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Ciclismo su pista, Marco Villa: “A Parigi 2024 per 6 medaglie, porte aperte a tutti. Il calendario è un problema”

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È buono il bilancio dell’Italia agli Europei di ciclismo su pista di Grenchen che ha chiuso con sette medaglie: 3 ori, 3 argenti e 1 bronzo, cinque delle quali sono state conquistate in specialità olimpiche. A conclusione della rassegna continentale abbiamo raggiunto telefonicamente il c.t Marco Villa per stilare un bilancio di questa prima gara di qualificazione olimpica in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024: “Il bilancio di questi Europei è ottimo, ci interessavano le specialità olimpiche, soprattutto il quartetto, che una volta qualificato è quello che ti garantisce anche i posti nella Madison e nell’Omnium. Sono felice di quello che siamo riusciti a fare a Grenchen, i prossimi appuntamenti adesso saranno le Coppe del Mondo“.

Il quartetto si è preso la rivincita sulla Gran Bretagna. In prospettiva pensi che avremo qualcosa in più dei britannici o saranno sempre sfide tirate?

“Nella finale del quartetto c’è stata qualche incomprensione tra i ragazzi che ci sarebbe costata cara se non avessimo avuto abbastanza margine sulla Gran Bretagna, nazionale che non aveva Hayter che è davvero molto forte. Noi abbiamo inserito anche Manlio Moro, era un po’ un rischio, ma prima o poi dovevo provare. Non è facile entrare in un quartetto come il nostro, ma invece si è fatto trovare pronto e l’ha gestita molto bene. Sarà sicuramente una pedina in più per il nostro quartetto”. 

Simone Consonni ha fatto un salto di qualità straordinario: è più maturo e consapevole. Ha la possibilità di essere titolare alle Olimpiadi nell’Omnium? In base a cosa deciderai?

“Consonni anche agli scorsi Europei ha corso un bell’Omnium, per me non è una sorpresa ma è sempre stato una certezza. Mi dispiace che sia mancato Elia, ma sono felice della bella prova di Simone. Noi lavoriamo fino a Parigi, poi vedremo”. 

Come verranno scelti i cinque ragazzi che voleranno il prossimo anno a Parigi? 

“Il punto principale sarà il quartetto, essendo anche la prima specialità che verrà corsa e di conseguenza penserò all’Omnium e alla Madison. Elia logicamente per essere il +1 (il quinto convocato, ndr) deve andare forte come ha sempre fatto, ma se dovesse avere dei problemi, anche Scartezzini potrebbe essere il +1 per la Madison. Le porte sono aperte per tutti, vedremo chi sarà nella miglior condizione”. 

Ganna non farà più pista fino ai Mondiali: sarà un problema per la qualificazione olimpica o sei tranquillo?

“Adesso ci sono le Coppe del Mondo, ma avevo già in testa che Pippo non ci sarebbe stato, così come gli altri ragazzi che hanno tanti impegni su strada come Milan e Consonni”. 

Qual è il bilancio delle ragazze a Grenchen?

“Un bilancio positivo, sono soddisfatto. Ci sono degli aspetti su cui dobbiamo ancora lavorare, ma nel complesso siamo sulla strada giusta”. 

Per Parigi 2024 l’Italia può giocarsi l’oro solo con i quartetti, o confidi che potremo giocarcela anche con Omnium e Madison?

“A Tokyo sono partito con l’idea di fare medaglia in tutte e tre le discipline. Adesso, anche se manca più di un anno, dico che punteremo alle sei medaglie: tre con i ragazzi e tre con le ragazze”. 

Le britanniche sono andate forte: merito dell’attività su pista che fanno tutto l’anno, mentre le nostre si dedicano alla strada?

“Loro qualche gara in più durante l’anno la fanno, a noi manca un po’ di tecnica ma a livello di prestazioni siamo forti. C’è da sistemare un po’ di sincronismi soprattutto nella Madison”. 

Nella Madison, ad oggi, qual è l’accoppiata giusta in campo femminile? Hai giù un’idea in vista del prossimo anno? 

“Le sto provando tutte, non ho ancora un’idea chiara. Avremo diverse possibilità prima di Parigi per capire quale sarà la coppia da schierare alle Olimpiadi. Mi piacerebbe provare nella Madison anche Arianna Fidanza, magari lo farà già alla prossima Coppa del Mondo a Giacarta”. 

Mattia Predomo ha buone possibilità di qualificarsi a Parigi? E quali prospettive prevedi per lui?

“Noi siamo fiduciosi, sarebbe stato più semplice se avessimo avuto un anno in più a disposizione, adesso siamo già nel pieno della qualifica olimpica e Predomo ha bisogno di fare ancora esperienza per poter primeggiare in questa specialità. Agli Europei mi è piaciuto tantissimo, ha dimostrato di avere tante doti”. 

In estate come sarà possibile conciliare ai Mondiali pista e strada? 

“Penso sia conciliabile. Il problema sarà alle Olimpiadi perché il giorno prima del quartetto (2 giorni prima, ndr) c’è la prova su strada e noi a Parigi andremo per riconfermare quanto fatto a Tokyo, questa è sempre stata la nostra idea. È chiaro che la penultima parola spetta alla Federazione e l’ultima ai corridori stessi, ma credo che il progetto che abbiamo in pista meriti di andare avanti”. 

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