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America’s Cup, si inizia a litigare: Luna Rossa fa reclamo per l’AC40, ma viene respinto. Cos’è successo e la sentenza

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Luna Rossa

La storia della America’s Cup è sempre stata ricca di carte bollate, reclami, proteste, lamentele, diatribe legali, bracci di ferro. Sono l’essenza della competizione sportiva più antica al mondo, nata addirittura nel 1851 e che nel 2024 vivrà l’attesissima 37ma edizione nelle acque di Barcellona. Questo è anche il fascino di una kermesse legata a logiche del passato e che la rendono unica nel suo genere, tanto amata dagli appassionati di vela e non solo, tanto spietata quanto ammaliante.

Manca un anno e mezzo alla Coppa America 2024, ma il primo confronto fuori dal mare è già incominciato (e si è anche concluso, con tempistiche quasi da record). La protagonista è stata Luna Rossa. Il sodalizio italiano, che nell’ultima edizione rese la vita difficile a Team New Zealand nell’epocale finale di Auckland, ha presentato un reclamo riguardo all’assegnazione dell’AC40, ovvero la barca in miniatura che servirà per gli allenamenti in avvicinamento all’evento e che verrà impiegata anche nell’America’s Cup giovanile e femminile.

America’s Cup, Luna Rossa incensata: “Virate veloci, strambate nitide, vela all’italiana: inarrestabile”. E l’attesa per l’AC40…

La squadra guidata dallo skipper Max Sirena sosteneva che non fosse stato rispettato l’ordine delle consegne dello scafo, visto che il “numero 5” spettava ad Alinghi e non ad American Magic. Luna Rossa, in base all’articolo 22.2 (d) (iii), aveva diritto allo scafo numero 6 e sosteneva che lo scambio avvenuto tra gli svizzeri e gli statunitensi non rispettasse l’ordine di priorità nelle consegne, dato che Luna Rossa aveva visto accettare la propria sfida dopo Alinghi (esclusa Ineos-Britannia, Challenger of Record) e prima di American Magic (questo ordine è determinante per la consegna dell’AC40).

I primi due AC40 spettavano a Team New Zealand (Defender), il terzo e il quarto a Ineos Britannia (Challenger of Record), il quinto e il sesto ad Alinghi, che ne ha poi ceduto uno ad American Magic per via di un accordo interno. Luna Rossa sosteneva che “la presa in consegna da parte di American Magic di un AC40 era in violazione dell’ordine di priorità espressamente contenuto nel Protocollo costituendo quindi un vantaggio materiale e antisportivo per American Magic”.

L’Arbitration Panel della America’s Cup, composto da David Tillett, Graham McKenzie e Bryan Willis, ha respinto la domanda avanzata da Luna Rossa. La motivazione: non sono state riscontrate violazioni del Protocollo, visto che alle squadre vengono assegnati due slot di costruzione consecutivi in ordine di entrata, ma che possono scambiare uno di questi slot con un’altra squadra senza dover fare alcuna dichiarazione. Era già stato fatto da Team New Zealand, che aveva ceduto lo scafo 2 a Ineos Britannia e poi aveva preso il numero 3, mentre il 4 era ancora toccato ai britannici.

Luna Rossa riceverà l’AC40 nelle prossime settimane, mentre nel frattempo si sta allenando con il prototipo LEQ12 realizzato a Cagliari e che servirà a raccogliere i dati per costruire l’AC75, ovvero la barca che effettivamente disputerà la America’s Cup. Oltre al danno, anche la beffa: Luna Rossa dovrà sostenere le spese della pratica, che ammontano a 10.000 euro.

Foto: Ivo Rovira/America’s Cup

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