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Biathlon, Mondiali Oberhof. Sono il 3, il 7 e il 13 i numeri chiave della manifestazione iridata

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Johannes Boe

I Mondiali di biathlon di Oberhof sono passati agli archivi. Ora che la manifestazione iridata si è compiuta, è doveroso tornare su quanto accaduto dall’8 al 19 febbraio allo scopo di capire qual è l’eredità lasciata dall’appuntamento tedesco e quali connotati siano stati cambiati dagli eventi accaduti in Turingia. Sono tre i temi più pregnanti emersi nelle ultime due settimane.

LE 7 MERAVIGLIE DI JOHANNES BØ

Le imprese più grandi non si sono concretizzate, pur restando possibili sino all’ultimo momento. Il norvegese partiva con l’ambizione di vincere tutte le medaglie d’oro. Ne sono arrivate 3 su 4 individuali e 5 su 7 complessive. Non male, ma il “Mondiale perfetto” è rimasto utopia.

Cionondimeno, il ventinovenne scandinavo è diventato il primo uomo a fregiarsi di 5 pendagli aurei nella stessa manifestazione iridata (sinora il traguardo era stato tagliato solo da Laura Dahlmeier e Marte Røiseland Olsbu). Inoltre 7 medaglie su 7 gare (se non ha vinto, è arrivato l’argento o il bronzo), sono una meta mai raggiunta da nessuno in ambito maschile.

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MARTE RØISELAND FA 13

I successi nella staffetta mista e nella single mixed hanno consentito alla norvegese di stabilire il nuovo primato di medaglie d’oro iridate. La scandinava ne ha raccolte ben 13 nell’arco della sua carriera, superando il record di Magdalena Neuner (12).

È anche vero che la tedesca aveva a disposizione meno gare (quella a coppie non esisteva) e, soprattutto, la metà dei successi della bavarese sono individuali, mentre Røiseland ne assomma “solo” 2 in quest’ambito. Tredici ori sono, però, tredici ori! E per parafrasare il Doge di “Faccia d’Angelo”. ‘Xe gli ori che conta, xe gli ori che resta, xe gli ori che comanda’.

SOLO 3 NAZIONI A MEDAGLIA FRA I MASCHI

Il dato più eclatante in assoluto è rappresentato dal fatto che appena tre nazioni abbiano raccolto medaglie nel settore maschile. Si tratta del minimo possibile, poiché nella staffetta giocoforza tre devono essere i Paesi a salire sul podio!

La Norvegia ha recitato la parte della leonessa (3 ori, 4 argenti, 2 bronzi) e solo la Svezia (1 oro, 1 argento, 3 bronzi) le ha tenuto testa. Infine, la Francia (1 oro) è stata l’unica a spezzare il predominio scandinavo.

Non si tratta di una dinamica inedita. Da quando i Mondiali comprendono cinque gare maschili (1999) si era già verificata nel 2008. All’epoca furono Norvegia (3-4-1), Russia (2-1-2) e Germania (0-0-2) a spartirsi i pendagli metallici.

Va però sottolineato un fatto assolutamente privo di precedenti. Quindici anni fa, ognuno dei tre Paesi citati si era fregiato almeno di una medaglia individuale. A Oberhof 2023, invece, solo Norvegia (3-3-2) e Svezia (1-1-2) hanno portato un proprio atleta nella top-three.

L’ultima volta in cui capitò fu nel 1978, ma all’epoca esistevano solo la 20 km e la sprint.

Foto: LaPresse

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