Olimpiadi
Olimpiadi Milano-Cortina 2026, Ambesi lancia l’allarme sugli impianti: tra incuria e cantieri inesistenti
La situazione relativa all’impiantistica delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 appare tutt’altro che rosea: non solo la costruzione di alcuni edifici appare ben lungi dall’essere vicina all’inizio dell’apertura cantieri, ma addirittura non è ancora chiaro quali siti ospiteranno determinati eventi (un esempio lampante è la pista di bob a Cortina: malgrado le rassicurazioni delle amministrazioni locali e regionali, la località austriaca di Igls resta alla finestra…).
Massimiliano Ambesi, noto giornalista di Eurosport da oltre una decade, ha svolto un reportage nella città di Milano, fotografando una situazione a dir poco allarmante e desolante. Siamo ad inizio febbraio 2023, le Olimpiadi inizieranno fra tre anni, eppure appaiono come un miraggio in un deserto arido e desolato.
La situazione più preoccupante riguarda il palazzetto del ghiaccio che “dovrebbe” ospitare il torneo di hockey: “Nella mattinata odierna, mi sono recato a Lampugnano, ridente rione milanese dove dovrebbe sorgere uno dei palazzi del ghiaccio destinati a ospitare gli incontri di hockey degli imminenti Giochi Olimpici del 2026. Lo spaccato in cui mi sono imbattuto si è rivelato desolante.
Roditori e sporcizia a parte, non solo la vecchia struttura non è stata ancora abbattuta, ma non esiste minimamente l’ombra di un cantiere. Peraltro, non è presente in loco alcuna indicazione relativa alla destinazione olimpica dell’area, ma, da quanto si apprende, complici alcune mancanze rispetto alle legittime richieste del CIO, non è stato ancora approvato un progetto definitivo. L’unica nota positiva è rappresentata dalla vicinanza con la fermata della metropolitana e con un trafficato capolinea di linee di autobus interregionali“.
Il quadro sembra solo leggermente migliore per quanto riguarda un altro sito, sebbene i lavori non siano ancora cominciati: “Piuttosto perplesso per quanto constatato, mi sono messo in marcia in direzione Milano Santa Giulia, speranzoso che i lavori per il nuovo Palazzo dello Sport da quasi ventimila posti fossero già iniziati. Grazie a coincidenze fortunate con le varie linee della metropolitana, il trasferimento è durato meno di 50 minuti, fatto tutto sommato positivo. In questo caso, nonostante la lunga isola pedonale tra la stazione di Rogoredo e l’area del Palazzo dello Sport sia stata ormai da tempo completata, la prima pietra dell’impianto è ben lungi dall’essere ancora posata e, eccezion fatta per la recinzione della vasta area, i lavori appaiono ancora al palo“.
Ambesi ha dunque lanciato un accorato grido d’allarme, consapevole di come l’Italia stia rischiando seriamente di andare incontro ad una incresciosa brutta figura nei confronti del CIO (e del mondo intero…), lasciando trapelare per l’ennesima volta il messaggio di come l’eccessiva burocrazia si tramuti in inefficienza gestionale ed amministrativa: “Considerando che nel 2025, entrambe le strutture andranno messe alla prova con le rituali competizioni di prova, in gergo “test event”, il tempo rischia di diventare tiranno, fermo restando che, per quanto riguarda Lampugnano, le idee appaiono piuttosto confuse. Alla luce della situazione, chi di dovere dovrà farsi trovare pronto nonchè edotto perché, prima o poi, la stampa generalista inizierà a porre una lunga serie di interrogativi e sarà necessario fornire tutte le spiegazioni del caso. Non resta che incrociare le dita e sperare in un lieto fine. Nel mentre, Torino resta alla finestra…“.