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Sci Alpino

Sci alpino, l’Italia poteva vincere il medagliere dei Mondiali. Potenza al femminile, ma segnali di futuro anche al maschile

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Con il pazzo slalom maschile è calato il sipario sui Mondiali di Courchevel/Meribel. Una gara folle, forse la più bella dell’anno, che ha regalato alla squadra azzurra la quarta medaglia della rassegna iridata. L’Italia ha chiuso con due ori, un argento ed un bronzo, terminando al quarto posto del medagliere, ma sfiorando clamorosamente anche la vittoria. 

Tutto è girato incredibilmente per una sola gara, proprio quella dove l’Italia era quasi sicura di vincere la medaglia d’oro e che invece alla fine ha permesso alla Svizzera di prendersi la testa e non lasciarla più. Si tratta della discesa femminile, con la vittoria a sorpresa di Jasmine Flury e con l’incredibile sconfitta di Sofia Goggia. Sarebbe stata la chiusura perfetta di una prima settimana mondiale indimenticabile, ma la bergamasca, dopo aver dominato la stagione, ha mancato proprio il grande appuntamento.

Le medaglie d’oro al Mondiale per Goggia restano zero e la delusione è sicuramente tanta per colei che andrà con ogni probabilità a vincere la quarta Coppa di discesa. Il valore dell’atleta non si mette assolutamente in discussione, ma è innegabile che ad ogni stagione ci sia una flessione nel mese di gennaio e febbraio, con Goggia che sembra essere meno dominante e con la bergamasca che spesso incappa nei tanti infortuni che le hanno condizionato ed a volte anche evitato la presenza a Mondiali ed Olimpiadi.

Si diceva di una prima settimana che poteva essere indimenticabile con tre ori, ma ne sono arrivati due da Federica Brignone e Marta Bassino. La valdostana ha poi raddoppiato con l’argento in gigante (proprio come lo scorso anno a Pechino 2022) e con la piemontese che può vivere di rimpianti per un errore nella prima manche che l’ha tolta dalla corsa per le medaglie, nonostante un’epica rimonta nella seconda.

E’ la conferma di un’Italia potenza assoluta al femminile. Le vittorie in combinata e superG, disciplina dove schieravamo un quartetto di altissimo livello (nessuno come il nostro). Vero c’è stata la delusione della discesa, ma nella seconda settimana è arrivata la conferma del gigante e anche in slalom Lara Della Mea ha saputo cogliere il miglior risultato della carriera (ottava), facendo ben sperare in chiave futura per una risalita azzurra anche in questa specialità.

L’unica medaglia al maschile è arrivata proprio all’ultimo atto, con il terzo posto di Alex Vinatzer. L’altoatesino esce con un bronzo da uno degli slalom più incredibili di sempre, ma che può davvero rappresentare la svolta della sua carriera. Le tante inforcate ed uscite di pista avevano minato un po’ di certezze, ma proprio nel grande appuntamento Alex ha saputo mettere insieme le due migliori manche della stagione. Adesso serve proprio questo, quella continuità mai avuta in passato, perché il talento è davvero elevato e Vinatzer può assolutamente considerarsi come uno dei migliori in assoluto al mondo tra i rapid gates.

Segnali per un futuro roseo al maschile sono arrivati anche da altre gare. Florian Schieder ha ben figurato in discesa libera ed ora la speranza è quella che gli infortuni possano veramente lasciar stare un ragazzo che è probabilmente alla prima vera stagione completa della carriera. Anche nel buio totale del gigante si è vista una luce ed è quella di Filippo Della Vite, che ha ottenuto un prezioso decimo posto (prima volta in top 10), che è certamente un risultato su cui cominciare a costruire un cammino che dovrà portarlo ad essere tra i protagonisti a Milano-Cortina 2026.

Foto: LaPresse

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