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Giovanni Malagò parla chiaro: “Dobbiamo tutelare le società di base, un atleta non nasce campione”

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Giovanni Malagò

Nel corso della presentazione del libro “Società sportive 2030“, edito da Giunti e scritto dal numero uno del Csi Milano, Massimo Achini, che si è tenuta nel Salone d’Onore del CONI, il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, ha parlato chiaro sulla gestione della pratica sportiva, relativamente alla differenziazione tra sport di vertice e di base.

A detta di Malagò, in questo modo, non si va nella giusta direzione: “Chiariamo subito ancora una volta che il Coni parte dalla base e arriva al vertice. Un atleta non nasce campione, lo diventa e l’idea che qualcuno si debba occupare di sport di vertice, mentre altri di quello di base è una castroneria. La base è il vertice e il vertice ha bisogno della base. Noi senza le Asd non tocchiamo più palla. Oggi dobbiamo tutelare le società di base” (fonte: ANSA).

Il presidente del CONI ha poi aggiunto: “Lo leggevo ieri, 15 anni fa l’Italia incassava 400 milioni in più sul sistema dalle sponsorizzazioni sportive. E, se a questo aggiungiamo l’impennata dell’inflazione, le conseguenze recenti della guerra e del Covid è evidente che chi ha sofferto più di tutti questa situazione sono le società di base che hanno perso tutta la filiera che gli dava una grande mano. E quello che il libro racconta è una visione per la quale ci dobbiamo preparare“.

Una presentazione che ha visto presenti anche Vittorio Bosio, presidente Csi, e Marco Brunelli, segretario generale della Federcalcio. E’ chiaro che il messaggio di Malagò sia di ammonimento rispetto a quello che sono le idee su come far funzionare la “macchina”. Non resta che attendere.

Foto: LaPresse

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