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Biathlon, l’Italia vicina al 100° podio femminile individuale. Chi tra Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi firmerà la pietra miliare?

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In chiave Italia, uno dei principali temi d’interesse nel finale di stagione del biathlon è rappresentato dalla rincorsa al 100° podio individuale nella storia del movimento femminile.  Se consideriamo anche le staffette, la tripla cifra è già stata raggiunta e superata (109), ma se restringiamo il campo alle competizioni per singole, il conto dice 96.

Esattamente la metà di questi piazzamenti nelle prime tre posizioni porta la firma di Dorothea Wierer (48). Seguono Lisa Vittozzi (20), Nathalie Santer (15), Michela Ponza (7), Karin Oberhofer (2), Alexia Runggaldier (2), Nicole Gontier (1) e Federica Sanfilippo (1). Dunque, le due donne più blasonate sono le uniche fra queste otto a essere attualmente in attività.

A proposito di “otto”. L’Italia ambisce a diventare, appunto, l’ottava nazione a raggiungere tale significativa pietra miliare. L’ultima new entry nell’esclusivo “Club delle 100” è stata l’Ucraina, che ha ricevuto la tessera numero sette il 29 novembre 2017 grazie al terzo posto di Yuliia Dzhima nell’individuale di Östersund. Il Paese dell’Europa dell’Est si è aggiunto alla compagnia di Germania, Norvegia, Russia, Francia, Svezia e Bielorussia.

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Östersund, lupa in fabula, essendo proprio la località dove si gareggia questa settimana. Per ricevere la tessera #8 servono altri quattro podi azzurri. Per l’Italia il conteggio dell’inverno corrente parla di 11 piazzamenti nelle prime tre posizioni in 20 gare. Insomma, non sarà semplice raggiungere la pietra miliare da qui al diciannove marzo. Cionondimeno, ci si può provare. Abbiamo già visto sequenze positive nell’arco del 2022-23 e la 15 km odierna potrebbe essere terreno fertile per aggiungere un “+1” (o, perché no, anche un “+2”).

Chi, tra Wierer e Vittozzi, metterà la propria firma sul notevole traguardo? Oppure qualche nome a sorpresa “Farà cucù” sul podio proprio nel momento giusto. D’altronde siamo quasi a primavera, annunciata nella cultura popolare dal canto del Cuculus canorus Linnaeus. I Mondiali di Oberhof hanno dimostrato come una nuova generazione azzurra stia cominciando a germogliare.

Foto: La Presse

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