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Sofia Goggia cala da dicembre a gennaio. Ambesi: “Il calendario non aiuta. Il risultato è una delusione, ma il valore dell’atleta non si discute”

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Sofia Goggia

L’argomento Sofia Goggia è stato ovviamente il più “caldo” nel corso del nuovo appuntamento di “Salotto bianco” su Sport2u e trasmesso sul canale Youtube di OA Sport. Il trio composto da Enrico Spada, Massimiliano Ambesi e Francesco Paone ha analizzato la discesa dei Mondiali di sci alpino 2023 sulle nevi francesi. Tutti aspettavamo la vittoria di Sofia Goggia ma, come detto, la bergamasca non ce l’ha fatta, uscendo anzitempo per una inforcata.

Il mancato successo nella discesa dei Mondiali di Meribel ha aperto il dibattito sull’andamento della nostra portacolori nei grandi appuntamenti, con qualche analista che, a quanto si letto, è andato un po’ troppo oltre nel giudizio. Francesco Paone è netto: “Ma come si fa a parlare di incompiuta? Siamo di fronte ad una campionessa olimpica, che ha vinto coppe di specialità a raffica, è la più vincente italiana con 22 vittorie in assoluto (sommando Coppa del Mondo e Olimpiadi, ndr). Se è incompiuta lei, allora lo sono tutte! Ok non ha vinto questa gara, ci sono stati problemi in passato nei grandi appuntamenti, ma anche solo pensare al termine incompiuta è folle. Goggia non può essere messa in discussione”.

Massimiliano Ambesi incalza:Fa notizia vedere queste grandi discesiste con numeri enormi di successi in Coppa del Mondo che poi hanno difficoltà nei grandi eventi. Un po’ quello che capitò a Lindsey Vonn a suo tempo. Nonostante avesse centrato un numero record di vittorie, poi raccolse poco tra Olimpiadi e Mondiali, e capitò invece che una Tina Maze andasse a centrare l’oro nonostante non fosse una grande discesista”.

“Bisogna anche ragionare su altri aspetti – prosegue Ambesi – ovvero sul fatto che in Olimpiadi e Mondiali le prove di discesa siano tre e non due come in stagione e questo cambia tutto. Oppure sottolineare cosa sia diventata ora la discesa nel 2023. A Meribel c’erano solo 30 partenti, il livello non era eccelso, e il percorso era probabilmente troppo corto.  La polemica sul valore di Goggia penso sia da circoscrivere al valore delle vittorie. Per me hanno lo stesso peso specifico, Coppa del Mondo o Mondiali che siano, anche se in questo momento il parco di rivali è limitato”.

A livello tecnico, la bergamasca ha cambiato qualcosa? “Ha subito una metamorfosi vera e propria, ricordiamoci che la sua prima medaglia iridata fu in gigante, ora in quella specialità non è competitiva. Su 10 discese ne può vincere anche 7-8, ma nei grandi appuntamenti purtroppo subentrano anche altre cose. Rispetto a quanto visto tra novembre e dicembre c’è un problema tecnico nel suo caso, non è la stessa atleta, ma succedeva anche negli anni scorsi. Abbiamo sempre visto una atleta dominante a inizio stagione, poi arriva una pausa di un mese, e a gennaio vince, poi cade, poi rischia ed è meno competitiva. Perché succede? Io un’idea me la solo fatta. La struttura del calendario non aiuta, c’è una pausa troppo lunga e, purtroppo, in futuro non cambierà. Dunque chi di dovere dovrà adoperarsi per capire il problema e fare in modo che la Goggia di metà gennaio sia la stessa di dicembre”. 

Massimiliano Ambesi chiude con il bilancio finale: “Chiaro che si tratta di una grande delusione, non si partiva per un podio ma per vincere. Senza l’errore nel finale penso che non avrebbe comunque vinto, al massimo avrebbe fatto un podio che non era scontato a quel punto. Ora si concentrerà sulla coppa di specialità e potrà arrivare a quota 4 come solo le più grandi hanno saputo fare. Capire come mai queste grandissime atlete facciano fatica nei grandi appuntamenti è complicato. Deve cambiare qualcosa? Forse in quella pausa di un mese qualcosa viene perso, ma ci sono persone deputate a capirne il motivo. Questo è un discorso che diverse ex-atlete hanno sottolineato. Forse basterebbe solo un calendario diverso e portare la Goggia di metà gennaio al livello di quella di novembre e dicembre”. 

VIDEO: LA PUNTATA INTERA DI SALOTTO BIANCO

 

Foto: LaPresse

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