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Sci Alpino

Sci alpino, le pagelle del gigante maschile: non dilapidiamo il talento di Della Vite, Borsotti stupisce

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Filippo Della Vite

PAGELLE GIGANTE MASCHILE MONDIALI SCI ALPINO 2023

Marco Odermatt, 10: è il nuovo deus ex machina dello sci alpino, ciò che per quasi 10 anni era stato l’austriaco Marcell Hirscher. Classe 1997, ha già in bacheca un oro olimpico e due ai Mondiali, oltre alla Coppa del Mondo generale (con la seconda in arrivo). Lo svizzero è destinato ad attaccare tanti record di questo sport. Oggi ha vinto senza impressionare come aveva fatto in discesa, eppure imporsi da favoriti è per pochi eletti.

Loic Meillard, 9.5: paga la prima manche troppo angolata per i suoi gusti. Nella seconda (tracciata, va ricordato, dall’allenatore degli elvetici) si è scatenato, realizzando il miglior tempo assoluto e mettendo persino paura al fenomenale compagno di squadra. La vittoria di Schladming non era stata casuale. Non solo la Svizzera ha il migliore in assoluto (Odermatt), ma anche un altro atleta che può tranquillamente puntare al podio in gigante in ogni gara, peraltro competitivo anche in superG e slalom. Altrove sanno lavorare bene sulla polivalenza…

Marco Schwarz, 8: quanti sprechi per l’austriaco in questo Mondiale. Proprio come in combinata, sbaglia proprio nel finale e butta via ancora una volta l’oro. Ad ogni modo, potremmo aver trovato il vero rivale di Odermatt per i prossimi anni in ottica classifica generale di Coppa del Mondo. In questi Mondiali è arrivato 2° in combinata, 4° in superG, 3° in gigante. E, a differenza dell’elvetico, nasce come slalomista (anche se tra i pali stretti sta progressivamente perdendo smalto dopo essersi avviato sulla strada della polivalenza). Certo Odermatt è un fuoriclasse assoluto, Schwarz un campione più costruito. Ma in futuro potremo vederne delle belle.

Stefan Brennsteiner, 7: come per tutta la sua carriera, anche questa volta gli manca il centesimo per fare l’euro e chiude ai piedi del podio. Non è un fenomeno e l’età non è più dalla sua parte ora che è sbocciata l’era dei fenomeni svizzeri.

Henrik Kristoffersen, 6,5: chiude quinto, ma non è mai stato veramente in corsa per le medaglie. Non ha convinto, di sicuro gradisce una neve più molle rispetto a quella odierna che era stata barrata. Non buone sensazioni in vista dello slalom, dove comunque la musica potrebbe cambiare e sarà l’uomo da battere.

Filippo Della Vite, 7,5: disputa la miglior gara della sua giovane carriera proprio ai Mondiali, perché sinora in Coppa del Mondo non aveva mai chiuso tra i primi 10. Ha una sciata moderna, sa generare velocità, ha fisico e personalità. L’Italia non è (purtroppo) la Norvegia o la Svizzera, produce ricambi con il contagocce (o, talvolta, non ne produce affatto…). Per questo l’auspicio è che un talento come questo non venga dilapidato (come si sta facendo con Alex Vinatzer) e che possa venire valorizzato in vista di Milano-Cortina 2026.

Giovanni Borsotti, 7: siamo onesti, noi stessi eravamo scettici sulla convocazione del piemontese per questi Mondiali. Invece hanno avuto ragione i tecnici, perché si è superato, disputando la miglior gara stagionale e sfiorando la top10.

Luca De Aliprandini, 6: sufficienza di incoraggiamento. Il 15° posto è un passo avanti rispetto alle ultime apparizioni, qualcosa di meglio si è visto, ma i problemi tecnici permangono, perché non riesce a sviluppare velocità con la sua sciata frenetica.

Alex Vinatzer, 5: non aveva nessuna aspettativa, partecipava per fare esperienza. Dopo una buona prima manche, esce nella seconda, rischiando di farsi male. Era il caso di prendersi questi rischi a due giorni dallo slalom? Per il momento resta uno dei grandi incompiuti dello sci alpino italiano, ma il tempo e l’età sono ancora dalla sua parte per scacciare via questo epiteto.

Foto: Pentaphoto/Fisi

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