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Biathlon

Biathlon, Coppa del Mondo Oslo 2023. Cala il sipario sulla stagione in casa dei fratelli Bø e dei dominatori norvegesi

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Tarjei Boe Johannes Boe

Se la Coppa del Mondo di biathlon fosse un treno, starebbe entrando in stazione. “Signori si scende, la stagione 2022-23 è al capolinea”. L’inverno agonistico si chiude a Oslo, location di gara ben conosciuta dagli atleti e, più in generale, amata da tutti gli addetti ai lavori. D’altronde siamo in ambito metropolitano, dunque le feste di fine anno si possono svolgere in contesti molto stimolanti per il corpo e soprattutto lo spirito.

SITUAZIONE COPPE DEL MONDO

Essendo la tappa conclusiva, è doveroso vedere la situazione di ogni classifica di Coppa del Mondo. Per la verità nel settore maschile resta ben poco in palio. Johannes Bø ha già matematicamente conquistato la Sfera di cristallo assoluta, nonché quelle di specialità della sprint e dell’inseguimento. Invece, la Coppa di specialità dell’individuale è stata preda di Vetle Sjåstad Christiansen. Resta in palio solo la Coppa della mass start.

COPPA SPACIALITA’ MASS START

210 – CHRISTIANSEN Vetle Sjåstad (NOR)
188 – DALE Johannes (NOR)
163 – LÆGREID Sturla Holm (NOR)
150 – BØ Johannes (NOR)

Dunque la sfida riguarda principalmente Christiansen e Dale, separati da 22 punti in favore del primo. Ciò significa che solo il trentenne norvegese è padrone del proprio destino.

Per sovvertire la situazione, al più giovane connazionale non basta vincere o arrivare secondo, ma serve anche almeno un “alleato” che si interponga tra lui e l’avversario. Se poi Dale dovesse attestarsi al terzo posto, a Christiansen sarebbe sufficiente concludere sesto per tenerselo alle spalle.

Gli inseguitori possono rientrare in gioco solo in caso di una debacle dell’attuale pettorale rosso. Lægreid potrebbe avere una possibilità nel caso Christiansen chiuda fuori dai primi cinque (situazione mai verificatasi nel 2022-23), necessiterebbe di vedere il battistrada dal decimo posto in giù. Fermo restando che entrambi dovrebbero anche tenere un occhio di riguardo sulla performance di Dale, messo meglio di loro.

STORIA OSLO

Oslo è ormai diventata una classica. La capitale norvegese ha fatto il proprio ingresso nel calendario del massimo circuito maschile nel lontano 1983, ma per quasi tre lustri ha dovuto osservare una rotazione con altre località norvegesi (Steinkjer, Fagernes, Lillehammer). La situazione è cambiata dal 1998-99, inverno in cui Holmenkollen ha assunto il ruolo di appuntamento fisso, mancando successivamente all’appello solo tre volte e sempre per cause di forza maggiore. La prima nel 2008-09, quando nell’impianto fervevano i lavori di ristrutturazione in vista dei Mondiali di sci nordico 2011; le successive due nel 2019-20 e nel 2020-21, quando si sono messe di traverso differenti problematiche legate alla gestione della pandemia.

Sinora a Oslo si sono disputate 80 gare maschili individuali di primo livello (13 venti km, 30 sprint, 21 inseguimenti, 16 mass start), di cui ben quattordici con valore iridato. D’altronde Holmenkollen, oltre ad aver organizzato i Mondiali per tre volte (1986, 2000, 2016), è stata teatro sia nel 1990 che nel 1999 dei recuperi delle competizioni iridate non disputate rispettivamente a Minsk e Kontiolahti a causa condizioni di meteo avverse. Come se non bastasse, nel 2002 la mass start, all’epoca non inserita nel programma olimpico, ha assegnato titolo mondiale.

Su queste nevi sono trentasei gli atleti in grado di imporsi in almeno una competizione. Fra di essi il più vincente in assoluto è il francese Martin Fourcade, capace di raccogliere 10 successi (due nel 2010, uno nel 2013, uno nel 2014, uno nel 2015, tre ori iridati nel 2016, uno nel 2017 e uno nel 2018).

Al lordo degli embarghi, sono invece sette gli uomini in attività ad aver primeggiato da queste parti. Johannes Bø ha ottenuto 5 affermazioni (una iridata nel 2016, una nel 2017 e tre nel 2019), mentre si sono imposti 1 volta anche Evgeny Garanichev (2012), Tarjei Bø (2013), Jakov Fak (2014), Simon Eder (2014), Sturla Holm Lægreid (2022) e Sivert Guttorm Bakken (2022).

Guardando ai podi, sono quattordici i biathleti tuttora in azione ad aver già fatto il proprio ingresso nella top-three nella capitale norvegese. La graduatoria è capitanata da Johannes Bø.
8 (5-1-2) – BØ Johannes Thingnes [NOR]
5 (1-2-2) – GARANICHEV Evgeny [RUS]
4 (1-3-0) – BØ Tarjei [NOR]
3 (1-1-1) – LÆGREID Sturla Holm [NOR]
3 (1-0-2) – EDER Simon [AUT]
3 (0-2-1) – FILLON MAILLET Quentin [FRA]
2 (1-0-1) – FAK Jakov [SLO]
2 (0-2-0) – HOFER Lukas [ITA]
1 (1-0-0) – BAKKEN Sivert Guttorm [NOR]
1 (0-1-0) – RASTORGUJEVS Andrejs [LAT]
1 (0-0-1) – LOGINOV Alexander [RUS]
1 (0-0-1) – DOLL Benedikt [GER]
1 (0-0-1) – SAMUELSSON Sebastian [SWE]
1 (0-0-1) – JACQUELIN Emilien [FRA]

Ragionando invece per nazione, in quel di Oslo Norvegia e Germania hanno ingaggiato da tempo un duello per il ruolo di potenza egemone. I padroni di casa sono riusciti a prendere un leggero margine sui tedeschi solo negli ultimi anni.
65 (29-15-22) – NORVEGIA
56 (23-17-16) – GERMANIA [All-Inclusive]
35 (14-14-7) – FRANCIA
26 (6-11-9) – RUSSIA
18 (2-8-8) – AUSTRIA
7 (3-3-1) – URSS
7 (0-3-4) – SVEZIA
6 (0-3-3) – ITALIA
4 (0-2-2) – POLONIA
4 (0-0-4) – UCRAINA
3 (2-1-0) – REP.CECA
3 (1-0-2) – BIELORUSSIA
2 (1-0-1) – SLOVENIA
2 (0-2-0) – LETTONIA
1 (0-0-1) – FINLANDIA

ITALIA

Dunque l’Italia non ha mai vinto, cionondimeno è riuscita a raccogliere 6 podi.

I primi due piazzamenti nella top-three portano la firma di Johann Passler, che nel 1983 concluse al posto l’individuale disputata l’8 marzo e si classificò nella sprint andata in scena due giorni dopo.

Dopodiché il 10 marzo 1988 Andreas Zingerle si piazzò nell’individuale.

Quindi il 19 febbraio 2000 Renè Cattarinussi conquistò la medaglia di bronzo iridata nella sprint.

Gli ultimi due podi sono invece storia recente e sono stati ottenuti da Lukas Hofer, attestatosi al posto sia nell’inseguimento del 17 marzo 2018 che nella sprint del 22 marzo 2019.

Hofer a parte, fra gli azzurri in attività Tommaso Giacomel ha saputo già issarsi sino al 14° posto nella sprint del 2022.

Foto: La Presse