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Sci alpino, pagelle discesa femminile: Sofia Goggia non era quella di dicembre. Sorteggio dei pettorali decisivo

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Sofia Goggia

PAGELLE DISCESA FEMMINILE MONDIALI SCI ALPINO 2023

Sofia Goggia, 5: partiamo dai numeri. 16 vittorie in Coppa del Mondo in discesa, 3 ‘coppette’ di specialità, un oro ed un argento alle Olimpiadi. Eppure, nella sua specialità prediletta, l’azzurra non ha mai vinto una medaglia in una rassegna iridata, neppure di bronzo! Sembra essersi abbattuta una maledizione sull’Italia, che non vince un oro nella discesa femminile ai Mondiali dal 1932, quasi un secolo fa! Abbiamo avuto due fuoriclasse come Goggia ed Isolde Kostner, eppure nessuna delle due ha sfatato il tabù. Inoltre questo Mondiale sembra a sua volta maledetto per i favoriti: pensiamo a Mikaela Shiffrin in combinata, a Marco Odermatt in superG o alla stessa Goggia oggi. Entrambi i titoli di superG sono andati ad atleti che non avevano mai vinto in Coppa del Mondo in quella specialità, oggi è accaduto lo stesso in discesa con Jasmine Flury. I Mondiali sono una gara secca, le sorprese fanno parte del gioco.
Tutto ciò premesso: la Sofia Goggia dominante di novembre/dicembre non si è mai vista da gennaio in avanti. Le cadute in serie hanno iniziato a minare il morale, sono riemerse lacune tecniche importanti nell’affrontare le curve, in particolare quelle a velocità più ridotta. Nella primavera scorsa si era affidata all’allenatore Luca Agazzi per cercare una maggiore solidità nella sciata. I fatti, tuttavia, testimoniano di come la bergamasca, come del resto per tutta la sua carriera, sia ancora troppo propensa all’errore, così come è innegabile la perdita di competitività anche in superG (in gigante ormai non è più competitiva da tempo). Resta una Coppa del Mondo di specialità da vincere. Eppure non si può negare come il grande obiettivo stagionale sia sfumato.

Elena Curtoni, 5: si presentava al Mondiale con grandi ambizioni. Come già accaduto alle Olimpiadi di Pechino 2022, si è però smarrita proprio nel grande evento stagionale. Dopo una prima prova di discesa confortante, la brutta prestazione in superG ha rappresentato una mazzata psicologica da cui la valtellinese non si è ripresa (ed alla quale si è aggiunto il trauma per la perdita di Elena Fanchini). Oggi abbiamo visto la controfigura dell’atleta che ha fatto faville in Coppa del Mondo.

Jasmine Flury, 8: la gara della vita, con tanta fortuna dalla sua parte. I pettorali bassi si sono rivelati decisivi, sia per le condizioni della neve sia per delle folate di vento a favore che nella parte alta hanno consentito di scavare un gap incolmabile. Prima di oggi aveva vinto una sola volta in carriera, ma in superG e nel lontano 2017. A 29 anni sale sul tetto del mondo, risultato insperato per una atleta che nessuno avrebbe collocato neppure tra le prime 10 in una ipotetica griglia di partenza.

Nina Ortlieb, 7,5: vale lo stesso discorso di Flury, con la differenza che l’austriaca è una giovane dal sicuro avvenire e questo risultato potrebbe rappresentare per lei un punto di svolta.

Corinne Suter, 7,5: è allucinante questa atleta nei grandi eventi. Non era in forma, da tempo non otteneva un risultato di prestigio, eppure sfiora la vittoria per soli 12 centesimi e torna a casa con un bronzo. C’è chi nei grandi appuntamenti si esalta e chi evapora. L’elvetica fa parte della prima famiglia.

Cornelia Huetter e Mirjam Puchner, 7: quarte a pari merito, senza troppi rimpianti per il podio. Entrambe sono state sfortunate nel trovare una pista meno performante rispetto alle avversarie partite con pettorali bassi.

Ilka Stuhec, 6: doveva essere la grande minaccia per Sofia Goggia, invece ha concluso sesta a 0.42 da Flury e senza commettere errori. Partendo con il n.15 non aveva alcuna possibilità di fare risultato. Una gara, che possiamo dirlo, si è decisa in buona parte con il sorteggio dei pettorali del giorno prima.

Laura Pirovano, 6: gara discreta, chiude 14ma ad un solo centesimo da Elena Curtoni. Su di lei bisognerà lavorare tanto e bene, perché non si intravedono tanti volti nuovi per il futuro della velocità tricolore.

Nicol Delago, 5: qualche anno fa si pensava che potesse diventare una delle big del circuito. Dopo il grave infortunio al tendine d’Achille del 2020, tuttavia, ha fatto fatica a tornare sui livelli espressi in precedenza. Le doti di scorrevolezza sono innegabili, ma appena arrivano le curve, iniziano i problemi.

Foto: Lapresse

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