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Basket, Costanza Verona: “In Eurolega importanti fattore campo e aiuto dei tifosi. Europei, con l’Italia ce la metteremo tutta”
Costanza Verona, nella pallacanestro italiana, vuol dire certezza sempre più importante. E del resto la palermitana classe ’99 ha dimostrato di meritare la fiducia che, anno dopo anno, si sta guadagnando in tutto l’ambiente. Capacità di far girare la squadra e vena realizzativa non sono facili da incontrare insieme, ma nel suo caso la questione si pone nel modo giusto. Sarà lei a cercare di dare al Famila Schio la spinta per i quarti di finale di Eurolega contro Valencia, che possono lanciare verso vette mai raggiunte dal club. L’abbiamo raggiunta per un’intervista in cui c’è tanto basket, ma anche qualcosa della persona a 360 gradi.
In stagione Schio molto bene in Eurolega, molto bene in campionato e ora stiamo arrivando alla parte fondamentale.
“È stata una stagione lunga, in Eurolega abbiamo ottenuto tante vittorie. La squadra è stata costruita per arrivare ai quarti di finale e poi alle Final Four. Un grande risultato è stato quello di battere Sopron e riuscire ad avere il vantaggio del fattore campo nei playoff, con la bella in casa. Ed è una cosa importante, l’anno scorso quando abbiamo giocato contro Praga abbiamo avuto la bella fuori casa e questa cosa secondo me ci ha un po’ svantaggiate. Il fatto di avere il fattore campo credo sarà importante, anche perché a Schio c’è sempre grande tifo e i tifosi ci aiutano molto quando giochiamo“.
Con te che avevi sofferto tantissimo Oblak. C’è il fatto che si può dire siate andate a cinque minuti di gara-1 dalle Final Four.
“Lì è stato l’aver buttato via gara-1. Gara-2 l’avevamo dominata, gara-1 la stessa cosa per 35 minuti, non dico che ci siamo fatte rubare la partita, però alla fine hanno preso il vantaggio loro quando eravamo sul +13. Non è stato proprio il massimo“.
Quest’anno, invece, Valencia, che ha un signor roster: Alba Torrens, Leticia Romero, Raquel Carrera e qualche giocatrice già vista in italia come Angela Salvadores e Marie Gulich. Una squadra molto solida.
“Sicuramente una bella squadra, non andiamo a giocare contro una scarsa. È arrivata terza nel girone A, che era molto competitivo. Sarà una serie molto tosta, siamo pronte ad affrontarla nel miglior modo possibile cercando di portare a casa gara-1, che è la più importante“.
Dicevi di Sopron: batterla, e batterla di 31, che non è poi una cosa tanto facile.
“Diciamo che siamo una squadra che certe volte ha dimostrato di essere una di quelle che si merita di andare alle Final Four. Qualche volte facciamo un po’ fatica, come con Venezia in campionato. Vogliamo cercare di avere più stabilità, ma ci stiamo lavorando“.
E in fatto di Eurolega complicata fu la prima con il DVTK di Miskolc, come pure lo furono le due con Mechelen e quelle di campionato contro Crema e San Martino di Lupari. Però confermano, queste partite, che c’è uno spirito forte ed è un po’ il seguito dell’anno scorso.
“Il gruppo storico è rimasto quello, poi abbiamo avuto le aggiunte delle americane e di Astou Ndour. La squadra chiaramente è cambiata, la scorsa stagione avevamo Kitija Laksa e Sandrine Gruda che erano le due maggiori realizzatrici. Quest’anno abbiamo le americane che hanno un modo di giocare diverso rispetto a loro, ci siamo dovute adattare a quello“.
Certo, Gruda non era proprio la più soft da affrontare sotto canestro, anzi, però anche Ndour si fa valere.
“Astou è bravissima, ha caratteristiche diverse rispetto a Sandrine, che è più forte e dominante fisicamente, ma ha meno tiro da tre. Sono tutte e due buonissime giocatrici“.
A proposito di americane, come non citare il fatto che stiate avendo tantissimo da Marina Mabrey, che viene da due stagioni a 13 abbondanti di media in WNBA.
“Lei è una super realizzatrice, ha tantissimo talento. Stiamo cercando di sfruttare nel migliore modo possibile questo suo modo di giocare, le sue capacità tecniche“.
Per te questa stagione si può definire di crescita costante un po’ su tutti i fronti?
“Sì, per me è una stagione importante. Il coach mi ha dato tanta fiducia, e io spero di averla ripagata e di ripagarla sempre nel miglior modo possibile. Io e Giorgia siamo le due playmaker della squadra, quindi con tante responsabilità. Lei mi sta aiutando molto in questo, io sto cercando di imparare più cose possibile“.
Fra l’altro una coppia con te come play titolare e Sottana dalla panchina non ce l’hanno tante squadre.
“Magari entro io in quintetto, ma i minutaggi sono quasi sempre uguali. Tendenzialmente magari per caratteristiche fisiche entro io in quintetto, ma giochiamo tutte e due gli stessi minuti. Siamo un po’ tutte e due playmaker titolari!”
Ti sei trovata a giocare contro tua sorella Marta a Capodanno, nella trasferta di San Martino di Lupari. Per te è stato particolare?
“Avevamo già giocato contro altre volte. Però per lei è stata un’esperienza nuova, perché è la prima volta che giocava in una squadra diversa da Palermo, fuori casa. Per quello è stato super emozionante. Giocare contro mia sorella è sempre strano. Adesso è andata a Patti e continua il campionato lì, anche per motivi di studio: preferiva stare più vicina a casa“.
E qui torniamo a un discorso usuale: un buon 70-80% delle giocatrici cercano di far rimanere di pari passo sport e studio.
“Tendenzialmente sì. Adesso non so quanti avvocati ci siano tra Serie A1 e A2, però lei ha avuto tanta forza e costanza a inizio anno, perché ha affrontato l’esame di abilitazione, che tutti sappiamo quanto sia difficile, e nel frattempo stava facendo la preparazione con San Martino. Non so come abbia fatto, sinceramente, ma ha una grande testa e una grande passione per questa cosa. Ora sta studiando per diventare giudice, fa il corso per diventare magistrato che è ciò che vorrebbe fare“.
Hai avuto un periodo buono, regolare, ma adesso stai raggiungendo di nuovo il tuo massimo.
“Per la squadra che siamo, per le nostre caratteristiche, non è facile che il play realizzi tanto. Abbiamo due americane che sono due guardie, la squadra così non richiede tanti punti da me. Mi chiede più il fatto di gestire la squadra, passare la palla, gestire i ritmi. Poi questa è una cosa di caratteristiche mie personali, sono comunque una realizzatrice e quando ho la possibilità cerco sempre di aiutare la squadra con i miei punti“.
Jasmine Keys sta continuando a fare quello che già faceva l’anno scorso, cioè salire di livello in continuazione.
“Lei è molto intelligente, anche lei si sta adattando al nostro modo di giocare. L’anno scorso riusciva a prendere altri tipi di iniziative, ora anche lei sta adattandosi. Lei è sempre quella giocatrice essenziale: fa sempre il suo, in difesa è sempre presente, in attacco realizza sempre i suoi punti, è importantissima per questa squadra“.
Se devi prendere una partita di Eurolega di quest’anno che ti è piaciuta davvero tanto, quale prendi?
“Questa con Sopron è stata una grande partita, abbiamo giocato di squadra, ci siamo passate la palla, è stata divertente da tutti i punti di vista. Io stavo male, avevo avuto la febbre un’ora prima della partita, ero praticamente distrutta, però sono contenta, oltre che di come ho giocato io, anche di come lo ha fatto la squadra. Un’altra partita molto bella è stata la vittoria a Salamanca contro Avenida, dove abbiamo giocato di squadra. Quella è stata una vittoria importante perché Avenida aveva iniziato a giocare meglio e anche loro sono andate in crescita, perché non avevano iniziato benissimo e più avanti, invece, avevano migliorato“.
Quella con Sopron è stata un po’ la tua “Flu Game”!
“Sì! Ed è stata una bella partita, per noi era troppo importante il pubblico, era lì a sostenerci. E noi dovevamo vincere, altrimenti avremmo perso il vantaggio del fattore campo nei quarti di finale. Siamo state brave a giocare come sapevamo“.
E poteva ricapitare Praga: non sarebbe stato bello.
“Decisamente no, anche perché secondo me è ancora più forte dell’anno scorso perché oltre al roster della passata stagione ha aggiunto altre giocatrici di grande spessore come Temi Fagbenle o Valeriane Vukosavljevic, che è molto forte“.
A proposito di situazioni europee, c’è stato il sorteggio dei gironi degli Europei non sembra andato male. Ci sono il Belgio, la Repubblica Ceca e Israele.
“Non è un girone malvagio. Se pensiamo alle altre teste di serie, che erano Francia, Spagna e Serbia, il Belgio tra le quattro è la ‘migliore’, perché non dovrebbe essere quello degli anni in cui è andato alle Olimpiadi. Non ci è andata neanche malissimo per l’accoppiamento ipotetico con il girone D, che non è neanche uno dei più forti“.
Non è che poi Kim Mestdagh si arrabbia se dici queste cose?
“No! Ne abbiamo parlato” (ride)
Il fatto che tu pensi direttamente ad andare ai quarti di finale, senza pensare in alcun modo all’eventualità di un ottavo di finale che significherebbe secondo o terzo posto, è indicativo del fatto che ti senti nella modalità ‘vincere tutte e tre le partite ed andare a Lubiana’.
“L’obiettivo chiaramente è quello. Vedremo come andrà, ce la metteremo tutta. Secondo me poi quest’anno il fatto che Bologna ha giocato l’Eurolega, che due squadre italiane hanno fatto e fanno l’EuroCup, ha fatto crescere le giocatrici che ora sono più abituate a giocare a livello europeo. Questo ci aiuterà dal punto di vista dell’esperienza in sé“.
Voi state facendo una grande Eurolega, Bologna con qualche finale meglio gestito avrebbe potuto giocarsi il passaggio del turno, Venezia è in semifinale di EuroCup e Sassari, se non avesse trovato Venezia, forse un altro pezzo di cammino l’avrebbe fatto.
“Infatti il livello delle squadre italiane sta aumentando anche da questo punto di vista. Si vede che stiamo ottenendo più risultati in Europa. Questo è importantissimo per il movimento italiano“.
Eppure si ha a volte la sensazione di avere una specie di campionato italiano a due, forse anche tre velocità: le prime, il gruppo di mezzo (le prime-bis) e le squadre che cercano di non retrocedere. Potrebbe dipendere dall’inserimento della quarta straniera?
“Anche negli altri anni era così: le squadre non sono mai state tanto omogenee. Le squadre di alta classifica hanno altri budget e obiettivi, perché la Reyer ha costruito una squadra per un buon risultato in EuroCup, Schio e Bologna per uno in Eurolega. Il budget di queste squadre è diverso rispetto a quello di formazioni che lottano per la salvezza. Quindi sì, ci sono più fasce di livello del campionato, ma è una cosa che almeno da quando io gioco in A1 c’è quasi sempre stata“.
In questa stagione qual è la giocatrice che ti ha messa più in difficoltà?
“In Eurolega Zsofia Fegyverneky, la play di Sopron. Lei è brava. Secondo me è cresciuta tanto, l’ho vista molto più responsabilizzata rispetto all’anno precedente. Lei non è stata facile da marcare. Poi ho marcato Chelsea Gray con Cukurova, e lei è una super giocatrice. Lei poi è fisicamente più grande di me, non è stato facile marcarla“.
A proposito di piccole, nella Virtus Bologna c’è Francesca Pasa che sta anche lei riuscendo a raggiungere il livello delle grandi.
“Sì, lei sta crescendo molto. Anche il fatto che nell’ultimo periodo ha avuto più spazio per via del fatto che Ivana Dojkic non ha giocato l’ha responsabilizzata di più. Quando giochi con giocatrici di tanta esprienza riesci a imparare più cose possibili e aumenti il livello di gioco. Lei sta imparando molto dalle compagne e questo è positivo per la Nazionale: tutte migliorano, tutte crescono“.
Oltre il campo, sei una lettrice molto appassionato. In questo momento cosa stai leggendo?
“Ho iniziato a leggere “Shantaram” di Gregory David Roberts, sono 1200 pagine. L’ho praticamente finito, mi mancano le ultime 30. Però non è un libro che riesco a portarmi in giro, essendo pesante (un mattone), se sono a casa riesco a leggerlo, altrimenti leggo con l’eBook o i libri piccoli che mi compro. Poi sto leggendo in inglese “The Energy Bus” di Jon Gordon, che è più una cosa sulla costruzione delle squadre e sull’essere positivo all’interno di un gruppo squadra“.
Come squadra Schio suona come molto intellettuale, perché oltre a te anche Sottana è una lettrice avida, ma in generale il gruppo ha molta voglia di conoscere il mondo.
“Jasmine, Kim, Martina Bestagno, Elisa Penna, Martina Crippa sono tutte ragazze molto interessate anche al resto. Da questo punto di vista non c’è dubbio“.
Non è solo un gruppo squadra, ma anche umano?
“Esattamente: siamo molto legate come squadra. Questa è una cosa che fa sempre piacere, quando uno vive nell’ambiente del basket è bello che riesca a creare dei rapporti al di fuori della pallacanestro. Per come sono fatta io, come persona, questo è fondamentale. A me piace andare a cena dopo le partite tutte insieme, sono cose che al gruppo fanno bene, ci credo molto“.
Foto: fiba.basketball