Tennis
Tennis, Fabio Fognini: “Prima del ritiro vorrei conquistare il decimo titolo”
Dopo un inizio di stagione complicato, in cui sono arrivati due ko in altrettante partite (contro lo statunitense Jenson Brooksby nel primo turno dell’ATP di Auckland e contro l’australiano Thanasi Kokkinakis all’esordio negli Australian Open 2023) e un infortunio al piede sinistro che l’ha costretto a saltare il torneo di Cordoba (Argentina), Fabio Fognini ha ora grande voglia di tornare in campo per dimostrare che può fare ancora la differenza.
“Adesso l’idea è quella di rientrare per Buenos Aires, un appuntamento a cui tengo molto – ha dichiarato il ligure in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport -. In Argentina mi sono sempre sentito amato. Tuttavia non voglio rischiare, giocherò soltanto se i medici mi daranno il via libera“.
Fognini, che finora ha conquistato ben nove titoli (Stoccarda e Amburgo nel 2013, Viña del Mar nel 2014, Umago nel 2016, Gstaad nel 2017, San Paolo, Bastad e Los Cabos nel 2018 e Montecarlo nel 2019), ha poi proseguito parlando del suo obiettivo da raggiungere prima di appendere la racchetta al chiodo: “Prima di salutare desidererei vincere un altro torneo per arrivare in doppia cifra. Non mi interessa tanto la città né il tipo di torneo, se un 250 o un 500, ma dimostrare a me stesso di essere ancora un giocatore competitivo ad alto livello“.
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Una volta ritirato, il classe 1987 spera di poter essere d’aiuto alla nuova generazione di tennisti, accompagnandoli nei loro percorsi soprattutto grazie alla sua agenzia di management: “Siamo operativi da un anno e mezzo. La Back To Next Management è nata con l’obiettivo di aiutare i ragazzi nel passaggio dai tornei juniores al professionismo. Al momento fanno parte del nostro team Flavio Cobolli, Matteo Gigante, Mattia Arnaldi e Andrea Pellegrino. Nel corso della mia carriera mi sono spesso messo il bastone tra le ruote e per questo motivo vorrei dar loro una mano affinché non commettano i miei stessi errori. Quali errori? Non essere riuscito a sfruttare appieno il mio potenziale fisico. Me ne sono reso conto un po’ troppo tardi, soprattutto adesso che gioco con ragazzi che hanno quasi la metà dei miei anni. Col senno di poi penso di non aver gestito al meglio i tanti infortuni con cui ho avuto a che fare. Qualcuno al mio posto avrebbe detto la “capoccia”, ma io ho una visione opposta a riguardo. Magari se non fossi stato così probabilmente non avrei raggiunto questi risultati. Ognuno di noi è diverso con i suoi pregi e i suoi difetti. Non puoi chiedere a Fognini di esser Seppi e viceversa. Come si dice? Con i se e con i ma la storia non si fa…”.
Foto: LaPresse