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Biathlon, “La Drømmelaget” norvegese approccia la tappa finale con l’ambizione di riscrivere la storia

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La Coppa del Mondo di biathlon è prossima all’epilogo. Da domani, Oslo sarà teatro della tappa conclusiva del massimo circuito. Il sipario calerà in Norvegia. Proprio nella nazione che, in campo maschile, manderà in archivio una stagione da ricordare negli annali. Se fossimo in ambito calcistico dovremmo scomodare nomignoli quali “L’Inter dei record” del 1988-89 o “Il Milan degli invincibili” del 1991-92.

Vale la pena di approfondire quanto fatto dal Paese scandinavo nell’arco di questo 2022-23 ormai prossimo al termine, poiché la superiorità messa in campo è talmente eclatante da lasciare sgomenti. A oggi si sono disputate 22 gare individuali di primo livello. I norvegesi ne hanno vinte 19. D’accordo, 16 portano la firma di un solo uomo. Però, Johannes Bø a parte, anche Sturla Holm Lægreid, Johannes Dale e Vetle Sjåstad Christiansen hanno saputo primeggiare.

Peraltro, non si può certo dire che si tratti di numeri “drogati” da un one-man-show, perché a ben guardare la Norvegia ha firmato la bellezza di 16 doppiette! Se, per puro esercizio di stile, togliessimo da ogni classifica il fenomenale ventinovenne di Stryn, il numero di affermazioni sarebbe di 14. Ribadiamo il concetto per maggiore chiarezza. Se si cancellasse Johannes Bø, si conterebbero comunque 14 vittorie norvegesi in 22 gare! Insomma, lui sarà di una categoria a parte, ma i suoi connazionali non scherzano.

Biathlon, la Norvegia maschile può completare un’impresa titanica. Il poker nella classifica generale non si è mai visto!

Il dato più impressionante è rappresentato dal fatto che, se anche la Norvegia non dovesse vincere alcuna delle tre prove di Oslo, stabilirebbe comunque il primato di percentuale più alta di successi in ambito maschile. Un ipotetico 19 su 25 sarebbe pari al 76%, migliore quindi del 75% della Germania Est del 1979-80 (9 successi su 12 competizioni). Se viceversa a Holmenkollen dovesse arrivare un hat-trick di affermazioni, il Paese scandinavo chiuderebbe con un pauroso 88%.

In tema di podi, il conteggio dice 46 su 66 possibili. Al momento i norvegesi hanno raccolto il 69,7% di piazzamenti nella top-3 a disposizione, una proporzione superiore finanche a quella della già citata DDR del 1979-80, che ne ottenne 24 su 36 (66,7%). La sfida, a questo punto, è quella di superare la barriera del 70%. Servono almeno 5 podi tra giovedì e domenica, un traguardo alla portata se si pensa a quanto compiuto sinora.

Ci sono altri traguardi da raggiungere oltre al potenziale poker nella classifica generale di Coppa del Mondo di cui si è già parlato (argomento che può essere approfondito cliccando sull’articolo incastonato all’interno del testo corrente). In tal senso i go-to-guys sono Dale e Tarjei Bø. Cionondimeno, per un bilancio conclusivo, meglio aggiornarsi alla prossima settimana, quando le carabine si saranno zittite e si potrà capire sino a che punto si è spinta “La Drømmelaget (ovvero il Dream Team) del 2022-23.

Foto: Federico Angiolini

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