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Jannik Sinner spaventa Medvedev, ma non basta: cos’è mancato all’azzurro. Dopo la vittoria su Tsitsipas…

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Jannik Sinner non ce l’ha fatta. L’altoatesino è stato sconfitto nella Finale dell’ATP500 di Rotterdam dal russo Daniil Medvedev. 5-7 6-2 6-2 lo score in favore del russo e nei fatti per Sinner si tratta della quinta sconfitta in altrettanti match contro il russo e di una media decisamente negativa nei confronti diretti con i giocatori che lo precedono in graduatoria. Nel caso specifico parliamo del 42% di vittorie in carriera.

Ma nella sfida contro l’ex n.1 del mondo cosa è mancato? In primis, il fattore fisico. La successione di sette partite in dieci giorni può aver inciso. Sinner, infatti, era reduce dalla settimana di Montpellier nella quale si era imposto e aggiudicato il settimo titolo in carriera. Di conseguenza, qualcosa nella gambe sarà rimasto e per affrontare un Medvedev in grande spolvero come quello visto a Rotterdam, serviva il 100% dell’altoatesino.

Il secondo aspetto riguarda il servizio, strettamente legato a una riserva di energie limitato. E’ chiaro che con maggior acido lattico nei muscoli, l’efficienza nel fondamentale viene meno e ciò si è palesato soprattutto dopo il grandioso primo set disputato da Jannik.

RENDIMENTO AL SERVIZIO

Primo set

71% dei punti con la prima di servizio
47% dei punti con la seconda di servizio

Secondo set

60% dei punti con la prima di servizio
38% dei punti con la seconda di servizio

Terzo set 

50% dei punti con la prima di servizio
56% dei punti con la seconda di servizio

Oltre a ciò è evidente anche il dato del numero degli errori non forzati, in relazione ai vincenti:

VINCENTI/GRATUITI

Primo set

14/10

Secondo set

10/8

Terzo set 

7/12

In sostanza, i numeri confermano questo rendimento in calo. Ovviamente, ci sono anche gli indubbi meriti di Medvedev che dal secondo set è salito di livello. Resta l’evidenza di un Sinner in grado di creare grattacapi a un giocatore di altissimo livello, ma non in grado di mantenerlo a lungo. Nelle prossime partite scopriremo se questo sarà un limite duraturo o meno.

Foto: LaPresse

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