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Biathlon, la Norvegia femminile ha scampato il pericolo, ma due superpotenze rischiano di “andare in bianco”!

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Nello sci alpino si è fatto un gran parlare dell’eventualità che l’Austria femminile potesse chiudere una stagione di Coppa del Mondo senza aver vinto alcuna gara. Sarebbe stato un evento eclatante sia per la grande storia del massimo circuito (giunto al suo 57° inverno di vita), sia perché l’accadimento non è mai capitato.

Cionondimeno, venerdì 3 marzo, “Santa” Cornelia Hütter ha tolto le castagne dal fuoco alle donne rot-weiß-rot, imponendosi nel Super-G di Kviftjell. Curiosamente, nella medesima giornata, Marte Olsbu Røiseland ha regalato alla Norvegia del biathlon “rosa” la prima affermazione del 2022-23, fugando l’ipotesi che il Paese scandinavo “andasse in bianco” nell’ambito del gentil sesso per la prima volta dal 1997-98.

Il tema è d’attualità, poiché proprio nel biathlon si stanno verificando situazioni assimilabili. Nessuna di esse rappresenterebbe una “prima volta” come per le austriache dello sci, ma va rimarcato come ben tre superpotenze stiano vivendo un 2022-23 complicato. Le donne norvegesi hanno cancellato lo spettro di chiudere a quota zero affermazioni dopo tempo immemore, ma il fantasma è ancora ben presente nel settore maschile sia per la Francia che per la Germania.

 

FRANCIA MASCHILE (DOPO 25 STAGIONI)

Alla luce del recente passato, è clamoroso notare come gli uomini francesi siano ancora a secco. A oggi sono arrivati solo quattro podi. Un secondo e due terzi posti firmati da Emilien Jacquelin, a cui si aggiunge una piazza d’onore raccolta da Quentin Fillon Maillet.  L’ultima volta in cui i transalpini hanno concluso una stagione senza mai primeggiare è stato nel 1996-97, che per la verità fu la seconda annata consecutiva andata a vuoto. Passarono infatti quasi tre anni pieni dall’oro iridato di Patrice Bailly-Salins ad Anterselva 1995 alla prima vittoria della carriera di Raphael Poirée (gennaio 1998). All’epoca era però in atto il più classico dei “ricambi generazionali”, dinamica che non si può dire si stia verificando oggi.

GERMANIA MASCHILE (DOPO 27 STAGIONI)

Caso meno sorprendente, considerato il valore degli atleti a disposizione, ma in realtà più eclatante. Tre i podi della Germania maschile nel 2022-23 (tutti terzi posti), i cui successi si sono sempre più rarefatti negli inverni recenti. L’ultima annata senza trionfi tedeschi fra i maschi è il 1994-95, quando le gare erano 14 e i teutonici registrarono comunque sei presenze al 2° o 3° posto, comprese due piazze d’onore e un bronzo iridato (Ricco Gross, curiosamente proprio nell’individuale vinta da Patrice Bally-Salins citata in precedenza). Oberhof 2023, viceversa, si è chiuso con un pugno di mosche.

Va però rimarcato come nel 1994-95 la Germania abbia vinto parecchio in staffetta. Compresa la medaglia d’oro ai Mondiali di Anterselva.

Lupa in fabula! La Francia del 2022-23 potrebbe avanzare l’obiezione di aver primeggiato proprio nella staffetta iridata, evitando quindi il “whitewash” tout-court.

Comunque sia, la certezza è che un inverno senza uomini schwarz-rot-gold sul gradino più alto del podio, neppure nelle prove a squadre, non si è mai visto. Proprio come non si è mai vista l’Austria dello sci alpino femminile restare a bocca asciutta…

Foto: La Presse

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