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“Maurizio racconta…”: meglio Tony Cairoli o Stefan Everts? I nuovi criteri di qualificazione della UEFA

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LA UEFA HA PENSATO ALL’ITALIA PER I NUOVI CRITERI DI QUALIFICAZIONE AI MONDIALI?

Pochi giorni fa la UEFA ha annunciato i nuovi format delle qualificazioni (Europei e Mondiali di Calcio) per i tornei che organizza per rappresentative nazionali, con effetto immediato a partire dal 2024. La novità più importante è rappresentata dalla riduzione delle squadre partecipanti ai gironi eliminatori, con ovvio aumento della quantità dei raggruppamenti (saranno 12!). Rispetto alle cinque o sei attuali, le squadre scenderanno a quattro o cinque. Si qualificheranno le prime di ogni raggruppamento, mentre le altre quattro usciranno dagli spareggi tra le seconde classificate. Infatti, secondo da quanto dichiarato dal massimo ente regolatore del pallone nel Vecchio Continente, questo cambio è dovuto all’aumento fino a 16 squadre europee per il prossimo torneo iridato del 2026.

Ma, leggendo tra le righe, forse la motivazione è un’altra: la UEFA ha capito che assenze di nazionali top dalle fasi finali, come quella degli azzurri a Qatar 2022, non solo diminuisce il tasso tecnico dell’evento, ma anche l’interesse mediatico sul medesimo. Tutto questo comporta, di conseguenza, un minor ritorno economico per le loro arche. Ecco forse spiegato l’aumento dei raggruppamenti europei, per evitare il più possibile gli scontri tra squadre “nobili”, come successe per Russia 2018 con Italia e Spagna sorteggiate nello stesso girone. Inoltre, dal mio punto di vista, i campioni di ogni continente dovrebbero qualificarsi di diritto per le fasi finali di ogni mondiale, evitando le qualificazioni, per indiscussi meriti tecnici. Ma questa decisione spetta alla FIFA e non alla UEFA, con quest’ultima che dunque ha dovuto agire per evitare ulteriori possibili beffe in futuro.

CHI È IL PIÙ GRANDE PILOTA DI MOTOCROSS DI TUTTI I TEMPI?

Chi è stato il più grande di tutti i tempi nel Motocross, Antonio Cairoli o Stefan Everts? Se prendessimo in considerazione unicamente i titoli iridati vinti, dovremmo rispondere a questa domanda indicando il belga visti i 10 Mondiali vinti in carriera, uno in più del siciliano (9).

Secondo me, è il nativo di Patti (Messina) il più forte centauro che abbia mai corso sulle piste di sabbia e fango in questa disciplina. Il dibattito è chiaramente aperto, si tratta di opinioni soggettive, tuttavia queste sono le mie motivazioni.

a) Cairoli non ha mai potuto disporre di grandi risorse, allenandosi tra Roma e il Belgio, la “patria” della disciplina dove proprio Everts ha potuto contare –sin da bambino- con le piste a più elevato coefficiente di difficoltà.
b) La tecnica raffinata del messinese sui terreni morbidi è stata ineguagliabile, diventando il miglior esponente al mondo su questi fondi di piste sabbiose. Tutti sappiamo che nel motocross la partenza è fondamentale, e la tecnica sublime (oltre a dei riflessi fulminei) con cui Cairoli arrivava all’imbuto della prima curva, quasi sdraiato di pancia sulla sella, nessuno ha saputo avvicinarla. 
c) Cairoli ha vinto 6 dei suoi 9 titoli in MX1 e MXGP con una KTM di cilindrata 100 cc in meno degli avversari. Dunque, una 350 e non una 450 cc. Un azzardo, una follia. Ma non per lui, che con meno potenza ma anche meno peso totale, ha sviluppato una moto come se gli fosse cucita addosso: un mix esplosivo che ha stupito il mondo intero.
d) Oltre ai successi e ai titoli iridati, Cairoli è diventato il simbolo del Motocross e con il suo 222 – un po’ alla Valentino Rossi con il 46 in MotoGP- ha fatto innamorare intere generazioni che avevano come lui un sogno nel cassetto. Lui è l’incarnazione di chi, partendo dal nulla, può arrivare in cima al mondo con lavoro, umiltà e passione.

Maurizio Contino

Foto: LivePhotoSport

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