1986, 1987, 1988, 1989, 1990, 1991). Ha invece primeggiato in 6 occasioni la Norvegia (2004, 2013, 2016, 2019, 2020, 2021), che nel corso dello scorso quadriennio ha superato la Russia, da tempo ferma a 5 (2000, 2001, 2003, 2005, 2009). Infine ha festeggiato in 1 occasione anche la Repubblica Ceca (1993). Chiaramente, i successi russi non possono essere assimilati a quelli sovietici poiché quasi sempre i terzetti dell’Urss comprendevano atlete di altre repubbliche, quali Estonia e Bielorussia.

Se i Paesi vincitori sono solo cinque (di cui uno oggi sparito dalle carte geografiche), l’elenco di quelli capaci di salire su uno degli altri due gradini del podio è decisamente più lungo. Infatti sono tredici le nazioni in grado di ottenere almeno una medaglia, come testimoniato dal medagliere complessivo:
20 (10-6-4) – GERMANIA
17 (6-6-5) – NORVEGIA
12 (0-8-4) – FRANCIA
10 (0-4-6) – UCRAINA
9 (5-2-2) – RUSSIA
8 (8-0-0) – URSS
4 (0-3-1) – SVEZIA
2 (1-0-1) – REP.CECA (Compresa Cecoslovacchia)
2 (0-0-2) – BIELORUSSIA
2 (0-0-2) – FINLANDIA
2 (0-0-2) – ITALIA
1 (0-1-0) – BULGARIA
1 (0-0-1) – STATI UNITI
Come si può notare, sulla Francia e sull’Ucraina vige una sorta di maledizione. In ambito iridato i due Stati sono saliti sul podio 22 volte, senza però mai calcare il gradino più alto! Complessivamente assommano infatti 12 argenti e 10 bronzi. Eppure, curiosamente, entrambe le nazioni hanno vinto in ambito olimpico, rispettivamente nel 1992 e nel 2014!

Per quanto riguarda l’Italia, le due medaglie di bronzo sono molto recenti.
La prima è arrivata a Nove Mesto, il 15 febbraio 2013. Dorothea Wierer, Nicole Gontier, Michela Ponza e Karin Oberhofer conclusero alle spalle di Norvegia e Ucraina.
La seconda è invece stata ottenuta a Kontiolahti, il 13 marzo 2015. Lisa Vittozzi, Karin Oberhofer, Nicole Gontier e Dorothea Wierer si piazzarono alle spalle di Germania e Francia.

STAGIONE 2022-2023

Nella stagione in corso si sono disputate 4 staffette, nelle quali si sono imposte tre nazioni diverse e sono saliti sul podio cinque differenti Paesi.

La sola entità capace di ripetere un successo è stata la Francia, che ha primeggiato a Hochfilzen e Anterselva. La prova di Kontiolahti è invece stata appannaggio della Svezia, mentre la Norvegia ha trionfato a Ruhpolding.

In tema di podi sono però altre a menare le danze. Svezia (1-2-0) e Germania (0-2-1) hanno raccolto 3 piazzamenti nella top-three a testa. Difatti la Francia (2-0-0), se non ha vinto, non si è attestata nelle primissime posizioni. Sono, infine, 2 le presenze nel gotha della gara di Norvegia (1-0-1) e Italia (0-0-2).

Dunque, come si può notare, tutti i Paesi in grado di issarsi sul podio hanno saputo replicare la propria performance, indice di come i valori siano relativamente definiti.

Riguardo l’Italia, questi sono i quartetti schierati in ognuna delle quattro staffette, con il relativo piazzamento al termine della competizione:

KONTIOLAHTI (9° posto)
Comola – Vittozzi – Carrara – Passler

HOCHFILZEN (3° posto)
Passler – Wierer – Comola – Vittozzi

RUHPOLDING (3° posto)
Comola – Vittozzi – Passler – Wierer

ANTERSELVA (4° posto)
Passler – Wierer – Auchentaller – Vittozzi

Foto: Federico Angiolini

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