Formula 1
F1, domani la presentazione della SF-23. Come sarà? “La sola Ferrari bella è quella che vince”
Domani verrà svelata al mondo la Ferrari SF-23, il mezzo con cui la Scuderia di Maranello andrà all’assalto di un titolo iridato che manca ormai da tre lustri. Bisognerà aspettare i giorni del 23, 24 e 25 febbraio per avere i primi riscontri dell’efficacia della nuova vettura, ma i test di Sakhir emetteranno solamente un responso preliminare, destinato a essere a vidimato o totalmente ribaltato dal GP di Bahrain di due settimane dopo.
L’unica conclusione che potrà essere tratta domani sarà prettamente estetica. La data di San Valentino è stata scelta per caso, oppure c’è un significato recondito? Sarà una Rossa splendida, in grado di generare un immediato colpo di fulmine tra i Tifosi? O, viceversa, vedremo un’auto all’apparenza discutibile destinata a suscitare dubbi sul piano visivo, ma nella quale sono in realtà nasconde intime qualità tutte da scoprire?
L’estetica è cruciale per un marchio quale Ferrari. Non tanto per quanto riguarda la F1, bensì nell’ottica del comparto commerciale. Le auto, a quel livello, si vendono soprattutto se sono belle. La dinamica, fortunatamente, non ha senso di esistere nel contesto agonistico. Gli ingegneri hanno il compito di creare una monoposto competitiva, non gradevole all’occhio. Anzi, a prescindere dal detto ‘De gustibus non disputandum est’, talvolta le due realtà sono in aperto contrasto. La storia del Cavallino Rampante lo insegna.
Per esempio, la 312 T4 del 1979 era tutto fuorché piacevole a vedersi. Tozza, spigolosa e sgraziata, è passata alla storia come una delle Ferrari più brutte mai prodotte. Eppure il suo aspetto era dovuto alla necessità di allungare le pance laterali per creare quanto più effetto suolo possibile, non potendo creare un tubo di Venturi al retrotreno a causa delle dimensioni del motore 12 cilindri con angolo fra le bancate di 180°. Oltre a essere affidabile e facile da assettare, grazie al suo escamotage la goffa 312T4 riuscì a vincere il Mondiale, superando la concorrenza delle futuristiche e maestose wing car che stavano sempre più prendendo piede.
Viceversa, una delle Rosse più belle di ogni epoca è la F92A del 1992, addirittura progettata rifacendosi a soluzioni utilizzate in aeronautica. In particolare le prese d’aria delle fiancate erano separate dal corpo vettura, come sugli aerei militari. Difatti, la monoposto fu ribattezzata “caccia con le ruote”. Bellissima, certo, ma inguidabile. Idee rivelatesi brillanti in galleria del vento si rivelano totalmente inefficaci e controproducenti in pista, tanto che la stagione fu disastrosa.
Chiedete a un ferrarista se ricorda con più piacere la 312T4 o la F92A… Come diceva il Drake, “La sola Ferrari bella è quella che vince”. In tal senso, di monoposto marchiate con il Cavallino Rampante “belle” secondo i canoni del grande Enzo, non se ne vedono da troppo tempo. Chissà, forse San Valentino 2023 sarà il momento in cui a Maranello ritornerà quella bellezza perduta, capace, il 26 novembre (non per caso tra nove mesi), di partorire il primo titolo iridato dal 2007 a oggi…
Foto: La Presse