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Biathlon
Biathlon, Dorothea Wierer è ormai “No Limits”. Avrà una carriera di successo fino al 2026?
Uno degli slogan pubblicitari più riusciti di sempre, associato a una nota marca di orologi, potrebbe essere il nuovo soprannome di Dorothea Wierer, alla quale calzerebbe a pennello la catch phrase “No Limits”. D’altronde, alla luce degli ultimi eventi, l’ormai trentatreenne azzurra sembra non avere più limiti.
Le coetanee norvegesi Marte Olsbu Røiseland e Tiril Eckhoff hanno deciso di appendere la carabina al chiodo, così come la tedesca Denise Herrmann-Wick, più anziana all’anagrafe ma dalla carriera più breve, essendo arrivata al biathlon dopo essersi cimentata nello sci di fondo. Si tratta di una serie di ritiri annunciati che, però, ha quasi azzerato la generazione di atlete che ha raccolto una caterva di allori nell’ultimo lustro abbondante.
Quel “quasi” è rappresentato, appunto, dalla veterana altoatesina. A differenza delle avversarie che hanno pronunciato il proverbiale “No màs” , la sudtirolese non sembrerebbe intenzionata a fare altrettanto. Segnali in tal senso non ne sono arrivati e, francamente, non si vede una ragione per cui dovrebbe salutare la compagnia. Il discorso avrebbe avuto valore anche per Herrmann, ancora sulla cresta dell’onda. La tedesca ha però effettuato una scelta di vita, approcciando tutto l’ultimo anno con la consapevolezza di sparare tutte le proprie ultime cartucce, ben sapendo che non ci sarebbe stata un’altra stagione. Røiseland ed Eckhoff, invece, hanno visto esaursi la propria parabola agonistica.
Al pari di Herrmann, Wierer sta a sua volta surfando sulla cresta dell’onda. Lo testimonia il fatto di aver chiuso al secondo posto l’ultima classifica generale. A novembre, su queste pagine, si era scritto di come fosse cominciata la sua quarta fase agonistica. Dopo il quadriennio dell’apprendistato (2011-2014), il ciclo dell’affermazione (2015-2018) e quello della consacrazione (2019-2022), ha preso il via “l’oltre“.
Questo “oltre” potrà essere un giro di giostra completo, come i tre precedenti? Non c’è una risposta. A oggi è impossibile prevedere se Dorothea sarà della partita fino al febbraio 2026. Troppe le incognite rappresentate da un periodo temporale di quasi tre anni. Di certo, l’idea di disputare un’edizione dei Giochi olimpici sulle nevi di casa, nel senso più letterale del termine, può essere uno stimolo fortissimo.
Fisicamente Wierer è integra. Dunque, se il fuoco della motivazione è acceso, proseguire è naturale. Peraltro, gli obiettivi da raggiungere prima del fatidico 2026 non mancano. Magari quel trionfo pesante (oro iridato o Coppa di specialità) nella sprint, sinora sempre sfuggitole. Oppure l’ingresso nel “Club delle 20”, l’esclusivo club delle atlete capaci di vincere almeno venti gare di primo livello (il conto, a oggi, dice 16).
A onor del vero, non è neppure necessario avere di fronte a sé un traguardo specifico da raggiungere. Dorothea può anche pensare di proseguire raccogliendo tutto ciò che può essere raccolto, sia esso tanto o poco. Di pressioni non ce ne sono e, a questo punto, neppure limiti.
Photo: Pentaphoto