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Nuoto, Fabrizio Antonelli: “Provo a stimolare Gregorio Paltrinieri con sfide sempre nuove. Analizziamo le correnti della Senna per Parigi 2024”

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Gregorio Paltrinieri e Fabrizio Antonelli

Il sole e il caldo di Sharm El Sheik per sbocciare in primavera con la Coppa del Mondo in acque libere. Poi si salirà in montagna per preparare i Campionati italiani assoluti e dall’altura discesa a picco su Riccione per provare a centra subito il Mondiale di luglio. Fabrizio Antonelli e i fondisti azzurri, con Gregorio Paltrinieri a fare da battistrada, sono in Egitto fino al 12 febbraio. Il gruppo è guidato dal coordinatore tecnico Stefano Rubaudo e nello staff tra i tecnici c’è proprio Antonelli. Un collegiale di quasi un mese tra piscina (vasca da 50 metri a dieci corsie) e il mare con temperature ideali per lavorare al meglio in un contesto quasi di vacanza che rende anche più piacevole la fatica. Perché con Antonelli, che due anni fa è stato eletto il tecnico più bravo dell’anno, è difficile riposare. «Non sono un grande fan dello scarico», ci tiene a ribadire anche stavolta.

Fabrizio Antonelli, che esperienza è questo collegiale per gli azzurri?

“Una bella esperienza, una buona idea per rispettare l’allenamento in acque libere nella fase iniziale e generale della preparazione. Abbiamo trovato un buon clima sia come logistica con con ottima disponibilità di orari per la vasca. Dal villaggio possiamo raggiungere il mare agevolmente e fare allenamento. Cambiare ambiente è un buon modo per rilanciare la motivazione. Vedo i ragazzi carichi: si impegnano e nel fine settimana hanno modo di svagarsi insieme. Dobbiamo ringraziare la Federazione per avercelo consentito, siamo riusciti a contenere i costi perché qui è bassa stagione, abbiamo avuto disponibilità di tutti gli organi federali e i ragazzi stanno ripagando con grande impegno”.  

Prima dell’Egitto per te c’è stato il Brasile con un ruolo da docente…

“È stato bello perché ho condiviso la mia esperienza con un gruppo di allenatori che hanno partecipato a un corso organizzato del comitato olimpico brasiliano che ha previsto una settimana di affiancamento a un tecnico internazionale. Ho cercato di trasmettere la mia idea di nuoto tra teoria e pratica. È stato un bel modo di vivere il mestiere dell’allenatore per una settimana”.

Quanti cammelli può valere l’esperienza dell’allenatore di Gregorio Paltrinieri?

“Ah, questo non lo so (ride, ndr), però proverò a informarmi”.

I test nella vasca ergometrica del Coni per affrontare la Senna: spiegaci meglio.

“Li avevamo già fatti tempo fa con Rachele (Bruni, ndr) e Arianna (Bridi, ndr) per fare dei test sul V2max, ma ora mi interessano più parametri biomeccanici e tecnici per cercare di inquadrare nuotata migliore e più efficiente per ognuno dei ragazzi. Crediamo che questi test possano darci una mano nel caso dovessimo riscontrare nella Senna situazioni di correnti contrarie rilevanti. Ne capiremo di più dopo il test event estivo sul campo gara, in prossimità del ponte Alessandro III”.

Come proseguirà la stagione di Gregorio e del tuo gruppo in primavera?

“Ci divideremo tra Coppa del mondo in acque libere e piscina con gli Assoluti in un macro-ciclo preparatorio che porterà poi ai Mondiali”.

A proposito, che cosa rappresenta Fukuoka?

“I tre medagliati saranno già qualificati per Parigi e mettere in cassaforte un biglietto per i Giochi, già un anno prima, ci consentirebbe di cambiare le prospettive in vista dell’anno successivo che sarà fitto di impegni”. 

Come si fa ad affrontare una stagione di transizione dopo quella impegnativa dello scorso anno con gli Europei in casa e l’orizzonte già proiettato a Parigi?

“Abbiamo iniziato a regimi ridotti, nove sedute di allenamento a settimana fino ai Mondiali di dicembre.  Stiamo iniziando a incrementare ora. Obiettivo è stato dare un po’ di respiro soprattutto ai ragazzi più grandi. Gregorio ovviamente ha il mirino su Parigi, ma  sappiamo che dobbiamo provare a crescere ancora senza  premere troppo sull’acceleratore nel pieno rispetto delle sue esigenze e motivazioni”.

Fefè De Giorgi dice sempre: vincere è difficile, ma riconfermarsi lo è ancora di più. Fabrizio Antonelli come fa a spingere Gregorio sempre sulla cresta dell’onda?

Con Gregorio è facile perché si sa motivare da solo, è molto professionale. Ma cerco sempre di stimolarlo provando a incuriosirlo con una preparazione che non sia appiattita su cose sempre uguali. Proviamo a cercare sempre nuove sfide“.

Il sogno di Antonelli per il 2024?

“Io non sono uno di quelli che sogna molto. Magari sogno, ma poi la mattina successiva non mi ricordo mai niente. Forse un sogno ce l’ho, ma non lo ricordo. Se poi dovesse venirmi in mente, da qui al 2024, te lo faccio sapere”.

Foto: Lapresse

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